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Terremoto Afghanistan, Unicef: almeno 121 bambini morti

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Terremoto in Afghanistan: almeno 121 bambini tra i morti e 67 tra i feriti. La dichiarazione di Mohamed Ayoya, Rappresentante dell’UNICEF

“Il terremoto che ha colpito nelle prime ore del 22 giugno le province di Khost e Paktika è stato un altro tragico monito delle sfide che il popolo afghano deve affrontare. Le nostre più sentite condoglianze vanno a tutte le persone colpite e auguriamo ai feriti una pronta guarigione.

Fino alla tarda serata di ieri, erano state segnalate almeno 1.036 persone decedute e più di 1.643 feriteAlmeno 121 tra i morti e 67 tra i feriti erano bambini. Il numero totale di persone uccise o ferite non è ancora confermato. Le verifiche sono in corso. Ci aspettiamo che questi numeri aumentino con il proseguire delle operazioni di ricerca e soccorso.

Il distretto di Bermal, nella provincia di Paktika, ha riportato il maggior numero di vittime. Diverse migliaia di case sono distrutte e/o danneggiate. I bambini e gli adolescenti sono estremamente vulnerabili e ad alto rischio di separazione familiare, stress emotivo e psicologico, abuso e sfruttamento e altre forme di violenza.

L’UNICEF e i suoi partner, insieme alle autorità de facto, stanno lavorando 24 ore su 24 per raccogliere informazioni utili alla risposta, mentre sono in corso le consegne di forniture salvavita:

L’UNICEF, in coordinamento con le agenzie dell’ONU, i partner e le autorità de facto (guidate dal Ministero della Difesa), sta rapidamente preparando una risposta multisettoriale che copra la salute, i servizi idrici e igienici, la protezione dell’infanzia, la nutrizione, l’istruzione, la mobilitazione sociale e includa una componente in denaro. Nei prossimi giorni l’UNICEF condurrà una rapida valutazione delle condizioni di mercato nelle aree colpite. La valutazione permetterà di determinare la fattibilità e l’adeguatezza del denaro contante come risposta per sostenere la ripresa precoce. L’UNICEF ha già formato i partner per la registrazione dei beneficiari sul campo.

Nel settore dei servizi idrici e igienici, la risposta prevede la fornitura di sapone e prodotti per il trattamento dell’acqua per mitigare l’aumento del rischio di un’epidemia di diarrea acquosa acuta/colera. L’UNICEF risponderà anche con: latrine d’emergenza, riparazioni di sistemi idrici danneggiati e trasporto d’acqua d’emergenza.

Per quanto riguarda la protezione dell’infanzia, l’UNICEF sta attivando reti di protezione dell’infanzia a livello comunitario nelle aree colpite e aumenterà il numero di fornitori di servizi di protezione dell’infanzia e di operatori sociali”.

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