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Gravidanza in adolescenza: il fenomeno in Italia

Gravidanza in adolescenza: i disordini respiratori durante il sonno (SBD) sono un noto fattore di rischio per il diabete gestazionale. Pubblicato un nuovo studio

Scarsa educazione sessuale per i giovani: il fenomeno della gravidanza in adolescenza tende ad aumentare in maniera importante anche in Italia

Il fenomeno delle gravidanze precoci rappresenta una vera e propria piaga sociale nei paesi arretrati o in via di espansione ma è presente – e tende ad aumentare – in maniera importante anche in Italia, dove è ormai noto come la generazione Zeta sia privata non solo di un’adeguata educazione sessuale, ma anche delle informazioni base riguardo un eventuale rapporto intimo. Infatti, nonostante l’età media di parto italiana sia tra le più elevate d’Europa, nel 2016 sono nati 1539 bambini da madri minorenni e se è vero che possono esistere eccezioni, è anche vero che la maggior parte di queste nascite non era affatto prevista.

Il fenomeno della gravidanza in adolescenza, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), è per lo più figlio della disinformazione: alcune ricerche dimostrano che solo lo 0,3% delle under 19 italiane possiede un’adeguata educazione sessuale. Un adolescente su tre fa sesso la prima volta senza utilizzare metodi contraccettivi ed il 30% degli adolescenti continua a non usarli nei rapporti seguenti, anche se occasionali.
Anche nei casi di madri consapevoli, la giovane età materna può influire significativamente sul bambino.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One nel 2019: i bambini figli di madri under 20 avrebbero il 39% di probabilità in più di fallire il test di ammissione alla scuola primaria negli USA e si verificherebbe quella che gli autori hanno definito una “persistenza della povertà”, fenomeno ben evidente anche in Italia, dove le madri teen sono spesso costrette ad abbandonare gli studi o comunque non riescono a portarli a termine raggiungendo i risultati prefissati.

Inoltre, il rischio è quello di ritrovarsi profondamente dipendenti dalla famiglia d’origine, in un’età in cui l’impulso è invece quello di individuarsi. È chiaro che finché non si opererà in un’ottica di prevenzione – soprattutto nelle scuole – non possiamo aspettarci un calo del fenomeno.

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