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La contaminazione da arsenico a Bagnoli in un nuovo studio del Cnr

arsenico bagnoli

Un recente articolo pubblicato sulla rivista Chemosphere, condotto da ricercatori dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv, dell’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Cnr-Iriss) e del Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale (Dicea) dell’Università Federico II, mostra che quasi 140 anni di sfruttamento industriale hanno gravemente degradato l’ambiente di Bagnoli Coroglio, il quartiere più occidentale della città di Napoli. In questa particolare area, tuttavia, i processi geogenici si sovrappongono all’impatto delle attività umane, rendendo difficile distinguere tra fonti di inquinamento antropogeniche e geogeniche: ciò è particolarmente vero per l’arsenico, la cui concentrazione nei sedimenti marini supera ampiamente il livello tollerabile per la salute umana ed il valore di fondo tipico delle vulcaniti locali.

Dopo che diversi studi hanno utilizzato strumenti tradizionali basati sulla statistica multivariata, questo articolo  affronta il problema attraverso un approccio innovativo, la modellazione numerica, fornendo una visione più approfondita della fisica che governa il processo di inquinamento dei sedimenti marini nel golfo di Bagnoli-Coroglio. Renato Somma, ricercatore presso l’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv e associato all’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo  (Cnr-Iriss), spiega che è stato utilizzato un modello di tracciamento delle particelle per valutare se i livelli di arsenico presente nei sedimenti marini possono essere influenzati dall’afflusso di acqua termale proveniente da un canale artificiale in uscita nella parte più occidentale della costa. Poiché il tempo di simulazione è molto inferiore alla scala temporale della contaminazione, il confronto tra i risultati numerici e le misure effettuate è essenzialmente qualitativo e riguarda la forma dei contorni della contaminazione.

Dallo studio è emerso che la forzante principale che porta all’inquinamento dei fondali marini è imputabile alla circolazione di marea, che agisce in modo continuo nel tempo. Le argomentazioni quantitative basate sull’analisi di regressione, inoltre, suggeriscono che l’apporto di acqua termale dall’effluente di Agnano rappresenta quasi un quarto dell’inquinamento osservato, il che è coerente con le ricerche precedenti basate sulla statistica multivariata.

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