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Asma e riacutizzazioni: nuovo studio indaga i livelli di FeNO

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Asma: livelli elevati di FeNO, la frazione di ossido nitrico esalato, sono associati ad un impatto di malattia asmatica severa rilevante

Livelli elevati della frazione di ossido nitrico esalato (FeNO) sono associati ad un impatto di malattia asmatica severa rilevante e correlano con la poliposi nasale associata a rinosinusite cronica, insorgenza tardiva di asma, cattiva funzione polmonare e controllo della malattia asmatica, riduzione della qualità della vita, frequenti riacutizzazioni asmatiche e necessità di non interrompere la terapia con steroidi orali. Questi sono stati alcuni dei risultati di uno studio tedesco pubblicato, sotto forma di pubblicazione breve, sulla rivista the European Respiratory Journal.

Razionale e obiettivi dello studio
Il FeNO è un biomarcatore noto dell’asma di tipo 2, riflettendo il grado di infiammazione polmonare locale legato a pathway del sistema immunitario comprendenti IL-13.

Nella pratica clinica, ricordano gli autori nell’introduzione allo studio, FeNO rappresenta un marker affidabile per la risposta agli steroidi inalatori (ICS) e per l’efficacia di alcuni farmaci biologici aventi come bersaglio terapeutico i pathway IL-4/IL-13, come pure per l’individuazione della non aderenza o della resistenza agli steroidi nei pazienti affetti da asma severo.

Il registro tedesco di pazienti asmatici severi della rete GAN (the German Asthma Net) è un registro che ha reclutato pazienti con asma severo al fine di consentire una valutazione approfondita dei fenotipi, dei meccanismi sottostanti e delle strategie terapeutiche per l’asma severo.

Gli studi precedenti finora condotti su FeNO erano stati effettuati in pazienti asmatici con diversi livelli di gravità di malattia o in coorti non particolarmente numerose di pazienti.

Lo studio appena pubblicato ha attinto ai dati del registro GAN per determinare la correlazione dei livelli di FeNO con i parametri epidemiologici, di laboratorio, clinici, legati alla funzione polmonare o alla qualità della vita e la necessità del ricorso alla terapia di mantenimento con steroidi orali in una coorte di pazienti con asma severo attentamente selezionata.

Tutto ciò allo scopo di caratterizzare meglio il sottotipo dell’asma severo con valori elevati di questo biomarcatore.

Disegno dello studio
Su un totale di 1.689 pazienti inclusi nel registro, erano disponibili anche i dati relativi ai livelli di FeNO per 1.007 pazienti, rendendo così possibile la determinazione della correlazione sopra indicata negli obiettivi dello studio.

La coorte selezionata si caratterizzava per la presenza di livelli elevati di FeNO (≥25 ppb) nel 64% dei casi, una leggera prevalenza di pazienti di sesso femminile (58%) e una prevalenza in quasi tre pazienti su quattro di asma non controllato (72%).

L’età media della coorte era pari a 50,3 anni, il BMI medio era di 27 kg/m², la FEV1 era pari a 2,04 l (il 67% del valore predetto), mentre la mediana dei valori di FeNO era pari a 34 (IQR:18-66) ppb.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti con livelli di FeNO uguali o superiori a 25 ppb mostravano tassi significativamente più elevati di riacutizzazioni asmatiche rispetto ai pazienti con livelli ridotti di questo biomarcatore. Non solo: questi pazienti si caratterizzavano per una pressione parziale di ossigeno (pO2) significativamente ridotta, come pure per livelli significativamente ridotti di FEV1 (sia assoluti che in termini di percentuale predetta) e del rapporto FEV1/FVC. Inoltre, si era di fronte a pazienti più anziani rispetto a quelli con livelli ridotti di FeNO.

Livelli di FeNO pari o superiori a 25 ppb hanno mostrato una sensitività del 65% nel predire il manifestarsi di due o più episodi annuali di riacutizzazione asmatica, con un valore predittivo positivo del 61% e un’area sotto la curva (AUC) pari a 0,53 (IC95%= 0,5-0,56).

Dopo che i pazienti sono stati selezionati per categorie, i ricercatori hanno osservato che livelli significativamente più elevati di FeNO erano legati ai fattori seguenti:
– BMI <30 kg/m2
– Presenza di rinosinusite cronica associata a poliposi nasale
– Età di insorgenza dell’asma pari o superiore a 12 anni
– PO2< 72 mmHg
– Valori di funzione polmonare più bassi (FEV1/FVC<70%, o FVC/IVC<0,93 – limite inferiore di normalità
– Cattivo controllo dell’asma al test ACQ-5 (≥1,5) o al test ACT (<20)
– Peggioramento della qualità della vita, rilevato al test mAQLQ (<5,4)
– Numero frequente di riacutizzazioni asmatiche annuale (≥2/anno)
– Livelli di IgE ≥75 U/ml
– Impiego di terapia di mantenimento con steroidi orali

I ricercatori hanno validato questi risultati mediante l’analisi di regressione lineare e incluso i risultati in una analisi di regressione multipla dalla quale è emerso che l’età, la presenza di rinosinusite cronica associata a poliposi nasale, il BMI, il rapporto FEV1/FVC e il numero di episodi annuali di riacutizzazione asmatica erano tutti indipendentemente associati in modo statisticamente significativo con il livelli di FeNO.
La terapia di mantenimento con steroidi orali, invece, ha avuto una significatività borderline.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno riconosciuto tra i punti di forza del loro studio l’attenta selezione dei pazienti con asma severo e l’elevata numerosità del campione di pazienti considerato, sottolineando come la non univocità nei risultati ottenuti negli studi precedenti dipendesse proprio da questo aspetto.

Nel complesso, lo studio rinforza il ruolo dei livelli di FeNO nell’individuazione dei pazienti a rischio maggiore di riacutizzazioni asmatiche, scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro.

“Traslando questi risultati nella pratica clinica – aggiungono – suggeriamo di adoperare i livelli di FeNO come marker di impatto di malattia asmatica, oltre che come parametro utile per identificare e gestire al meglio quei pazienti a maggior rischio di complicanze associate all’asma severo, nonché quelli che potrebbero aver bisogno di una intensificazione della terapia in atto”.
 
Bibliografia
Bal C et al. FeNO is associated with disease burden in the German Asthma Net severe asthma cohort. Eur Respir J. 2022 Mar 10:2101233. doi: 10.1183/13993003.01233-2021. Epub ahead of print. PMID: 35273030.
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