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Covid e uso di integratori nella nuova ricerca Bhave

niacina glutatione e quercetina argivit

Boom dell’acquisto di integratori e nutraceutici con la pandemia Covid: una nuova ricerca Bhave analizza il fenomeno

Nel mese di ottobre 2021, Bhave ha raccolto il punto di vista della popolazione italiana, attraverso la somministrazione di un questionario semi strutturato somministrato con metodica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) a 1.288 cittadini residenti in Italia che hanno effettuato almeno un acquisto di integratori, o nutraceutici, online negli ultimi 12 mesi. (giovani: 22-35 anni; adulti: 36-65 anni; anziani >65 anni; campione totale di 1.288 casi).

Sulla base del numero di contatti telefonici effettuati random per le diverse fasce di età per individuare acquirenti di integratori e nutraceutici online negli 12 mesi precedenti l’intervista, si può stimare che il 31,7% degli italiani ha effettuato acquisti di questi prodotti;  di contro complessivamente l’81% degli italiani ha acquistato beni di largo consumo online.

Il ritratto dell’acquirente di integratori e nutraceutici online
L’uso degli integratori è comune in tutte le fasce d’età, con il 40% degli acquisti effettuati da adulti, il 39% da giovani e il 21% da anziani.

Gli over-65, pur non essendo nativi digitali e rappresentando la percentuale minore, hanno comunque, nel 2021, hanno incrementato l’acquisto di integratori e nutraceutici online del 112,8% rispetto all’anno precedente.

Equilibrio si osserva anche in relazione al sesso di chi effettua l’acquisto, con il 48% di uomini e il 52% di donne; per quanto riguarda la scolarità, il 2% degli acquirenti sono in possesso di un titolo di studio fino alle scuole medie inferiori, il 32% di un diploma, il 48% di una laurea, il 18% una specializzazione post-laurea.

Il 74% ha acquistato prodotti su Amazon o altre piattaforme di e-commerce, mentre il 26% ha acquistato solo esclusivamente tramite farmacie online o siti specifici per la vendita integratori e nutraceutici online.

Il 68% di chi acquista online, ha dichiarato di essere disponibile ad acquistare presso un negozio online meno noto invece che presso i big player, se è possibile risparmiare. Se il prodotto è venduto/spedito dall’Italia, o da altra nazione, non costituisce un elemento rilevante alla scelta di acquisto.

Due acquirenti italiani su tre utilizzano lo smartphone per lo shopping online e, prima di acquistare integratori e nutraceutici, comparano i prezzi. Inoltre; nel 78,1% dei casi viene utilizzato un dispositivo mobile Android e il 45% dei rispondenti ha utilizzato almeno una volta il pc per l’acquisto.

I dati sottolineano dunque un consumo distribuito omogeneamente nella popolazione: tutti comperano gli integratori, al di là delle differenze socio-economiche e culturali, che incidono invece per altre tipologie di consumo di prodotti.

La motivazione all’acquisto, indipendentemente dalle specificità dei consumatori, è la prevenzione e la tutela del proprio stato di salute. Tale attenzione è in linea con il ruolo attivo, consapevole e responsabile delle persone, che si concretizza con l’aumento negli ultimi anni della promozione e dell’adozione di abitudini di vita salutari.

Alla domanda se prima dell’acquisto hanno sofferto di sintomi legati al raffreddore o all’influenza durante l’emergenza Covid-19, hanno risposto di aver avuto un ottimo o un buono stato di salute il 59,1% dei giovani, il 38,8% delle donne/mamme over 25 con figli da 1 a 16 anni, il 55,1% degli adulti da 31 a 67 anni e l’81% degli anziani over 67 anni; le percentuali di acquisto sono molto basse per chi invece ha avuto gravi problemi di salute.

I dati sottolineano quindi la tendenza, da parte di chi già gode di un ottimo o buono stato di salute, a volerlo preservare anche attraverso l’uso agli integratori.

Più nel dettaglio, tra chi compera integratori, il 22,0% lo ha deciso dopo la consultazione di siti internet o siti specializzati sul tema, il 20,3% su consiglio di un medico specialista, mentre il 12,1% è stato consigliato all’utilizzo dal medico di medicina generale o dal pediatra.

Tra gli altri soggetti e canali da cui le persone sono consigliate vi sono i social network, come Facebook e Instagram (4,5%), familiari o programmi radiofonici (3,4%), esperti televisivi (2,8%), quotidiani e riviste non specializzati (2,2%), colleghi (1,9%), amici (1,7%).

Risulta evidente quanto i consumatori identifichino gli integratori come quei prodotti capaci di contrastare l’insorgere delle patologie, potenziare la salute e quindi il benessere e qualità della vita.

Per questo, sebbene lo scenario attuale sia segnato da crisi con una conseguente flessione dei consumi, il settore degli integratori ha continuato ad attrarre la spesa degli Italiani, che riconoscono agli stessi un forte valore di prevenzione primaria connesso alle abitudini quotidiane.

In Italia, secondo i dati ISTAT, l’età media della popolazione è elevata, superiore alla media europea. Con l’avanzare dell’età, aumenta l’incidenza di patologie croniche, che rappresentano uno dei costi principali per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Nuove abitudini di acquisto e cura di sé 
L’esperienza della pandemia Covid-19 ha rimarcato che proprio le persone più fragili, quali anziani e persone portatori di patologie croniche, sono stati e sono le persone più a rischio per forme gravi di malattia, con relativi fabbisogni socio-sanitari e assistenziali, che mettono a rischio la sostenibilità del sistema del welfare.

Dalla ricerca emerge come le persone considerino la possibilità di intervenire con un’integrazione alimentare un valido strumento di promozione di un corretto stile di vita e prevenzione primaria. Dai dati emerge il ruolo decisivo di medici di medicina generale e pediatri, così come degli specialisti, nel consigliarne il consumo e promuoverne un utilizzo consapevole.

La crescita dell’industria degli integratori presenta quindi non sono una connotazione puramente economica, ma anche socio-sanitaria, finalizzata alla tutela della salute. Come per tutti i prodotti, vanno chiaramente rispettati gli scopi per i quali sono stati formulati. Il loro consumo, quando consigliato non sulla base delle specifiche esigenze ma dalla moda, tramite i social network, i mezzi di comunicazione non specializzati ma anche la rete dei familiari, amici e colleghi possono portare a un uso improprio e a possibili abusi. Ecco che i dati sottolineano al riguardo la necessità di una comunicazione di settore efficace e autorevole che sappia valorizzare prodotti di qualità e sicuri per i cittadini.

Il desiderio di salute, individuale e collettiva, può essere considerato un processo determinato da fattori sociali, economici oltre che biologici. La relazione tra il consumo degli integratori e la messa in pratica di nuovi stili di vita salutari consolida l’approccio life course e l’attenzione alla centralità della persona, che in questo ambito si esprime ancor più attraverso azioni finalizzate a potenziare l’alfabetizzazione degli individui in ambito salute, accrescerne la capacità di agire per il proprio stato di benessere e interagire con il Sistema Sanitario di comunità secondo un sistema di comunicazione e relazioni basate sulla fiducia.

Il boom dello shopping online non è solo temporaneo. La mentalità delle persone sta cambiando. Il 69% di chi ha acquistato integratori e nutraceutici online afferma che probabilmente continuerà a fare questo tipo di acquisti sul web anche dopo la pandemia.

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