Site icon Corriere Nazionale

Leucemia mieloide: risultati con venetoclax più ipometilante

asciminib CPX-351 ipometilante asciminib

Leucemia mieloide acuta secondaria: la terapia di prima linea con venetoclax più ipometilante può migliorare gli outcome secondo nuove ricerche

I pazienti con leucemia mieloide acuta secondaria a una terapia (ts-AML) sottoposti a trattamento con un agente ipometilante più l’inibitore di Bcl-2 venetoclax, seguito dal trapianto di cellule staminali ematopoietiche, potrebbero ottenere un miglioramento degli outcome, in particolare quelli con un cariotipo definito ‘a rischio non avverso’, stando ai risultati di uno studio retrospettivo pubblicato sulla rivista Journal of Hematology & Oncology.

Il trattamento con l’ipometilante più venetoclax ha prodotto un tasso di remissione completa (CR) e remissione completa con recupero ematologico incompleto (CRi) del 39%, a fronte di un tasso corrispondente del 25% osservato nei pazienti sottoposti alla chemioterapia intensiva o a una terapia a bassa intensità senza venetoclax (P = 0,02). La sopravvivenza globale (OS) a un anno è risultata rispettivamente del 34% e 17% (P = 0,05).

Gli autori hanno analizzato un totale di 562 pazienti trattati in prima linea, 271 dei quali sottoposti a una chemioterapia intensiva, 237 a una terapia a bassa intensità senza venetoclax e 54 al trattamento con la combinazione dell’ipometilante più venetoclax. L’età mediana del campione era di 69 anni e i pazienti avevano effettuato una mediana di una terapia precedente per una neoplasia ematologica antecedente. Inoltre, il 41% dei pazienti aveva effettuato due o più terapie prima della diagnosi di leucemia mieloide acuta e il 10% era stato sottoposto a un precedente trapianto allogenico per curare una sindrome mielodisplastica o una leucemia mielomonocitica cronica.

Nella popolazione complessiva, il tasso di CR è risultato del 16% e il tasso di CR/CRi del 26%. Il tasso di mortalità a 30 giorni è risultato del 9% e il tasso di mortalità a 60 giorni del 14%. La durata mediana del follow-up è stata di 47 mesi e la durata mediana della risposta è risultata di 7,7 mesi. Inoltre, la mediana della sopravvivenza libera da recidiva (RFS) è risultata di 5,7 mesi, il tasso di RFS a un anno è risultato del 26% e quello a 2 anni del 17%. L’OS mediana è risultata di 4,8 mesi, il tasso di OS a un anno è risultato del 19% e quello a 2 anni del 7%.

Il tasso di CR/CRi/stato libero da leucemia morfologica è risultato più alto nel gruppo trattato con l’ipometilante più venetoclax rispetto al gruppo di pazienti trattati con la chemioterapia intensiva e o una terapia a bassa intensità senza venetoclax: 54% contro 32% (P = 0,002). Nei pazienti con un cariotipo non avverso, il trattamento con l’ipometilante più venetoclax ha prodotto un tasso di CR/CRi del 57%, a fronte del 30% nel gruppo di confronto (P = 0,008), mentre nei pazienti con cariotipo non avverso il tasso di CR/CRi è risultato rispettivamente del 18% e 16% (P = 0,8).

Il tasso di mortalità a 30 giorni è risultato del 10% fra i pazienti trattati con la chemioterapia intensiva, 9% in quelli sottoposti alla terapia a bassa intensità senza venetoclax e 7% in quelli trattati con l’ipometilante più venetoclax (P = 0,74), mentre i tassi di mortalità a 60 giorni sono risultati rispettivamente del 25%, 22% e 20% (P = 0,71).

L’RFS mediana è risultata pari a 12,9 mesi nel gruppo trattato con l’ipometilante più venetoclax contro 5,3 mesi nei pazienti sottoposti alla chemioterapia intensiva o alla terapia a bassa intensità senza venetoclax, mentre l’OS a un anno è risultata rispettivamente del 55% contro 22% (P = 0,04).

Un’analisi per sottogruppi ha rilevato che i pazienti di età pari o superiore a 60 anni hanno ottenuto un vantaggio notevole in termini di OS quando trattati con l’ipometilante più venetoclax rispetto alla chemioterapia intensiva. Infatti, l’ OS mediana è risultata di 5,8 mesi nel gruppo trattato con l’ipometilante più venetoclax contro 4,1 mesi nel gruppo di confronto, mentre il tasso di risposta complessivo (ORR) a un anno è risultato rispettivamente del 35% contro 12% (P = 0,009). Inoltre, i pazienti con cariotipo a rischio avverso hanno mostrato un’OS mediana di 3,5 mesi se sottoposti alla chemioterapia intensiva e 3,2 mesi se trattati con l’ipometilante più venetoclax (P = 0,88).

Bibliografia
N.J. et al. Impact of frontline treatment approach on outcomes in patients with secondary AML with prior hypomethylating agent exposure. J Hematol Oncol. 2022;15(1):12; doi:10.1186/s13045-022-01229-z. Link

Exit mobile version