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Obesità: ottimi risultati con l’uso di tirzepatide

sindrome metabolica

Obesità: il doppio agonista sperimentale GIP/GLP-1 tirzepatide ha ridotto il peso corporeo fino al 22,5% con la dose più alta testata rispetto al placebo

Negli adulti obesi o in sovrappeso con almeno una comorbidità, ma che non presentavano diabete, il doppio agonista sperimentale GIP/GLP-1 tirzepatide ha ridotto il peso corporeo fino al 22,5% con la dose più alta testata rispetto al placebo. Sono i risultati dello studio registrativo di fase III SURMOUNT-1 comunicati da Eli Lilly, che sta sviluppando la molecola.

Poco più di un anno fa il trial SURPASS-2 aveva mostrato la superiorità di tirzepatide rispetto al GLP-1 agonista semaglutide in termini di effetto sulla glicemia e sulla perdita di peso e ora ha ottenuto risultati importanti nel primo trial incentrato sull’obesità.

Lo studio SURMOUNT-1
I ricercatori hanno reclutato 2.539 partecipanti con un corporeo medio basale di 105 kg per confrontare l’effetto di tre dosi di tirzepatide (5, 10 e 15 mg) con il placebo nel corso di 72 settimane. Al temine dello studio la riduzione media del peso variava dal 16% (16 kg) con la dose più bassa al 21,4% (22 kg) con 10 mg e al 22,5% (24 kg) con 15 mg, rispetto a un calo del 2,4% (2 kg) nel gruppo placebo.

In un endpoint secondario chiave, il 55% (10 mg) e il 63% (15 mg) dei soggetti che assumevano tirzepatide ha ottenuto una riduzione del peso corporeo di almeno il 20%, rispetto all’1,3% dei controlli.

Tirzepatide ha soddisfatto entrambi gli endpoint co-primari di variazione percentuale media del peso corporeo rispetto al basale e di percentuale di pazienti con riduzione del peso corporeo di almeno il 5% rispetto al placebo. Lo studio ha anche raggiunto tutti gli endpoint secondari chiave a 72 settimane.

A titolo di confronto, nello studio clinico STEP-1 di 68 settimane su pazienti non diabetici con obesità o sovrappeso e almeno una comorbidità correlata al peso, semaglutide ha comportato un calo ponderale del 14,9%. In SURMOUNT-1, la perdita di peso media variava da 16 kg a 24 kg, a seconda della dose. I bracci placebo dei due studi hanno ottenuto risultati comparabili.

Tra l’89% e il 96% dei partecipanti trattati con il nuovo farmaco ha ottenuto una riduzione del peso corporeo di almeno il 5%, rispetto al 28% dei pazienti nel gruppo placebo e all’86% nello studio con semaglutide. Inoltre il 55% e il 63% dei soggetti che assumevano rispettivamente la dose media e alta di tirzepatide hanno raggiunto una perdita di peso di almeno il 20% rispetto all’1,3% dei controlli e al 32% nel trial STEP-1.

«L’obesità è una malattia cronica che spesso non riceve lo stesso standard di cura di altre condizioni, nonostante il suo impatto sulla salute fisica, psicologica e metabolica, che può includere un aumento del rischio di ipertensione, malattie cardiache, cancro e diminuzione della sopravvivenza» ha affermato Louis Aronne, ricercatore di SURMOUNT-1 e direttore del Comprehensive Weight Control Center e del Sanford I. Weill Professor of Metabolic Research presso la Weill Cornell Medicine. «Tirzepatide ha prodotto notevoli riduzioni del peso corporeo e potrebbe rappresentare un importante passo avanti per aiutare la collaborazione tra paziente e medico nel trattamento di questa complessa malattia».

Profilo di sicurezza in linea con le aspettative
Il profilo generale di sicurezza e tollerabilità del farmaco è risultato in linea con quello di altre terapie a base di incretina approvate per il trattamento dell’obesità. Gli eventi avversi segnalati più comunemente sono stati di natura gastrointestinale e generalmente di gravità da lieve a moderata, e di solito si sono verificati durante il periodo di aumento della dose.

Per i pazienti trattati con tirzepatide (rispettivamente 5, 10 e 15 mg), nausea (24,6%, 33,3%, 31,0%), diarrea (18,7%, 21,2%, 23,0%), vomito (8,3%, 10,7%, 12,2%) e costipazione (16,8%, 17,1%, 11,7%) si sono verificati più frequentemente rispetto al placebo (9,5% nausea, 7,3% diarrea, 1,7% vomito e 5,8% stitichezza). I tassi di interruzione a causa di reazioni avverse sono stati del 4%-7% con tirzepatide e del 3% con il placebo.

I partecipanti che avevano prediabete all’inizio dello studio rimarranno in SURMOUNT-1 per ulteriori 104 settimane di trattamento dopo la data di completamento iniziale di 72 settimane per valutare l’impatto sul peso corporeo e le potenziali differenze nella progressione al diabete di tipo 2 dopo tre anni di trattamento rispetto al placebo.

Alla fine del 2021 Lilly ha presentato alla Fda una richiesta di approvazione per tirzepatide negli adulti con diabete di tipo 2, con una possibile decisione attesa  per l’estate.

«Gli ultimi dati su tirzepatide hanno superato le già alte aspettative» ha affermato l’analista di Mizuho Vamil Divan. «Il profilo di tollerabilità appare generalmente in linea con quanto previsto e la combinazione delle due possibili indicazioni suggerisce un’opportunità multimiliardaria nell’obesità oltre a quella che già probabilmente ha nei pazienti con diabete».

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