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Dermatite atopica: buoni risultati con tacrolimus e dupilumab

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Secondo i risultati di uno studio italiano miglioramenti in 1 mese per i pazienti con dermatite atopica trattati con tacrolimus e dupilumab

Una percentuale maggiore di pazienti con dermatite atopica trattati con dupilumab come adiuvante della terapia topica con tacrolimus ha raggiunto una gravità lieve della malattia entro 1 mese di trattamento rispetto ai pazienti trattati con solo dupilumab al basale, secondo i risultati di uno studio italiano pubblicato sulla rivista European Review for Medical and Pharmacological Sciences.

Ricerche recenti hanno indicato che la funzione di barriera cutanea gioca un ruolo importante nell’eziopatogenesi della dermatite atipica. I corticosteroidi topici, anche se rappresentano la terapia antinfiammatoria topica di prima linea per la malattia, sono stati associati a effetti avversi significativi a seguito dell’uso cronico e possono provocare danni aggiuntivi alla barriera cutanea. Ai pazienti sottoposti a un trattamento antinfiammatorio topico e/o sistemico è stato consigliato l’uso di creme emollienti mirate proprio a ripristinare la funzione di barriera della pelle.

«Gli inibitori della calcineurina, inclusi pimecrolimus e tacrolimus, sono un’alternativa agli steroidi topici, in particolare per la stabilizzazione a lungo termine della dermatite atopica, in quanto non danneggiano la barriera cutanea» hanno fatto presente gli autori. «Le evidenze disponibili hanno dimostrato che nelle prime fasi della malattia si può ottenere una migliore risposta terapeutica combinando la terapia sistemica e topica, sia emolliente che antinfiammatoria».

Tacrolimus in unguento allo 0,1 e allo 0,03% viene utilizzato di routine in particolare nella dermatite atopica recidivante e in aree critiche come il viso, le mani e le pieghe degli arti. In caso di grave ricaduta, è necessario un trattamento iniziale con uno steroide topico di moderata potenza, seguito dall’applicazione di tacrolimus.

Recentemente l’associazione di tacrolimus a dupilumab per il trattamento dell’eczema sul viso, con o senza corticosteroidi topici, è risultata efficace e sicura, con un tasso di miglioramento del punteggio EASI (Eczema Area and Severity Index) a livello di testa/collo significativamente correlato al tasso di miglioramento del punteggio EASI complessivo, hanno premesso gli autori.

Uno studio osservazionale retrospettivo
Obiettivo dello studio era valutare ulteriormente il ruolo dell’immunosoppressore tacrolimus in forma di unguento nella gestione nel mondo reale dei pazienti con dermatite atopica grave trattati con dupilumab.

Sono stati valutati retrospettivamente i dati raccolti da giugno 2018 a dicembre 2020 relativi a un totale di 342 pazienti con eczema grave trattati con dupilumab presso l’Unità di Dermatologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Di questa coorte sono stati inclusi nell’analisi 307 pazienti che hanno utilizzato sia la terapia sistemica che quella topica.

La risposta cutanea è stata misurata tramite l’EASI, prurito e sonno tramite una Numerical Rating Scale (NRS) e la qualità di vita attraverso il Dermatology Life Quality Index (DLQI) al basale e dopo 4, 16 e 52 settimane di trattamento con dupilumab.

Riduzione della gravità della malattia abbinando tacrolimus
Nella coorte totale il punteggio EASI medio di 29,5 al basale è stato ridotto a 8,4 dopo 1 mese di trattamento, a 5,0 dopo 4 mesi e a 3,2 dopo 12 mesi. Sono state osservate riduzioni significative rispetto al basale anche nei punteggi NRS di prurito e sonno e nel punteggi DLQI.

Tacrolimus è stato utilizzato dal 6,5% dei pazienti al basale, dall’11% dopo 1 mese, dal 13,5% dopo 4 mesi e dall’11,3% dopo 12 mesi, con un tempo medio di introduzione dell’immunosoppressore dopo l’avvio della terapia con dupilumab pari a 8,3 mesi.

Diversi fattori sono stati correlati a una maggiore probabilità di iniziare il trattamento con tacrolimus in associazione a dupilumab in qualsiasi momento durante lo studio:

In conclusione, dopo 1 mese di trattamento con dupilumab una percentuale maggiore di pazienti trattati con tacrolimus al basale ha ottenuto un basso punteggio EASI (<7, malattia lieve) rispetto a quelli non sottoposti al farmaco (72,2% contro 55,8%, P=0,027).

«Secondo i nostri risultati, l’associazione di tacrolimus con dupilumab è sicura e apporta dei benefici nella gestione della malattia» hanno concluso gli autori. «È utile soprattutto se avviato precocemente e dovrebbe essere associato a emollienti per facilitare la risposta in aree critiche localizzate».

Bibliografia

Ferrucci SM et al. Topical tacrolimus during systemic therapy for severe atopic dermatitis in the clinical practice. Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2022 Apr;26(7):2518-2523.  Leggi

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