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Nefropatia diabetica: BMI elevato aumenta il rischio

Gli adulti con diabete di tipo 2 e un indice di massa corporea elevato sono a maggior rischio di sviluppare una nefropatia diabetica

Gli adulti con diabete di tipo 2 e un indice di massa corporea elevato sono a maggior rischio di sviluppare una nefropatia diabetica

Gli adulti con diabete di tipo 2 e un indice di massa corporea elevato sono a maggior rischio di sviluppare una nefropatia diabetica, secondo quanto emerso in una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Lo studio su quasi 4.000 individui dell’Asia orientale con diabete di tipo 2 ha utilizzato l’analisi genetica per dimostrare che un indice di massa corporea (BMI) più elevato era associato sia a un aumento del rischio di nefropatia diabetica che a una diminuzione della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR), in particolare nelle donne.

Contrastare l’obesità per salvaguardare i reni
«La nostra ricerca mette in evidenza come l’obesità contribuisce all’incidenza e alla progressione della nefropatia diabetica nelle persone con diabete di tipo 2, in particolare nelle donne» ha affermato il primo autore Jingru Lu, del National Clinical Research Center of Kidney Diseases, Jinling Hospital, School of Medicine, Southeast University, Nanchino, Cina. «Gestire la pressione sanguigna e la glicemia potrebbe non essere sufficiente per rallentare la progressione verso la malattia renale allo stadio terminale e il nostro studio mostra quanto sia importante per i diabetici gestire anche il proprio peso. Le persone con diabete e obesità dovrebbero sottoporsi più spesso a controlli renali poiché sono ad alto rischio e, anche se non c’è una cura per la malattia renale cronica, la diagnosi precoce e il trattamento dell’obesità potrebbero rallentare la progressione verso la malattia renale allo stadio terminale».

«Il BMI è un fattore di rischio causale per la malattia renale diabetica e, in effetti, sembra esserlo per qualsiasi malattia renale cronica. Questo studio mostra che i risultati che collegano l’obesità al rischio di malattie renali si estendono anche alle popolazioni asiatiche» ha detto William Herrington del Medical Research Council-Kidney Research David Kerr a Oxford, Regno Unito.

Herrington è stato autore di uno studio in cui, utilizzando i dati della UK Biobank, è emerso che sia l’adiposità centrale (rapporto vita-fianchi) che quella generale (BMI) sembravano essere fattori di rischio causali indipendenti e moderati per la malattia renale cronica. In quell’analisi il diabete, la pressione sanguigna e i loro correlati rappresentavano la maggior parte delle associazioni di adiposità-CKD.

«Questa è una buona notizia perché sappiamo già molto sul diabete e sull’ipertensione, per i quali abbiamo molti trattamenti disponibili. Se riusciamo a prevenire il diabete e controllare la pressione sanguigna nelle persone in sovrappeso o obese, potremmo essere in grado di prevenire molti casi di malattie renali. In definitiva questi risultati sono una motivazione ulteriore per gestire il nostro peso» ha aggiunto Herrington.

Analisi dei marcatori genetici associati all’obesità
I ricercatori hanno utilizzato i polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) associati al BMI come marcatori genetici per studiare il ruolo causale dell’indice di massa corporea nella nefropatia diabetica e nei tratti renali in quasi 4.000 soggetti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica provata da biopsia. I marcatori genetici sono stati utilizzati per controllare il confondimento residuo e la causalità inversa.

Ogni aumento della deviazione standard del BMI era causalmente associato a un aumento significativo della nefropatia diabetica (odds ratio, OR, 3,76, P<0,001) e alla diminuzione dell’eGFR (OR 0,71, P<0,001). L’associazione era maggiore nelle donne (OR 14,81, P=0,002) rispetto agli uomini (OR 3,48, P=0,02). L’effetto è rimasto dopo la rimozione di otto SNP associati a potenziali confondenti.

Le variazioni nei livelli degli ormoni sessuali possono influenzare le differenze di sesso nell’associazione obesità-nefropatia diabetica, hanno ipotizzato gli autori, inoltre «le differenze di sesso nella distribuzione del grasso possono anche influenzare l’associazione tra obesità e nefropatia diabetica. Le donne hanno una percentuale di grasso corporeo più alta rispetto agli uomini con un BMI equivalente. Il deposito di grasso nel rene influisce sull’emodinamica renale e sulla regolazione intrarenale».

Non è stato riscontrato alcun effetto causale per il BMI sul livello di proteinuria (OR 1,26, P = 0,22). I ricercatori hanno fatto notare che, anche se la proteinuria sia stata considerata il segno distintivo della malattia renale diabetica, circa il 40% dei pazienti con diabete di tipo 2 presenta una perdita di funzionalità renale senza proteinuria. L’obesità è stata anche associata a una ridotta funzionalità renale in assenza di proteinuria.

«Pertanto l’associazione tra BMI e proteinuria non influenza l’effetto causale del BMI sulla nefropatia diabetica o sull’eGFR» hanno concluso. «Riguardo ai nostri risultati non significativi relativi a BMI e proteinuria ottenuti dai dati genomici, ipotizziamo che livelli elevati di BMI potrebbero non causare direttamente la proteinuria che è un sintomo concomitante di nefropatia diabetica, ma piuttosto che il BMI influenza il livello di proteinuria da nefropatia diabetica o altri fattori di rischio».

Bibliografia

Lu J et al. Body Mass Index and Risk of Diabetic Nephropathy: A Mendelian Randomization Study. J Clin Endocrinol Metab. 2022 Feb 22;dgac057. 

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