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Caso buoni pasto: Codacons pronto alla class action

buoni pasto novità decreto 9 settembre

Si potrà utilizzare fino a un massimo di 8 buoni pasto al giorno

Buoni pasto: per il Codacons qualsiasi limitazione o impedimento al loro utilizzo costituisce un ingiusto danno a chi ne beneficia

Se esercenti e ristoratori rifiuteranno di accettare i buoni pasto, scatterà una valanga di denunce in tutta Italia per conto dei lavoratori ingiustamente danneggiati, e una class action patrocinata dal Codacons. Lo afferma l’associazione dei consumatori, pronta alla battaglia legale nel caso in cui imprese e grande distribuzione dovessero avviare azioni contro i ticket.

“I buoni pasto rappresentano un diritto acquisito dei lavoratori e sono parte integrante dei contratti di lavoro – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Qualsiasi limitazione o impedimento al loro utilizzo costituisce un ingiusto danno a chi ne beneficia, e apre la strada ad azioni risarcitorie contro ristoratori e imprese della distribuzione che rifiuteranno l’accettazione dei ticket”.

“Il problema delle commissioni eccessive a carico degli esercenti non può essere scaricato sui cittadini, ma vanno trovate soluzioni condivise che garantiscano l’esercizio dei diritti dei lavoratori – prosegue Rienzi –. Per tale motivo il  Codacons è pronto a scendere in campo a tutela di 3 milioni di dipendenti che beneficiano dei buoni pasto e, se si arriverà allo stop da parte del settore della ristorazione e della Gdo, presenterà una valanga di denunce in tutta Italia e avvierà una formale class action a tutela dei lavoratori danneggiati volta a far ottenere loro il risarcimento dei danni patrimoniali subiti” – conclude Rienzi.

Assoutenti pronta al boicottaggio della GDO

Se la Grande distribuzione rifiuterà di accettare i buoni pasto partirà una campagna di boicottaggio contro le catene commerciali invitando gli italiani a non fare la spesa presso i punti vendita delle società coinvolte. Lo afferma Assoutenti, che chiede al più presto soluzioni per evitare danni alle famiglie.

“Il problema delle commissioni eccessive sui buoni pasto è un problema reale che, in Italia, si ripresenta ciclicamente – spiega il presidente Furio Truzzi – In tal senso le imprese del commercio e della ristorazione hanno ragione di protestare, ma crediamo che i lavoratori che usufruiscono dei ticket non debbano essere usati come clave per fare pressioni sul Governo. Ciò che serve è un tavolo con tutti i soggetti della filiera finalizzato a garantire condizioni eque per tutti, rivedendo in tal senso i criteri delle gare Consip sui buoni pasto che non possono mai essere al ribasso”.

“Ricordiamo che 3 milioni di famiglie in Italia ricorrono ai ticket anche per fare la spesa al supermercato, e un addio ai buoni pasto rappresenterebbe un ingiusto aggravio di spesa, oltretutto in un momento in cui i prezzi al dettaglio sono alle stelle – prosegue Truzzi – Invece di minacciare lo stop ai buoni pasto, ristoratori ed esercenti potrebbero applicare una scontistica in favore di chi paga con denaro o carte, in modo da limitare lo strapotere delle grandi imprese dei buoni pasto”.

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