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Un libro racconta la storia di Giuliano Koten

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Koten, l’uomo che visse tre volte: in un libro la storia del ragazzo del centro Inail Villa Marina a Ostia e grande atleta paralimpico

Giuliano Koten, classe 1941, è stato uno dei ragazzi del centro Inail per paraplegici Villa Marina ad Ostia. La fucina di campioni che pochi giorni fa, su Rai Uno è stata raccontata nella fiction: “A muso duro. Campioni di vita” sulla vita e l’opera di Antonio Maglio. Nato a Fiume, Koten lascia la città in cui è nato insieme alla famiglia, per restare italiano e arriva nel campo profughi allestito presso l’ex caserma Perrone di Novara. Qualche anno più tardi mentre sta lavorando come ascensorista subisce un infortunio che lo costringe a stare sulla sedia a rotelle. Dopo l’incidente il futuro atleta paralimpico viene ospitato presso il centro per paraplegici Inail Villa Marina ad Ostia. Qui comincia la sua terza vita. Koten inizia a fare sport con risultati brillanti, diventa campione di scherma e tiro con l’arco, conquistando 16 ori, 4 argenti e 6 bronzi, tra Paralimpiadi e mondiali. La sua storia è diventata un libro: “Giuliano Koten che visse tre volte” scritto dal giornalista Renato Ambiel con un’intervista di Carlo Casoli e le foto di Marco Finotti. La presentazione del volume è in programma il 24 maggio, alle 18, presso il Castello di Novara.

Koten: “Dopo l’incidente ho avuto la fortuna di trovare il professor Antonio Maglio”. La terza vita di Giuliano Koten inizia grazie all’incontro con Antonio Maglio che infonde nei ragazzi di Ostia il desiderio di ricominciare a vivere, utilizzando un farmaco speciale: lo sport. In un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”, Koten ha rievocato il suo incontro con l’inventore delle Paralimpiadi: “Dopo l’incidente ho pensato al peggio ma poi ho avuto la fortuna di trovare il professor Antonio Maglio precursore dello sport per disabili”. “Pensavo di essere giunto al capolinea invece il ricovero al Centro spinale di paraplegia di Ostia Lido mi permise di iniziare quella che chiamo la mia terza vita, dopo la gioventù a Fiume e l’arrivo da esule a Novara”.

“Sono tornato a pensare di avere un futuro grazie allo sport”. L’incontro con Antonio Maglio e i ragazzi di Ostia infonde nuovi stimoli ed energie, spingendo l’atleta venuto da Fiume a rimettersi in gioco: “A poco più di un anno dall’incidente che mi ha impedito di camminare con le mie gambe sono tornato a pensare di avere un futuro grazie allo sport”. Il ricordo di Koten quindi corre ai giorni di Ostia dove è iniziata la sua terza vita: “Nelle fila della squadra di Ostia eravamo 20 atleti in sedia a rotelle pronti a cimentarci in discipline come il nuoto, il tiro con l’arco, la scherma, il tennis, il ping pong, la pallacanestro”. Al centro di numerose attività sociali, Koten ha continuato in questi anni il suo impegno a favore dello sport e delle persone con disabilità.

La vicenda umana e professionale di Antonio Maglio. Medico e dirigente dell’Inail, Antonio Maglio, sulla scia delle innovazioni apportate da Ludwig Guttmann a Stoke Mandeville in Inghilterra, intuì con spirito visionario e pionieristico che lo sport potesse aiutare le persone con disabilità a guardare avanti e diventare uno straordinario strumento di integrazione e reinserimento sociale. Vicedirettore e primario del Centro Inail per paraplegici Villa Marina ad Ostia, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, Maglio cominciò ad organizzare gare sportive tra i pazienti fino a maturare l’idea vincente di affiancare alle Olimpiadi di Roma del 1960, le prime Paralimpiadi per atlete e atleti con disabilità. Sostenuto dall’Inail, Maglio riuscì a realizzare il suo sogno professionale e di vita. La vicenda professionale e umana del grande medico dell’Inail e delle ragazze e dei ragazzi di Ostia è diventata una fiction di successo trasmessa lo scorso 16 maggio da Rai Uno e ora disponibile su Rai Play.

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