Site icon Corriere Nazionale

Retinoide acitretina efficace per la pelle dei pazienti oncologici

Nei pazienti oncologici con reazione cutanea mano-piede indotta dagli inibitori multichinasici, benefici dal retinoide acitretina

Nei pazienti oncologici con reazione cutanea mano-piede indotta dagli inibitori multichinasici, benefici dal retinoide acitretina

Nei pazienti oncologici con reazione cutanea mano-piede indotta dagli inibitori multichinasici, il retinoide acitretina si è dimostrato i grado di migliorare la sintomatologia. È quanto emerge da un piccolo studio retrospettivo pubblicato sulla rivista JAMA Dermatology.

La reazione cutanea mano-piede (HFSR, hand-foot skin reaction), o sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, è un effetto tossico ipercheratosico che nei casi moderati e gravi può essere doloroso al punto di limitare lo svolgimento delle attività della vita quotidiana. Si ritiene che fino al 70% dei pazienti oncologici trattati con inibitori multichinasici (MKI) soffra di HFSR, hanno premesso gli autori, aggiungendo che l’effetto collaterale è più frequente con regorafenib, sorafenib, sunitinib e cabozantinib.

L’acitretina è un retinoide approvato per il trattamento della psoriasi, utilizzato anche off-label per gestire diversi disturbi ipercheratosici come il cheratoderma palmoplantare, la malattia di Darier e l’ittiosi.

Un piccolo trial retrospettivo
Per l’analisi sono stati utilizzati i dati dei pazienti raccolti dal 2000 al 2021 dal Mass General Brigham/Dana-Farber Cancer Institute. Gli otto partecipanti avevano un’età media di 56 anni.

La classificazione e la diagnosi di HFSR sono state verificate da due dermatologi. La condizione cutanea è apparsa in media 17,1 giorni dopo l’inizio della terapia con MKI. La maggior parte dei pazienti ha iniziato il trattamento con acitretina in capsule alla dose di 10 mg e tre soggetti hanno in seguito aumentato la dose a 20 mg, 25 mg o sono passati a dosaggi alternati di 10/25 mg.

Prima di iniziare l’acitretina, tutti i partecipanti avevano provato a usare una crema all’urea per trattare il problema cutaneo, senza successo, mentre alcuni erano ricorsi anche a pomate a base corticosteroidi ad alta potenza.

Miglioramento dei sintomi in quasi tutti i pazienti
Degli otto utilizzatori di inibitori multichinasici che hanno sviluppato una HFSR, sette hanno ottenuto un miglioramento dei sintomi dopo l’inizio del trattamento con acitretina e hanno quindi continuato la terapia antitumorale e due di questi sono stati in grado di riprendere la terapia a dosaggio pieno.

Sette soggetti hanno continuato il trattamento quotidiano con acitretina fino alla sospensione della terapia con MKI o al decesso, mentre uno lo ha interrotto a causa di un peggioramento di una preesistente xerosi/epistassi della mucosa, hanno riferito l’autore senior Nicole LeBoeuf e colleghi del Dana-Farber/Brigham e Women’s Cancer Center di Boston. Il caso non era comunque grave ed era coerente con il noto profilo di eventi avversi dell’acitretina, che include anche iperlipidemia, epatotossicità e teratogenicità.

Dopo circa 28 giorni dall’inizio del trattamento, il grado mediano degli effetti tossici è diminuito passando da moderato-grave a lieve (da 2,5 a 1 secondo le linee guida della sindrome da eritrodisestesia palmoplantare CTCAEv5.0).

«L’HFSR ha richiesto una riduzione della dose di MKI per tutti i pazienti, nonostante le risposte tumorali confermate dall’imaging alla ristadiazione iniziale in sei degli otto pazienti» hanno aggiunto. «In definitiva l’acitretina ha facilitato la continuazione della terapia antitumorale o una ri-escalation della dose in quasi tutti i casi. Quindi la molecola è in grado di disaccoppiare l’HFSR dal suo potenziale effetto negativo sul dosaggio o sulla somministrazione di MKI».

I ricercatori hanno suggerito che il meccanismo che collega l’uso di MKI e lo sviluppo di HFSR potrebbe essere correlato all’azione inibitoria degli antitumorali sull’angiogenesi tissutale e alla disregolazione dei processi di riparazione cutanea. «L’acitretina può opporsi a questo effetto fuori bersaglio sui cheratinociti, attivando le isoforme del recettore nucleare dell’acido retinoico che controllano la differenziazione cellulare, promuovendone gli effetti anticheratinizzanti, antiproliferativi e antinfiammatori».

Nonostante la piccola dimensione del campione e il fatto che provenisse da un unico centro, gli autori ritengono che i loro risultati supportino future ricerche sui retinoidi orali per la gestione di questo effetto tossico per la pelle frequentemente dose-limitante della terapia con MKI.

«L’HFSR è molto comune tra i pazienti in terapia con MKI e si tratta di una condizione è difficile da trattare, a causa di regimi di trattamento inefficaci e dal costo elevato» ha commentato in un’intervista Jennifer Huang dell’Università di Harvard a Boston, non coinvolta nello studio. «Questo documento mostra sia la sicurezza che l’efficacia nell’uso di acitretina a basso dosaggio in un piccolo gruppo di pazienti e fornisce un’alternativa alla terapia topica per alcuni di essi» ha spiegato, aggiungendo che il farmaco non deve essere utilizzato in pazienti che stanno pianificando una gravidanza o che hanno problemi epatici.

Bibliografia

Said JT et al. Outcomes of Acitretin Treatment for Refractory Multikinase Inhibitor-Induced Hand-Foot Skin Reaction. JAMA Dermatol. 2022 May 11. 

Leggi

Exit mobile version