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Congedo mestruale: in Spagna verso i 3 giorni di permesso retribuito

Mutandine assorbenti: la svolta green del ciclo mestruale. Una soluzione ottimale per tutte le occasioni, anche per fare sport

La Spagna pronta a varare la legge sul congedo mestruale: le lavoratrici potranno beneficiare di 3 giorni di permesso retribuito

La Spagna si schiera in prima linea per il benessere delle donne e si prepara ad approvare il congedo mestruale. Ovvero tre giorni di permesso retribuito, una volta al mese, per le donne che soffrono di dolori molto forti in occasione del ciclo.

Il provvedimento sul congedo mestruale, spiega la Dire (www.dire.it), è contenuto nella riforma della legge sull’aborto, che verrà portata in Consiglio dei ministri il prossimo martedì, 17 maggio. Per quanto riguarda la salute mestruale, la normativa prevede appunto tre giorni di congedo retribuito per tutte quelle donne che hanno un ciclo doloroso. Sotto supervisione medica inoltre, i giorni possono arrivare fino a cinque per coloro che soffrono di mestruazioni particolarmente invalidanti (dismenorrea).

La legge, pronta ad essere discussa in aula, tocca diversi punti fondamentali sul diritto alla salute delle donne. Stando a quanto riportato da El Pais, in prima linea nella proposta di legge c’è il tema dell’aborto: se la legge sarà approvata, le ragazze, a partire dai 16 anni, potranno interrompere la gravidanza senza dover richiedere il consenso dei genitori. Tra i provvedimenti citati dal quotidiano spagnolo anche il congedo prenatale retribuito a partire dalla 36esima settimana di gravidanza.

Sotto la lente d’ingrandimento anche la messa a disposizione gratuita dei prodotti igienici legati alle mestruazioni (come gli assorbenti), nelle scuole, nei centri educativi e nei penitenziari e per tutte le donne che si trovano in situazioni di esclusione. Al vaglio, anche l’eliminazione dell’Iva.

E IN ITALIA A CHE PUNTO SIAMO?

Se in alcuni paesi come Giappone, Cina e Taiwan è già previsto un congedo mestruale retribuito, in Italia, da questo punto di vista, siamo ancora fermi. Un piccolo passo in avanti però, è stato fatto con la riduzione della ‘tampon tax’ dal 22% al 10%, approvata lo scorso 19 ottobre tra i provvedimenti della Manovra 2022. A conti fatti, un taglio dell’Iva di oltre il 50% che, pur non arrivando al 5% sperato, permetterà di risparmiare ad ogni donna circa 10 euro l’anno. La Tampon Tax è una tassa che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso. Nel nostro Paese, quando un prodotto viene considerato bene di lusso, è tassato del 22% rispetto al suo prezzo originale. Ma c’è un particolare curioso: i rasoi maschili sono considerati beni di prima necessità e sono tassati in quanto talinon sono dunque considerati beni di lusso (e necessari) come gli assorbenti.

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L’EQUITÀ SOCIALE DELLE MESTRUAZIONI

La ‘Tampon Tax’, dunque, non è solo la ‘legge sugli assorbenti’ ma va considerata come un tassello importante del percorso finalizzato alla parità di genere. Ad essa infatti, è collegato il tema dell’equità sociale delle mestruazioni, diventato urgente, grazie soprattutto al lavoro di molte attiviste che lo hanno sottoposto all’attenzione dei governi. Nel 2015 le Nazioni Unite avevano già fissato quale quinto ‘Obiettivo di sviluppo sostenibile’ dell’Agenda 2030 la parità di genere, sottolineando l’importanza della necessità di smettere di considerare il ciclo femminile un tabù e invece favorire l’accesso a prodotti sanitari di qualità e a basso costo.

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