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Rincari, il Governo Draghi approva il Decreto Aiuti: ecco cosa prevede

Concessioni balneari, arriva il via libera del Consiglio dei ministri. Gare dal 2024: dai canoni agli indennizzi, ecco cosa cambia

Il Governo Draghi approva il dl Aiuti da 14 miliardi, finanziati dalle tasse sugli extraprofitti delle aziende energetiche: dal bonus di 200 euro alla proroga del taglio delle accise, ecco cosa prevede

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge Aiuti senza il voto del Movimento 5 Stelle che non ha partecipato al voto, in dissenso sulla previsione dell’inceneritore a Roma, affidato al commissario straordinario, il sindaco Roberto Gualtieri. Il Governo stanzia l’equivalente di due punti di Pil, 30 miliardi di euro, per il sostegno a famiglie e imprese: 14 miliardi per il dl Aiuti, che si vanno ad aggiungere alle misure stanziate nelle scorse settimane. “Lo abbiamo fatto senza scostamento di bilancio. Questo dimostra che non sono tanto gli strumenti che contano, ma la risposta alle necessità, alle esigenze”, spiega il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo l’approvazione del decreto in Cdm.

I fondi saranno disponibili attraverso l’aumento delle tasse sugli extraprofitti delle aziende energetiche, che passa dal 10 al 25%. Per Draghi “è importante segnalare ciò che richiede interventi. Come ci si arriva, poi, viene deciso volta per volta. Il Governo – assicura il premier – resta pronto a tutti gli interventi necessari nel caso del peggioramento della congiuntura“.

Tra le misure principali contenute nel decreto legge Aiuti: la proroga all’8 luglio del taglio delle accise sui carburanti, il rinnovo del bonus sociale per le famiglie bisognose, un bonus una tantum di 200 euro ai lavoratori e pensionati con redditi fino a 35mila euro, l’estensione dei crediti di imposta per le aziende energivore, l’adeguamento dei prezziari degli appalti.

IL BONUS DA 200 EURO PER I REDDITI FINO A 35MILA EURO

Il Governo ha varato “un sostegno ai redditi di 28 milioni di italiani – annuncia Draghi – Per redditi fino a 35mila euro ci sarà un bonus uguale per tutti di 200 euro, una misura che consente di aiutare le famiglie e limita i rischi di ulteriori aumenti di inflazione”. Il provvedimento varrà per lavoratori autonomilavoratori dipendenti pensionati, come sottoline in conferenza il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Previsto anche uno sconto sugli abbonamenti al trasporto pubblico per studenti e lavoratori sotto la soglia.

DRAGHI: “SENSO DEL GOVERNO È VICINANZA AGLI ITALIANI”

Con il decreto Aiuti il Governo testimonia la “vicinanza a tutti gli italiani. Le decisioni di oggi rappresentano bene la determinazione del Governo. È il senso del Governo stesso”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa per presentare il dl Aiuti.

“L’inflazione può certamente frenare la ripresa”, ammette il premier. Draghi ricorda che l’inflazione dipende dal costo dell’energia, aumentato per il conflitto in Ucraina. “Sono situazioni temporanee che vanno affrontate con strumenti eccezionali senza i quali – osserva il presidente del Consiglio – si rischia di creare condizioni permanenti di debolezza economica e di povertà“.

“ECONOMIA IN RALLENTAMENTO MA NON È RECESSIONE”

“Per il momento l’economia è in rallentamento, non si tratta di recessione”, sottolinea Draghi. “I dati sul mercato del lavoro mostrano come a marzo ci siano stati 800 mila occupati in più rispetto a un anno fa – ricorda il premier -. Il tasso di occupazione sfiora il 60%, il livello più alto dalle serie storiche. Sono dati molto positivi e inattesi in questo quadro. L’impegno nel Governo nel sostenere famiglie e imprese non diminuisce, rimane deciso e intenso. Intendiamo fare tutto quel che è necessario”.

“DISSENSO M5S? SIAMO UN PO’ DISPIACIUTI”

“La norma non è stata approvata dai ministri del M5S perché non c’è accordo sull’articolo che riguardava i poteri attribuiti al commissario per il Giubileo. Siamo rimasti un pochino dispiaciuti, ma mi auguro che non abbia conseguenze particolari che si traducano in fibrillazioni generalizzate. È un disaccordo che cercheremo di superare in qualche modo”, spiega Draghi a proposito della decisione del Movimento di non partecipare al voto sul dl Aiuti in Cdm per la previsione dell’inceneritore a Roma.

CINGOLANI: “INDIPENDENTI DAL GAS RUSSO NELLA SECONDA METÀ DEL 2024”

Nel dl Aiuti “la norma sui rigassififatori è davvero cruciale” perché nella crisi ucraina, per i rilfessi sui prezzi dell’energia, “l’obiettivo primario è trovare sorgenti gas che permettano di sostituire 29 miliardi di metri cubi di metano importati dalla Russia e trovarli su altri mercati”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice in conferemza stampa a Palazzo Chigi.

Le misure decise oggi dal Cdm nel dl Aiuti consentiranno “di essere in grado di installare a inizio del prossimo anno il primo rigassificatore galleggiante”, e si punta ad averne “uno a inizio 2023 e uno a fine 2023”, sottolinea Cingolani. Tutto questo “permetterà nella seconda meta del 2024 di essere indipendenti dal gas russo”, rileva il ministro. Per riuscirci “serve un commissario, per avere una procedura rapida per l’installazione”, aggiunge Cingolani, “e da questo dipende in modo cruciale il nostro cammino verso l’indipendenza dal gas russo”.

“CARBONE PER 24 MESI AL MASSIMO, NO IN DEROGA UE”

Nel dl Aiuti c’è “una norma specifica su un periodo transitorio sul carbone: per cercare di risparmiare in questo peridio difficile abbiamo deciso in un precedente decreto di continuare a utilizzare quattro centrali a carbone. Le useremo ancora per 18 mesi, massimo due anni, per arrivare alla fine dell’emergenza gas”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Tutto questo “senza riaprire centrali già spente”, sottolinea Cingolani, “e le manterremo in funzione al 100%, ma non in deroga delle emissioni europee ma di quelle nazionali, che spesso sono più severe di quelle europee, che vengono mantenute”.

M5S SULL’INCENERITORE: “NON SIAMO AL GOVERNO PER TORNARE INDIETRO”

Il M5S non ha partecipato al voto sul decreto Aiuti. “Abbiamo chiesto una cosa che credevamo scontata. Eravamo favorevoli alla norma sui poteri straordinari al sindaco di Roma e, in particolare, anche a quella che gli attribuisce la facoltà di autorizzare nuovi impianti per lo smaltimento rifiuti in deroga a tutte le norme ma avevamo chiesto che questi nuovi impianti, in linea con la normativa europea, fossero di nuova tecnologia, eco-sostenibili e non inceneritori come preannunciato più volte dall’amministrazione capitolina. Niente di tutto questo. Si è preferito mantenere una norma che non c’entra nulla con la sicurezza energetica e il sostegno alle famiglie e alle imprese“. Così una nota M5S, denunciando “una norma che contraddice la transizione ecologica e riporta indietro le lancette dell’orologio“.

“Dispiace per le norme sugli extraprofitti e sulle misure a sostegno di famiglie e imprese che per primi avevamo chiesto a gran voce – prosegue la nota del Movimento – ovviamente continueremo le nostre battaglie per sostenere le imprese e le famiglie, per estendere la norma sugli extraprofitti anche alle imprese farmaceutiche e assicurative che durante la pandemia hanno accumulato profitti straordinari, ma continueremo a contrastare tutte le soluzioni che non sono in linea con i nostri principi e valori.

PATUANELLI: “NOSTRE IDEE SPORCATE, COSÌ TRANSIZIONE SOLO SU CARTA”

“È sbagliato sporcare le idee politiche del Movimento – come la tassazione sugli extraprofitti, il superbonus, il potenziamento di transizione 4.0, le misure sulle bollette e sul rafforzamento patrimoniale – con norme sugli inceneritori, che nulla hanno a che spartire con un decreto aiuti per famiglie e imprese”. Lo dice il capodelegazione M5S al Governo, il ministro Stefano Patuanelli.

“Per questo motivo – aggiunge il ministro delle Politiche agricole – abbiamo deciso di non partecipare al voto. Non siamo contrari alle norme straordinarie per attribuire più poteri al sindaco di Roma, ma abbiamo chiesto che questi nuovi impianti, in linea con la normativa europea, fossero di nuova tecnologia: dunque eco-sostenibili, non inceneritori. Abbiamo proposto di stralciare quella norma, di inserirla in un altro decreto, di aggiustarla. Tutto questo ci è stato negato. Così la transizione ecologica rimane solo sulla carta”.

SALVINI: “M5S FUORI DAL MONDO”

“Il Movimento 5 Stelle si conferma fuori dal mondo. Il no al termovalorizzatore di Roma è una posizione contro l’ambiente, contro il progresso, contro le città pulite e contro i cittadini”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini commentando la posizione del M5S in Consiglio dei ministri.

PROCEDIMENTI VELOCIZZATI PER AUTORIZZAZIONI RINNOVABILI

Procedimenti semplificati per l’autorizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Li stabilisce la bozza del dl Aiuti all’esame del Consiglio dei ministri. Con riferimento ad alcune norme del Codice dell’ambiente (Dlgs 152/2006), viene stabilito un termine di 60 giorni trascorsi i quali, se la decisione del Consiglio dei ministri si esprime per il rilascio del provvedimento di VIA- Valutazione impatto ambientale, l’autorizzazione si intende rilasciata.

Alle riunioni del Consiglio dei ministri convocate per l’adozione delle deliberazioni partecipano, senza diritto di voto, i presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate, perché possano esprimere definitivamente la posizione dell’amministrazione di riferimento e delle amministrazioni non statali che abbiano partecipato al procedimento autorizzatorio.

DAL MIC CRITERI UNIFORMI AUTORIZZAZIONI RINNOVABILI

“Criteri uniformi di valutazione dei progetti di impianti di energia da fonti rinnovabili”, per “facilitare la conclusione dei procedimenti” autorizzativi, assicurando che la motivazione delle eventuali valutazioni negative “dia adeguata evidenza della sussistenza di stringenti, comprovate e puntuali esigenze di tutela degli interessi culturali o paesaggistici”. Il tutto “nel rispetto della specificità delle caratteristiche dei diversi territori”. Li stabilisce la Direzione generale Paesaggio del ministero della Cultura secondo la bozza del dl Aiuti all’esame del Consiglio dei ministri.

La bozza prevede anche una definizione della fascia di rispetto dei beni tutelati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Nel caso di impianti eolici “l’area del cerchio con raggio pari alla misura di trenta volte l’altezza massima di ciascun aerogeneratore e comunque di raggio non inferiore a tremila metri” che ricomprenda in tutto o in parte beni sottoposti a tutela. Per gli impianti fotovoltaici la fascia di rispetto è determinata considerando “una distanza di mille metri dal perimetro di beni sottoposti a tutela”. La norma si applica anche alle infrastrutture elettriche di connessione degli impianti a rinnovabili e a quelle necessarie per lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, “strettamente funzionale all’incremento dell’energia producibile da fonti rinnovabili”.

IMPRESE AGRICOLE POTRANNO VENDERE ENERGIA ELETTRICA DA FOTOVOLTAICO

Le imprese del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale potranno realizzare impianti fotovoltaici sui tetti delle loro strutture produttive anche con una potenza eccedente il loro consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare ed è consentita la vendita in rete dell’energia elettrica prodotta. Così la bozza del dl Aiuti all’esame del Consiglio dei ministri. Il tutto in applicazione degli orientamenti europei sugli aiuti di Stato per il settore agricolo, forestale e le zone rurali e per aumentare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.

COMMISSARI PER I RIGASSIFICATORI GALLEGGIANTI

Le opere necessarie per aumentare la capacità di rigassificazione italiana con unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione (FSRU- Floating storage and regasification unit) e le connesse infrastrutture “costituiscono interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”. Per la loro realizzazione “sono nominati uno o più Commissari straordinari di Governo” con decreto del presidente del Consiglio. Così la bozza del dl Aiuti all’esame del Consiglio dei ministri.

Iter semplificato per la loro autorizzazione con un procedimento unico da concludersi entro 120 giorni dalla data di ricezione dell’istanza. Le amministrazioni “a qualunque titolo interessate nelle procedure autorizzative, incluso il rilascio della concessione demaniale marittima, delle opere e delle infrastrutture connesse” attribuiscono alle stesse “priorità e urgenza negli adempimenti e nelle valutazioni di propria competenza”.

ITER SEMPLIFICATO PER AMMODERNAMENTO LINEE ELETTRICHE

Per la realizzazione degli interventi di miglioramento delle prestazioni di linee elettriche già esistenti o che ne consentono l’esercizio per il trasporto dell’elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili si applicano regimi autorizzativi semplificati. Così la bozza del dl Aiuti all’esame del Consiglio dei ministri. Se gli interventi riguardano linee aeree esistenti e sono realizzati sullo stesso tracciato o se ne discostano per un massimo di 60 metri lineari, e se non comportano una variazione dell’altezza utile dei tralicci superiore al 30% rispetto all’esistente, basta la denuncia di inizio attività.

Se si tratta di linee in cavo interrato già esistenti, spiega la Dire (www.dire.it), per usufruire della semplificazione gli interventi devono essere effettuati sul medesimo tracciato, o entro il margine della strada impegnata o entro 5 metri dal margine esterno della trincea di posa. Se si devono realizzare nuove stazioni elettriche, o adeguare o ampliare stazioni esistenti, la semplificazione è concessa purché siano localizzate in aree o siti industriali dismessi o parzialmente dismessi o in relazione al dlgs di recepimento della direttiva Ue RED2 sulla promozione delle rinnovabili.

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