Site icon Corriere Nazionale

Monica Germani in libreria con “La tua dieta sei tu”

Cosa succede se non ci prendiamo cura del nostro bambino interiore? Imparare a comunicare per sanare le nostre emozioni

Esce nei negozi fisici e online “La tua dieta sei tu”, il libro guida della dietista Monica Germani per mettere ko i chili e volersi bene

Come fare pace con noi stessi e instaurare un nuovo rapporto col nostro corpo? Per ottenere il proprio peso forma ‘servono’ diete da 900 calorie, ‘a digiuno intermittente’ e sacrifici inenarrabili? Per intraprendere una trasformazione duratura e costruire uno stile di vita cucito sulla nostra personalità e le nostre esigenze quali sono gli step da compiere? A spiegare pochi e semplici concetti, da replicare nella vita di tutti, all’agenzia di stampa Dire (www.dire.it) è la dottoressa Monica Germani, dietista e ideatrice del metodo META e autrice del volume appena uscito ‘La tua dieta sei tu’, nota anche per essere l’esperta che ha aiutato moltissime persone comuni e vip. Tra i nomi noti Noemi che, bellissima e in forma smagliante, ha solcato il palco del teatro Ariston in occasione del Festival di Sanremo.

IL METODO ‘META’ CHE HA AIUTATO TANTI, ANCHE NOEMI

Come è nato il metodo e l’idea di questo libro-guida edito da Mondadori? “Il metodo Meta nasce dall’esperienza che ho acquisito nel corso della mia pratica professionale con i pazienti e dalla riflessione che molto spesso la nutrizione viene collegata esclusivamente a quanto e a che cosa si mangia. Invece si tratta di un argomento molto più complesso e multifattoriale. Il punto è che ogni singolo aspetto viene trattato da specialisti diversi e non attraverso un approccio globale. Oggi per fortuna sta cadendo un grande tabù: si è compreso quanto l’aspetto dell’emotività incida sul modo di consumare il cibo. Il risultato è che nell’ambito delle diete il discorso non solo è variegato ma direi scollegato e il paziente, che non ha gli strumenti per discernere, è sommerso di informazioni confusionarie e non approfondite. Ad esempio è noto a tutti che ‘tre porzioni di frutta al giorno fanno bene’, sì, ok, ma quanto deve essere grande ogni porzione? Così come ‘le patatine fritte fanno male’ certo se le mangi tutti i giorni ma questo non vuol dire che dovremo rinunciarci per sempre. Servono messaggi chiari e fruibili altrimenti il rischio è che si entri in contrasto con il cibo. Peggio ancora quando la persona non ha uno specialista di riferimento e si affida ad internet. Per cui il mio libro si propone due obiettivi: il primo è tradurre in maniera più semplice possibile i concetti scientifici e renderli pratici per fornire soluzioni attuabili. Il secondo obiettivo è essere una guida per il lettore che è aiutato da esempi pratici, esercizi e alcune ricette da riproporre sulla tavola di casa. Un volume che se letto con la giusta attenzione e calma rende più consapevoli rispetto all’importanza di scegliere il cibo giusto, quello che ci fa bene unito al movimento fisico. Tutto questo insieme di cose porta, di conseguenza, all’accettazione di sé e del proprio corpo. La Meta experience porta alla trasformazione della persona a 360 gradi”.

IL DNA E IL TEMPO: NO A DIETE LAMPO

Un capitolo del tuo libro è intitolato ‘La dieta ideale inizia dal Dna’, puoi spiegare ai lettori che cosa significa? Siamo in grado di predire i cibi che ci fanno bene e quelli che ci fanno male? “Rispetto al passato oggi possiamo avvalerci di metodiche abbastanza nuove che aiutano il professionista dell’alimentazione a sapere come funziona il corpo del paziente e il genoma fa questo. Per esemplificare: tutte le diete non sono valide per tutti. Due amiche seguono la stessa dieta e hanno risultati diversi, perché dunque per una il protocollo è corretto e per l’altra no? Perché ad esempio una delle due metabolizza male gli zuccheri. Tutto questo è collegato al codice genetico da non confondere con le intolleranze alimentari. Partendo dal Dna è possibile capire dove il corpo ha dei deficit e arranca, questo consente di adottare, soprattutto nella fase di mantenimento del peso, tutte quelle strategie per semplificare la vita del paziente. Inoltre adottando correttivi nell’alimentazione si prevengono a lungo termine malattie cardiovascolari, diabete e ipercolesterolemia. E poi il mantenimento del peso è più semplice. Se con il test del Dna emerge ad esempio che quel paziente produce alte dosi di grelina, un ormone che si trova nel fondo dello stomaco e che attiva la fame, il dietista può progettare una dieta che contempli 6 pasti al giorno e non 5 e ciò evita a quella persona di avvertire fame e di conseguenza di mangiare di più e ingrassare”.

Si tende spesso a generalizzare e a dividere i cibi in due macro categorie: ‘buoni e ‘cattivi’. Cosa scegliere per essere normopeso e in salute? “Inizierei con lo sfatare il mito che le persone magre non mangiano. Non è assolutamente vero anzi le persone che si tengono in forma sono proprio quelle che non si fanno mancare nulla e che paradossalmente mangiano di più di coloro che stanno sempre ‘a dieta’. Al contrario i soggetti perennemente a dieta, che hanno un introito calorico basso possono al massimo ridurre il peso e non il grasso che comunque riacquistano appena mangiano un po’ di più. Questo perché il corpo si sente in pericolo e così attua le sue misure di emergenza abbassando il metabolismo. Facendo così va in riserva e il soggetto alla fine si ritrova con un danno metabolico importante. Va compreso, per poter vincere la battaglia ai chili, che il nostro rapporto con il cibo non prescinde dallo stress e dall’emotività. Si capisce che se io elimino troppi alimenti dalla mia dieta giornaliera inevitabilmente soffrirò di attacchi di fame, così alla fine mangerò di più, il peso sale e l’autostima scende. La perfezione quando si parla di cibo non esiste. Bisogna trovare un compromesso. Dunque per tornare alla domanda: ci sono alimenti che fanno bene o male in assoluto? No, la differenza la fanno soprattutto le porzioni che vanno ben gestite. Molto spesso il problema più comune tra i pazienti è che molti si impongono di perdere peso in poco tempo. Affrontano così diete lampo che offrono una perdita di peso ‘finta’ o per meglio dire temporanea. Il segreto è invece darsi più tempo e accompagnare il protocollo alimentare all’attività fisica. Non esiste la bacchetta magica. Abbiamo visto tutti la trasformazione di Noemi, molti quest’anno in occasione del Festival di Sanremo l’hanno definita più magra. Posso assicurare che il peso è uguale la differenza è nelle forme che ha armonizzato ancor di più grazie all’attività fisica. Nel suo caso il metodo Tabata la diverte e seguire le lezioni per lei non è un peso. E’ questa sinergia di azioni che porta al risultato, è quello che dico ai miei pazienti in studio ed è quello che cerco di trasferire con il libro a chi mi leggerà”.

NO FRETTA PROVA COSTUME, IL CORPO CAMBIA CON AUMENTO MASSA MAGRA

Quanto e quale attività fisica è corretto eseguire quando si affronta un periodo di dieta dimagrante? “Direi che tutte le attività possono andar bene. La differenza la fa la durata dell’esercizio e la costanza nell’allenarsi. Lo sportivo lo è da prima di mettersi a dieta. Al contrario se un soggetto è pigro e si iscrive per due mesi in palestra con il solo obiettivo di essere promossi alla cosiddetta ‘prova costume’ in estate non attua una vera trasformazione corporea perché non riesce a formare un’adeguata massa muscolare. Anche qui, come per la dieta lampo di cui parlavamo prima, il risultato raggiunto con l’attività fisica sarà fittizio. E’ bene fare meno cose ma che siano consone a se stessi e portarle avanti nel tempo. In più dico che non deve interessare al paziente il consumo calorico del singolo allenamento, ma bisogna porre attenzione al dispendio a lungo termine. Solo in questa ottica il corpo cambia esteticamente, se c’è un vero aumento di massa magra e conseguente perdita di quella grassa. Bisogna puntare ad attivare il circolo virtuoso composta da: corretta nutrizione, sport unito alla costanza, solo così il nostro corpo e la nostra mente cambiano e la persona sarà felice”.

Exit mobile version