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Diabete: marcatori infiammatori prevedono il declino cognitivo

Diabete di tipo 2: livelli basali più elevati di marcatori infiammatori sistemici sono risultati associati a un maggiore declino cognitivo dopo 10 anni

Diabete di tipo 2: livelli basali più elevati di marcatori infiammatori sistemici sono risultati associati a un maggiore declino cognitivo dopo 10 anni

Negli adulti con diabete di tipo 2, livelli basali più elevati di marcatori infiammatori sistemici, come interleuchina-6 plasmatica e fibrinogeno, sono risultati associati a un maggiore declino cognitivo dopo 10 anni, secondo i dati dell’Edinburgh Type 2 Diabetes Study pubblicato sulla rivista Diabetologia.

«Alcune di queste associazioni sembravano essere specifiche per determinati domini cognitivi ed essere indipendenti dai fattori di rischio vascolari e correlati al diabete» hanno scritto il primo autore Anniek Sluiman e colleghi dell’Università di Edimburgo, in UK.

Il diabete è classificato come la quarta causa di disabilità a livello mondiale e si prevede che sarà la settima causa di morte nel 2040. Oltre alle ben note complicanze cardiovascolari e renali, le persone diabetiche hanno un rischio di circa il 50% più elevato di sviluppare demenza rispetto alla popolazione generale, inclusi sia la malattia di Alzheimer che la demenza vascolare (rischio relativo rispettivamente di 1,46 e 2,48). In tutto il mondo 826.000 casi di malattia di Alzheimer sono attribuibili al diabete, con un rischio del 2,4%. Il diabete è anche associato a un più precoce declino cognitivo correlato all’età, con un’età di insorgenza anticipata di 2,5 anni.

Nella popolazione generale ci sono evidenze che i marcatori infiammatori possono predire il cambiamento cognitivo e analisi trasversali hanno mostrato che livelli circolanti più elevati di tali mediatori erano associati a una minore capacità cognitiva nelle persone anziane con diabete di tipo 2. Tuttavia a oggi si conosce poco sull’associazione longitudinale tra infiammazione sistemica e cambiamento cognitivo correlato al diabete nel tempo, hanno premesso gli autori. «In questo studio di follow-up di 10 anni dell’Edinburgh Type 2 Diabetes Study (ET2DS) il nostro obiettivo era stabilire l’associazione longitudinale di specifici marcatori circolanti di infiammazione sistemica misurati al basale con il successivo cambiamento cognitivo a lungo termine nelle persone anziane con diabete di tipo 2».

Uno studio osservazionale prospettico
Lo studio ha coinvolto 1.066 adulti di età compresa tra 60 e 75 anni con diabete di tipo 2. Al basale sono stati misurati la proteina C-reattiva, l’interleuchina (IL)-6, il fattore di necrosi tumorale-alfa e il fibrinogeno e sono stati condotti test neuropsicologici sui principali domini cognitivi. I test sono stati ripetuti 10 anni dopo in 581 soggetti e hanno determinato un punteggio di capacità cognitiva generale tramite una batteria di sette test cognitivi individuali utilizzando l’analisi delle componenti principali.

Maggiore declino cognitivo dopo 10 anni
Dopo gli aggiustamenti per età, sesso e capacità cognitive generali basali, gli autori ricercatori hanno rilevato un’associazione tra livelli basali più elevati di fibrinogeno (P = 0,032) e IL-6 (P = 0,018) e un maggiore declino delle capacità cognitive generali. Queste associazioni non sono tuttavia risultate statisticamente significative dopo l’aggiustamento per le covariabili vascolari basali e quelle correlate al diabete.

È stato inoltre osservato che livelli maggiori di IL-6 erano associati a un maggiore declino nei test della funzione esecutiva (P = 0,006) e del ragionamento astratto (P = 0,001), mentre livelli elevati di fibrinogeno (P = 0,001) e proteina C-​​reattiva (P = 0,001) sono state associate a una maggiore riduzione della velocità di elaborazione. La significatività statistica si è mantenuta anche dopo l’aggiustamento per i fattori di rischio correlati al diabete e al sistema vascolare.

«I nostri risultati compensano la scarsità di evidenze prove di una potenziale associazione tra marcatori dell’infiammazione sistemica e il declino cognitivo nelle persone con diabete di tipo 2», hanno scritto i ricercatori. «Dal moneto che si tratta fondamentalmente di uno studio osservazionale esplorativo, le implicazioni cliniche sono limitate e indirette».

«Se le ricerche future dimostreranno l’associazione causale fisiopatologica, è possibile che gli sforzi volti a ridurre l’infiammazione sistemica complessiva possano essere utili nel prevenire l’insorgenza e la gravità del declino cognitivo nelle persone con diabete di tipo 2» hanno concluso. «Inoltre, anche se i risultati non si traducono in un impatto diretto sui percorsi terapeutici, potrebbero potenzialmente aiutare a identificare i gruppi a maggior rischio all’interno della popolazione diabetica e quindi avere un impatto sulle linee guida cliniche e sul processo decisionale».

Bibliografia

Sluiman AJ et al. Higher baseline inflammatory marker levels predict greater cognitive decline in older people with type 2 diabetes: year 10 follow-up of the Edinburgh Type 2 Diabetes Study. Diabetologia. 2022 Mar;65(3):467-476. 

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