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A Elena Levantini del Cnr l’Investigator Grant dell’AIRC

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Elena Levantini, primo ricercatore dell’Istituto di tecnologie biomediche (Itb) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa ha ottenuto il prestigioso “Investigator Grant” dall’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro.

AIRC, il principale ente finanziatore italiano di progetti oncologici, conferisce il premio a progetti di ricerca condotti da ricercatori affermati, sulla base di una rosa di proposte selezionate attraverso il metodo internazionale di peer review per la rilevanza sul cancro, l’innovatività, la fattibilità e il potenziale impatto positivo sui pazienti.

In particolare, il premio a Elena Levantini riguarda il progetto “Improving therapy response in EGFR mutant lung cancer by targeting transcriptional alterations in tumor and immune cells“: la ricercatrice è da anni impegnata nella ricerca oncologica, e già vincitrice di numerosi premi di ricerca europei, americani e asiatici.

Il grant oggetto del finanziamento (€ 753.000 per cinque anni), coprirà il costo della ricerca più quello del personale che lavora al progetto: gli studi saranno incentrati sull’identificazione dei meccanismi coinvolti nella recidiva tumorale, che purtroppo si verificano frequentemente dopo un certo periodo di risposta ottimale alle terapie anti-tumorali. Nello specifico, la ricercatrice analizzerà i meccanismi molecolari che causano ricrescita dei tumori polmonari mutati in EGFR (Recettore per il fattore di crescita epiteliale). Presso il Laboratorio di oncologia molecolare del Cnr-Itb di Pisa, istituito nel 2012, si sta, infatti, valutando il ruolo che l’oncogene BMI1 gioca nella recidiva post trattamento con Osimertinib, il farmaco maggiormente utilizzato in questo sottotipo genetico di pazienti. Elena Levantini propone l’ambiziosa ipotesi di cercare di inibire o rallentare la crescita tumorale grazie a un nuovo farmaco in fase di sperimentazione (Unesbulin/PTC596) che agisce sull’attività di BMI1.

“Questo è il mio primo finanziamento AIRC”, afferma Levantini, “che mi ha consentito di rientrare definitivamente in Italia dopo un periodo di part-time al Cnr, avendo lavorato per circa venti anni ad Harvard, negli Stati Uniti. La ricerca richiede tempo, importanti finanziamenti, dedizione, ma alla lunga è l’unica soluzione che possiamo costruire. Se ben fatto, il nostro lavoro, può generare conoscenze basilari per determinare sempre nuove strategie di attacco, utilizzando armi molecolari sempre più mirate. La lotta contro i tumori è molteplice. Contrariamente a quanto spesso si dice, non serve la cura per il cancro, ma le cure per i numerosissimi sottotipi di cancro, che riguardano tutti gli organi del corpo, e sono causati da molteplici eventi scatenanti. La potenziale ricaduta clinica dei nostri studi è elevata, nel medio termine. Se la nostra ipotesi che BMI1 sia coinvolto nelle recidive è corretta, il nuovo farmaco, potrebbe essere aggiunto alla terapia Osimertinib per prolungare la durata della risposta ottimale al trattamento anti-tumorale attualmente utilizzato nei pazienti con tumore polmonare mutato in EGFR”.

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