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Anna Frank brucia la Z di Putin nella nuova opera di aleXsandro Palombo

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Anna Frank brucia la Z di Putin in “Remember”, la nuova opera di aleXsandro Palombo apparsa per le strade di Milano

Sui muri di Milano “Remember” la nuova opera di aleXsandro Palombo che ritrae Anna Frank che brucia con una candela un foglio con la lettera “Z“, il nuovo simbolo della propaganda imperialista a sostegno dell’invasione di Putin in Ucraina. L’opera non è un richiamo ai tragici eventi della Shoah ma una denuncia sull’impatto emotivo della guerra di propaganda nella diffusione di odio e mistificazione della verità che oggi più che mai trova spazio con la comunicazione di massa e la diffusione dei social network.

Anne Frank è il soggetto di questa opera evocativa, un monito a (ri)mettere in moto la memoria, uno stimolo alla riflessione sul potere dei simboli e l’infanzia negata.

Le immagini dei bambini russi sfruttati dalla propaganda di regime e obbligati a promuovere il simbolo della “Z” sono lì a ricordarcelo e ci riportano alla memoria un altro periodo buio della storia recente, quello del nazismo. Bambini contro bambini, una guerra che non risparmia nessuno.

“Stiamo assistendo a un modello di guerra che si sviluppa con molteplici mezzi tra cui quelli delle fake news e della propaganda sui social network per influenzare i sentimenti e l’opinione pubblica. La “denazificazione” di Putin è una grande operazione di propaganda e mistificazione della realtà messa in atto per poter giustificare la barbara invasione dell’Ucraina. La memoria è l’anticorpo più potente che abbiamo per poterci difendere dalle insidie del presente.” ha dichiarato l’artista.

Non è la prima volta che Palombo ritrae Anna Frank, nel 2015 l’aveva simpsonizzata e celebrata nell’opera pop “Never Again” con cui l’artista ha affrontato gli orrori dell’olocausto ritraendo i Simpsons ad Auschwitz, una serie di sensibilizzazione inserita in varie pubblicazioni tra cui “Holocaust Icons in Art: The Warsaw Ghetto Boy and Anne Frank” della casa editrice tedesca De Gruyter, scritto dalla storica israeliana Batya Brutin, critico d’arte e ricercatrice di arti visive della Shoah in Israele e nel mondo.

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