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Con la pandemia aumentano i Neet in Italia

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Aumentano i Neet in Italia: complice la pandemia raggiungono il 24%. Sono oltre 2 milioni i ragazzi e le ragazze che non studiano e non lavorano

Sono oltre 2 milioni i Neet in Italia, ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano. Gli ultimi dati Istat (2021) confermano un fenomeno allarmante che interessa il 24% dei giovani. Un numero in crescita rispetto al 2020: più di 97 mila ragazzi nell’ultimo anno sono usciti da percorsi lavorativi o di studio. È il dato peggiore in Europa dopo Turchia, Montenegro e Macedonia. Sul fenomeno, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), ha gravato la pandemia Covid-19 che ha avuto ripercussioni importanti sulle nuove generazioni, dall’aumento dell’insicurezza nello studio e nel lavoro, ai problemi legati alle relazioni sociali e alla salute mentale, resi ancora più rilevanti dalla mancanza di misure a sostegno del reddito e dell’occupazione giovanile.

Le ragazze sono la maggioranza

La situazione peggiora se guardiamo al differenziale di genere: è inattivo il 25% delle ragazze in Italia, contro il 21,3% dei ragazzi. Secondo una ricerca Ocse (2021) le giovani donne hanno meno probabilità di trovare un impiego rispetto ai loro coetanei uomini. Nel nostro Paese solo il 30% delle donne tra i 25 e i 34 anni con un diploma di istruzione secondaria di primo grado ha trovato un impiego nel 2020, rispetto al 64% degli uomini. Il divario di genere è evidente anche rispetto al fenomeno Neet. Per questo motivo la quarta edizione di ‘Lavoro di squadra’, progetto promosso da ActionAid a Milano nell’ambito della prevenzione e del contrasto alla povertà giovanile, si focalizza su ragazze e giovani che si identificano con il genere femminile, tra i 16 e i 25 anni che rientrano nella condizione di Neet.

Il progetto di Action Aid

‘Lavoro di suadra’ coinvolge le ragazze e le giovani donne in un percorso finalizzato alla loro attivazione supportandole nella definizione di un percorso personale con l’obiettivo di costruire insieme un progetto lavorativo o formativo, volto a valorizzarne e scoprirne talenti, competenze e desideri. Il modello si articola attraverso diverse strategie di intervento che vanno da laboratori partecipativi, ad attività creative, come il corso di fotografia. ‘Lavoro di squadra’ è realizzato da ActionAid a Milano, con il contributo di Z Zurich Foundation e in collaborazione con Afol Metropolitana, Istituto Italiano di Fotografia e LaFabbrica.  Il progetto, nato nel 2014 per prevenire e contrastare la povertà giovanile, negli anni è stato implementato in diverse città – fra cui Bari, Reggio Calabria e Torino – intercettando complessivamente oltre 650 ragazzi e ragazze. A Milano, il progetto viene realizzato dal 2015, prima nel quartiere Gratosoglio e dal 2018 al 2021 nel quartiere Comasina, grazie al contributo di Z Zurich Foundation. Negli ultimi tre anni sono stati coinvolti in totale 102 ragazzi e ragazze e oltre il 70% di loro al termine del percorso ha trovato lavoro, cominciato un tirocinio, iniziato un corso di formazione o istruzione. Grazie ad un percorso personale vengono valorizzate le competenze e i talenti dei ragazzi e delle ragazze, attraverso sessioni di empowerment, orientamento alla formazione e al lavoro, laboratori di alfabetizzazione digitale e un corso di fotografia, realizzato dall’Istituto Italiano di Fotografia che, tra le diverse attività, ha prodotto una fanzine dal titolo ‘Vedere Vedersi’: un viaggio all’interno della fotografia come specchio per riflettere sul mondo che ci circonda, ma anche sulla realtà che si dispiega dentro di noi.

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