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La rivista Stilus dedica uno speciale a Mario Vespasiani

mario vespasiani

La rivista di grafologia Stilus ha esaminato la calligrafia di Mario Vespasiani: dopo aver analizzato la scrittura dei grandi maestri dell’arte, ora tocca all’artista italiano

Nella scena artistica contemporanea Mario Vespasiani occupa una posizione particolare per via della sua evoluzione tecnica ma soprattutto per la ricchissima narrativa simbolica sviscerata nel corso degli anni. Tra gli artisti più interessanti della sua generazione, ha fatto propria un’estetica camaleontica, che si è distinta per l’abilità di rinnovarsi progressivamente e per l’ampiezza dei contenuti. Tutte le sue mostre sono state studiate e documentate non solo da critici d’arte ma anche da esperti di varie discipline e i suoi temi sondano i misteri dell’uomo, le grandi domande universali. Dagli abissi marini, per rappresentare al tema dell’inconscio, ai cieli stellati per descrivere l’Empireo poetico di Dante Alighieri, dal nudo femminile elaborato nella pittura cinese ad inchiostro, fino alle opere monumentali che sfiorano i 10 metri di lunghezza, ogni ciclo pittorico riesce a dare conferma della complessità stratificata dell’autore.

Perfino nell’ultimo biennio, segnato dall’emergenza sanitaria, che ha fatalmente azzerato praticamente tutte le attività culturali, l’artista ha incrementato la ricerca di nuove soluzioni, sperimentando temi, allestimenti e materiali impensati, cimentandosi perfino con il cinema nel ruolo di regista nel film visionario “Le nove oscurità degli inferi”. Ha ambientato le opere della serie DARKNIGHTS non in spazi istituzionali bensì nei boschi, per richiamare il contatto con le forze visibili e invisibili della natura e con la parte più intima di ciascuno di noi, lontana dal brusio dell’apparire e dal mercato.

È in uscita la seconda parte del documentario TV dedicato al suo lavoro diretto da Evelin Bargiacchi, che nello scorso anno ha approfondito l’aspetto generale della sua ricerca. In questi giorni è in mostra a Forte dei Marmi in Toscana, nella collettiva WOW curata da Alessio Musella, che stimando l’abilità tecnica dell’artista, gli ha commissionato un ritratto di Andy Warhol. Un’opera che prosegue idealmente la serie esposta presso l’Archivio di Stato di Pesaro, curata da Cecilia Casadei, nella quale furono immortalati dal suo pennello i grandi uomini della cultura scomparsi nel 2020. Con la recentissima serie M-ETHEREUM a cavallo del 2022 ha indagato invece la profondità dello spazio siderale, intesa come una necessaria evoluzione di coscienza.

Ma la notizia che certifica ancora una volta l’importanza dell’artista è che la sua calligrafia è stata oggetto di studio da parte degli esperti della rivista “Stilus , percorsi di comunicazione scritta”, tanto che nel numero 42 del 2022 hanno voluto dedicare uno speciale approfondimento di otto pagine, per conoscere meglio una personalità che se pur eclettica, vivace dal vero e sui social, ha sempre scelto la riservatezza.
Attraverso l’intervista appassionata di Daniela Serrati grafologa e presidente di ArigrafMilano e l’acuto ritratto di Elena Manetti, presidente emerito nazionale di Arigraf è stato aggiunto un ulteriore tassello nella carriera di un artista che viene umanamente descritto contiguo ai temi delle sue opere, che riflettono un giovane uomo coraggioso, profondo e luminoso. Si tratta di un riconoscimento notevole per Vespasiani, sia per il risultato dello studio che per l’attenzione suscitata, considerando che in passato la rivista aveva analizzato maestri dell’arte del calibro di Van Gogh, Kandinskij, Frida Kahlo e Klee.
 
 
La rivista: nasce nel 2006, ed è semestrale, il nome “Stilus, percorsi di comunicazione scritta” deriva dalla penna in avorio o in metallo che usavano gli antichi romani per scrivere sulle tavolette di cera e, in effetti, in tutte le lingue indoeuropee, il termine “scrivere” significa graffiare, incidere e in un secondo tempo si connette all’idea di creare artisticamente, tracciando segni. Lo scopo della rivista è appunto quello di rivalutare l’espressione scritta come “solco” traccia indelebile e traccia visibile, ma anche come immagine quasi pittorica e artistica: il gesto grafico ci fa comprendere i muti dialoghi emozionali di chi scrive e lo spazio dell’espressione è dilatato in un tempo virtualmente infinito. 

Ma la scrittura è anche un’immagine collettiva, e saper riconoscere e interpretare i mutamenti delle forme della scrittura, permette di capire le dinamiche che motivano il singolo e il gruppo verso un modello inconsapevolmente accettato e condiviso. La rivista, con sempre maggiore successo, ha affrontato in questi anni temi attualissimi, come la genitorialità omosessuale, il bullismo, la comunicazione pubblicitaria, ma ha intenti anche di formazione nell’affrontare il problema della disgrafia nei ragazzi, o di aggiornamento nella perizia giudiziaria. Sono presenti spesso approfondimenti culturali, psicologici o criminologici proposti da firme di prestigio.
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