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Su Rai 3 le inchieste di “Report”: ecco le anticipazioni

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In prima serata su Rai 3 tornano le inchieste di “Report”: al centro della puntata di oggi i rapporti tra politica e magistratura

In prima serata su Rai 3 torna “Report”. Il programma che ha fatto la storia nell’ambito del giornalismo investigativo in tv. Sigfrido Ranucci e la squadra di Report ancora una volta in prima fila con inchieste e approfondimenti su politica, economia e società.

“Toghe rotte” racconta come da Tangentopoli in poi, i rapporti tra politica e magistratura sono sempre stati molti tesi.

Come dimostrano i referendum costituzionali, si è creata una frattura che a trent’anni di distanza dalle indagini del pool di Mani Pulite sembra essersi sempre più allargata. Con la riforma della giustizia promossa dalla ministra Marta Cartabia, i complessi equilibri tra potere politico e potere giudiziario rischiano di saltare definitivamente. Secondo il progetto del governo, che verrà votato al Senato la prossima settimana, sarà infatti il Parlamento a indicare alle Procure quali reati perseguire in modo prioritario e l’organizzazione del lavoro dei Pm sarà sottoposta al controllo del Ministero della giustizia. Secondo le toghe, che poche settimane fa hanno scioperato, si tratta di un attacco senza precedenti all’autonomia della magistratura. Decine di migliaia di processi rischiano di andare in fumo: violenze sessuali semplici, reati ambientali, morti sul lavoro, vittime di incidenti stradali e omicidi colposi potrebbero rimanere per sempre impuniti. Tuttavia, la magistratura italiana non sembra ancora essersi ripresa dallo scandalo Palamara. La guerra delle correnti continua, infatti, a segnare le scelte più importanti del Consiglio superiore della magistratura, come dimostrano le anomalie verificatesi nell’ultima elezione del Procuratore nazionale antimafia, che ha visto la bocciatura di Nicola Gratteri.

E ancora, Report ha incontrato l’ex oligarca russo, Mikhail Khodorkovsky. Agli inizi del 2000 era considerato l’uomo più ricco della Russia. Ex proprietario della Yukos, una delle più grandi compagnie petrolifere private russe di fine anni ‘90, viene arrestato durante l’ascesa al potere di Putin e la sua azienda viene messa all’asta. Gli viene contestata la frode fiscale, ma per molti analisti è tutto legato al potere che si sta delineando nella nuova Russia di Putin. Tra le poche società occidentali coinvolte nella vendita di Yukos compaiono anche le nostre Eni ed Enel, che dopo aver acquisito asset per il valore di oltre 5 miliardi di dollari, li rivendono a Gazprom nel giro di pochi anni: avrebbero così dato vita a una vera e propria operazione di portage finanziario.

“Terra di confine” porta invece in Lituania, ex repubblica sovietica entrata nella Nato nel 2004, dove la paura di un’invasione russa è molto forte. Nel paese baltico, l’impegno per l’Ucraina ha varie sfaccettature: da quello di un’organizzazione non governativa che supporta le forze armate ucraine, ai volontari che chiamano al telefono i cittadini russi per informali sul conflitto.

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