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Covid: conferme sull’uso di remdesivir nei bambini

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Nuovi dati confermano la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir nei pazienti pediatrici ospedalizzati con COVID

Presentati alla 29a Conferenza virtuale sui retrovirus e sulle infezioni opportunistiche (CROI) nuovi dati provenienti da un’analisi intermedia di uno studio in aperto di fase II/III a singolo braccio effettuata per valutare la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir nei pazienti pediatrici ospedalizzati con COVID-19 di età compresa tra 28 giorni e meno di 18 anni.

Questi dati dimostrano che remdesivir è stato generalmente ben tollerato tra i pazienti pediatrici ospedalizzati con COVID-19, con un’alta percentuale di soggetti che ha mostrato miglioramento clinico e recupero. L’85% dei pazienti ha dimostrato un miglioramento clinico in base a una scala clinica ordinale e, all’ultima valutazione, il tasso di recupero era dell’83% (N=53); nel complesso, non sono stati rilevati nuovi risultati di sicurezza per remdesivir.

L’end-point primario di questo studio era valutare la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir nei pazienti pediatrici, come valutato in base alla percentuale di soggetti che hanno sperimentato eventi avversi emergenti dal trattamento; alla percentuale di partecipanti che hanno manifestato anomalie di laboratorio classificate come emergenti dal trattamento; e alle concentrazioni plasmatiche rispettivamente di remdesivir e dei suoi metaboliti. La sicurezza è stata valutata in base agli eventi avversi (EA) e ai test di laboratorio (ematologici, chimici, delle urine, infiammatori, della coagulazione). Gli esiti clinici includevano il miglioramento su una scala ordinale a 7 punti, il tempo alla dimissione e la modalità di ossigenazione. Gli esiti virologici includevano i giorni per confermare la negatività PCR al SARS-CoV-2 (definita come 2 risultati negativi consecutivi).

In questo studio – condotto su 53 pazienti pediatrici in cinque coorti suddivise per età (età mediana 7 anni [2,12]), con più della metà dei pazienti (57%) in terapia con ossigeno ad alto flusso, ventilazione meccanica o ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO) al basale – in nessuno dei soggetti arruolati sono emersi nuovi segnali di sicurezza per remdesivir. Complessivamente, 38 pazienti (71%) hanno manifestato eventi avversi, inclusi 11 (21%) che hanno manifestato eventi avversi gravi, compresi 3 decessi; tali eventi avversi erano coerenti con le condizioni mediche al basale dei pazienti prima dell’ingresso nello studio o con il COVID-19 durante il ricovero, e non erano correlati al farmaco in studio. I bambini di almeno 40 kg di peso – raggruppati nelle coorti 1 e 8 – hanno ricevuto 200 mg il giorno 1, seguiti da 100 mg al giorno. I neonati e i bambini di peso compreso tra 3 kg e meno di 40 kg – inclusi nelle coorti 2-4 – hanno ricevuto un dosaggio basato sul peso di 5 mg/kg il giorno 1, seguiti da 2,5 mg/kg al giorno. Nell’analisi, l’evento avverso più comune tra i pazienti che assumevano remdesivir era la stipsi (n=9; 17%). Quattro pazienti (8%) hanno sperimentato un aumento osservato dell’alanina transaminasi (ALT); due con transaminite basale hanno manifestato un aumento osservato di ALT, che ha contribuito all’interruzione prematura del trattamento.
Gilead ha presentato questi dati intermedi alla FDA, all’EMA e ad altri enti regolatori.

Lo studio clinico CARAVAN (GS-US-540-5823) 
GS-US-540-5823 (CARAVAN) è uno studio di fase II/III a singolo braccio, in aperto, che valuta la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir in soggetti ospedalizzati con COVID-19 dalla nascita fino a meno di 18 anni di età. Gli endpoint primari dello studio sono la percentuale di partecipanti che sperimentano eventi avversi emergenti dal trattamento; la percentuale di partecipanti che manifestano anomalie di laboratorio classificate come emergenti dal trattamento; e le concentrazioni plasmatiche rispettivamente di remdesivir e dei suoi metaboliti. I 10 endpoint secondari includono: variazione rispetto al basale nell’utilizzo dell’ossigenazione; cambiamento rispetto al basale nell’utilizzo della ventilazione meccanica o dell’ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO); valutazione del miglioramento clinico in base al punteggio di una scala ordinale a 7 punti; e tempo (giorni) alla dimissione dall’ospedale.

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