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Revisione del catasto: lite nel Governo, il voto slitta

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Tensioni nel Governo Draghi sulla revisione del catasto:il voto slitta dopo lo scontro in Commissione Finanze della Camera

I lavori della commissione Finanze della Camera e soprattutto il voto sulla revisione del catasto sono stati rinviati a domani. È passata la proposta di Forza Italia che chiedeva altre 24 ore di tempo per cercare una mediazione. Il centrodestra ha presentato degli emendamenti per sopprimere l’articolo 6 della delega fiscale, ma il governo non sembra intenzionato a rinunciare ai criteri del nuovo catasto. La delega fiscale è attesa in aula a Montecitorio il 28 marzo.

SCONTRO IN COMMISSIONE, SENZA REVISIONE CATASTO CADE GOVERNO

“Se l’articolo 6 non viene approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo”. Come riferisce la Dire (www.dire.it) lo avrebbe detto la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, in commissione Finanze alla Camera durante la discussione sulla delega fiscale. Ci sono 476 emendamenti da votare, ma il centrodestra compatto vuole eliminare l’articolo 6 della riforma fiscale, ovvero quello che riguarda la revisione del catasto. Il governo ha respinto l’ipotesi di stralcio dell’articolo ritenendo fondamentale la riforma del catasto, che peraltro dovrebbe partire nel 2026 perchè prima è prevista una mappatura degli immobili sul territorio. I lavori della commissione sono sospesi, si cerca un’intesa tra i gruppi anche se l’esecutivo è stato categorico, arrivando a minacciare la caduta del governo.

Nel testo della delega, l’articolo 6 si intitola: “Princìpi e criteri direttivi per la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto dei fabbricati”. Qui il governo, tramite i decreti delegati, vuole modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate per facilitare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili. Ovvero, scovare gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita. Così come i terreni edificabili accatastati come agricoli e gli immobili abusivi. La delega punta su strumenti e modelli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari. Il comma 2 dell’articolo 6 della delega stabilisce pure che il governo è delegato ad attuare, sempre attraverso i decreti legislativi, un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026. Occorre, dunque, attribuire a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato. E ancora, per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico, bisogna introdurre sgravi che tengano conto dei costi manutenzione e conservazione. L’articolo 6, comunque, non quantifica effetti finanziari.

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