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Referendum: mascherine al seggio raccomandate ma non obbligatorie

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Referendum del 12 giugno e amministrative, il Viminale: mascherine raccomandate ma non obbligatorie. Il decalogo degli esperti

Domenica gli italiani sono chiamati alle urne per il Referendum sulla giustizia e uno dei temi su cui si è discusso molto in questi giorni è l’uso della mascherina nei seggi. Dopo diverse ipotesi, è arrivata la conferma da parte del Viminale: per gli elettori le mascherine al seggio saranno fortemente raccomandate ma non obbligatorie. A tal proposito, Stefano Sala – Ceo di Zuccari, azienda trentina che distribuisce POP, il primo dispositivo tecnico italiano brevettato e applicabile a tutte le mascherine che, attraverso una miscela balsamica, purifica l’aria respirata, – ha stilato un decalogo sul perché l’uso della mascherina ai seggi è ben più che raccomandabile:

  1. Continuiamo a proteggerci, perché l’attenzione è ancora alta.

È il caso di continuare a proteggere se stessi e gli altri, perché l’attenzione sulla pandemia è ancora alta.

Sono stati stanziati 38,2 milioni di euro per sanificare i seggi elettorali, ma non possiamo fare affidamento solo sulle misure di igienizzazione.

Dobbiamo essere attivi nella protezione — e la mascherina rappresenta proprio questo senso di responsabilità.

Si voterà domenica 12 giugno dalle ore 7 alle ore 23. L’orario dovrebbe permettere di diluire l’affluenza in via teorica, ma nella realtà bisogna tenere conto di tutte le variabili, compresi i picchi. Essendo il tutto concentrato in un’unica giornata, è plausibile ritenere questo evento un assembramento di carattere istituzionale.

Una circolare del Viminale, sottoscritta a fronte di un accordo fra i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, descrive le mascherine al seggio come “non obbligatorie ma fortemente raccomandate”.

La società, com’è tipico di una risposta della popolazione alla pandemia, si è divisa. C’è chi ritiene che le mascherine siano un mezzo di protezione oggi come ieri e c’è chi invece attacca la scelta di “raccomandarle fortemente” come l’ennesimo bavaglio burocratico. Sarebbe importante valutare la messa in sicurezza in termini oggettivi, con un minimo sforzo che non può essere ritenuto un vero e proprio sacrificio.

Parlando di sforzo, l’atto di indossare la mascherina comporta un disagio, al quale peraltro siamo ormai abituati, che non si protrae oltre una manciata di minuti. L’impegno è sostenibile anche dai più critici.

Come sempre è importante mettere in prospettiva non solo le proprie esigenze personali, ma anche il rispetto della società nella sua interezza — con un’attenzione particolare verso le categorie più deboli della popolazione. Queste categorie esistono ancora e hanno il diritto di frequentare il seggio all’insegna della sicurezza.

Dovremmo pensare alle mascherine come a una condizione necessaria ma non sufficiente per proteggere le persone durante un assembramento istituzionale come quello delle elezioni del 12 giugno. Non dimentichiamoci quindi l’importanza di igienizzare frequentemente le mani.

La mascherina è il primo strumento di contenimento pandemico., ma è importante continuare a rispettare il distanziamento sociale.

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