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Carcinoma a cellule renali: nuovi dati su nivolumab e cabozantinib

Carcinoma a cellule renali: nivolumab in prima linea più cabozantinib mostrano un beneficio duraturo in termini di sopravvivenza

Carcinoma a cellule renali avanzato (RCC): Commissione UE approva cabozantinib. Via libera al dosaggio di 20 mg, 40 mg e 60 mg per il trattamento di prima linea di pazienti adulti

Carcinoma a cellule renali: nivolumab in prima linea più cabozantinib mostrano un beneficio duraturo in termini di sopravvivenza

I risultati del follow-up a due anni (minimo 25,4 mesi; mediana di 32,9 mesi) dalle analisi dello studio di fase 3 CheckMate -9ER, dimostrando benefici duraturi di sopravvivenza e tassi di risposta, oltre a miglioramenti della qualità di vita correlata allo stato di salute, con l’associazione di nivolumab e cabozantinib rispetto a sunitinib nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali avanzato (RCC).

“I nuovi dati dallo studio CheckMate -9ER, che valutano nivolumab e cabozantinib, sono significativi per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato di prima linea perché forniscono ulteriore prova dei benefici di efficacia oltre a risultati favorevoli sulla qualità di vita riferita dai pazienti trattati con questa associazione,” afferma Toni Choueiri, M.D., Direttore del Lank Center for Genitourinary Oncology al Dana-Farber Cancer Institute e Jerome e Nancy Kohlberg Professor of Medicine alla Harvard Medical School. “Come medici, siamo continuamente alla ricerca di terapie che possano aiutare sempre più pazienti a gestire la malattia senza riportare un peggioramento nella loro qualità di vita.”

I risultati dopo 2 anni di follow up
Con un follow-up mediano di 32,9 mesi (minimo 25,4 mesi), nivolumab in associazione a cabozantinib (n=323) continua a mostrare una superiorità in sopravvivenza globale (OS), sopravvivenza libera da progressione (PFS), tasso di risposta obiettiva (ORR), durata della risposta (DoR) e risposta completa (CR) rispetto a sunitinib (n=328). Non sono emersi nuovi segnali di sicurezza con l’estensione del follow-up.

Nella popolazione globale dello studio:

Inoltre, in un’analisi esploratoria della profondità delle risposte nelle lesioni target per sito d’organo, una percentuale più elevata di pazienti ha sperimentato vantaggi in termini di riduzione del tumore con nivolumab in associazione a cabozantinib rispetto a sunitinib nelle lesioni target a livello di polmone (90,5% vs. 76,0%), linfonodi (88,4% vs. 7,6%), rene (89,0% vs. 71,6%), fegato (72,7% vs. 53,8%) e osso (85,2% vs. 65,0%).

La qualità della vita
In un’analisi separata dello studio CheckMate -9ER con un follow-up mediano di 32,9 mesi, i pazienti hanno continuato a riportare benefici clinicamente significativi nella qualità di vita correlata allo stato di salute (HRQoL) con nivolumab in associazione a cabozantinib rispetto a sunitinib. I punteggi di HRQoL sono migliorati o mantenuti nel tempo tra i pazienti trattati con l’associazione, mentre una riduzione dei punteggi è stata osservata con sunitinib. Inoltre, coloro che hanno ricevuto nivolumab in associazione a cabozantinib avevano il 48% in meno di probabilità di essere particolarmente disturbati dagli effetti collaterali del trattamento rispetto ai pazienti nel braccio di sunitinib. Questi outcome esplorativi sono stati misurati utilizzando il Functional Assessment of Cancer Therapy Kidney Symptom Index-19 (FKSI-19), uno strumento specifico per misurare la qualità di vita in pazienti con tumore del rene, ed il questionario EQ-5D-3L.

Lo studio CheckMate -9ER
CheckMate -9ER è uno studio in aperto, randomizzato, multicentrico, di fase 3, che valuta pazienti con carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato o metastatico non precedentemente trattato.

In totale, 651 pazienti (23% a rischio favorevole, 58% a rischio intermedio, 20% a rischio sfavorevole; 25% PD-L1≥1%) sono stati randomizzati a ricevere nivolumab più cabozantinib (n=323) vs. sunitinib (n=328). L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Endpoint secondari includono la sopravvivenza globale (OS) e il tasso di risposta obiettiva (ORR). L’analisi primaria di efficacia confronta la terapia di combinazione rispetto a sunitinib in tutti i pazienti randomizzati. Lo studio è sponsorizzato da Bristol Myers Squibb e Ono Pharmaceutical Co e co-finanziato da Exelixis, Ipsen e Takeda Pharmaceutical Company Limited.

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