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Missioni lunari: Artemis I della NASA slitta ancora

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La Luna può attendere: la missione Artemis I della NASA slitta ancora. Mancano ancora dei test sul super lanciatore Sls

La prima missione dell’imponente programma spaziale Artemis della Nasa slitta ancora. Niente più marzo, ma nemmeno aprile e forse neanche maggio per il debutto del viaggio dimostrativo di Artemis I, missione senza equipaggio destinata a raggiungere l’orbita della Luna grazie al razzo Space Launch System con a bordo la navicella Orion. Cos’è successo lo ha spiegato la Nasa in una conferenza stampa di qualche giorno fa.

LE TABELLE DI MARCIA

Una delle prime tabelle di lancio diffuse dall’agenzia spaziale statunitense indicava il debutto di Artemis addirittura per la fine del 2021. Finestra presto saltata: tutto rimandato a febbraio, ma ecco che a febbraio il nuovo periodo papabile è stato indicato per metà marzo, e poi ancora per aprile. Stando alle ultime informazioni divulgate dalla Nasa, non sarebbe improbabile un lancio durante l’estate 2022. Come mai questa tempistica? Nel caso delle missioni spaziali non è insolito. Tutto è legato ai meticolosi test che devono essere condotti su ogni parte dei mezzi e dei dispositivi coinvolti.

I TEST PREVISTI

Nel caso di Artemis I manca all’appello il cosiddetto Wet dress rehearsal. In parole povere, si tratta del test che viene eseguito sul veicolo di lancio, in questo caso lo Space Launch System, e che consiste nel ricreare tutte le condizioni immediatamente precedenti al lancio effettivo, compreso, soprattutto, il riempimento del serbatoio con il carburante. Infine, partirà anche il countdown, senza, naturalmente, il lancio effettivo. Questo tipo di test richiede tempi abbastanza lunghi. Inizia nel momento in cui il razzo e la capsula Orion lasciano Il Vab, acronimo di Vehicle Assembly Building, il garage in cui vengono, di fatto, montati insieme. Da lì, ci vogliono dodici ore per raggiungere la rampa del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida,  che ne ospiterà il vero lancio. A quel punto, iniziano le verifiche, che dovrebbero durare almeno un mese. I test saranno di ogni tipo: sia sulla parte strutturale, che sulla quella elettronica, fino ai sistemi di comunicazione. Se tutto va bene, il che significa anche che le condizioni meteo siano accettabili per portare avanti i test necessari, i veicoli vengono riportati indietro nel Vab. Segue un ulteriore periodo di osservazione, al termine del quale la Nasa potrà annunciare la finestra di lancio per Artemis 1.

LO SPACE LAUNCH SYSTEM E ORION

Il debutto del programma lunare Artemis va di pari passo anche con quello del super-razzo Space Launch System, il nuovo mezzo pensato dalla Nasa proprio per il futuro dell’esplorazione spaziale. Alto quasi 120 metri, nella sua punta dovrebbe incapsulare la navicella Orion adibita al trasporto degli astronauti verso la Luna. A costruirla è stata la Nasa in collaborazione con Lockheed Martin. Sarà l’unica navicella spaziale al mondo in grado di effettuare un volo spaziale con equipaggio nelle vicinanze della Luna e seguito da un rientro a terra ad alta velocità. Come detto, però, questo primo viaggio sarà vuota. Verrà testato, con lei, Esm, il modulo di servizio europeo, addetto a dare propulsione ed energia elettrica a Orion. E qui entra in gioco anche l’Italia.

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IL RUOLO DELL’ITALIA NELLE MISSIONI LUNARI DI ARTEMIS

L’Italia ha firmato gli Artemis Accords, vale a dire l’accordo per la cooperazione internazionale in ambito lunare, legata al programma Nasa Artemis. Sono diversi gli elementi fondamentali per le missioni sulla Luna che vedranno la luce nel nostro Paese. Innanzitutto il già citato Esm. Thales Alenia Space, gigante internazionale dell’industria aerospaziale con sede a Torino, realizzerà I-Hab, il modulo che farà da casa agli astronauti del futuro, ed Esprit, il modulo per comunicare con la Terra e agganciare i rifornimenti. L’Italia sarà l’unico Paese oltre gli Stati Uniti a lavorare per la costruzione del modulo che servirà agli astronauti per scendere sulla superficie della Luna. Infine, il nostro Paese sarà presente anche al debutto del programma Artemis. L’unico satellite europeo che farà parte della missione Artemis I sarà infatti ‘ArgoMoon’, finanziato e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ideato e sviluppato da Argotec. Oltre ad ArgoMoon, faranno parte del carico altri 12 microsatelliti, di cui 10 americani e 2 giapponesi.

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