Fino al 19 marzo Edicola Radetzky e BUILDING presentano il progetto “Cercando di far conoscenza con Omo e Giuba” di Daniele Marzorati
Edicola Radetzky e BUILDING presentano il progetto Cercando di far conoscenza con Omo e Giuba, mostra personale dell’artista Daniele Marzorati (Novedrate, Como, 1988) a Milano, a cura di Irene Sofia Comi. Patrocinata dall’Università di Parma – Museo di Storia Naturale, l’esposizione si articola in due episodi: fino al 28 febbraio a Edicola Radetzky, spazio no profit di viale Gorizia (Darsena), e dal 19 febbraio al 19 marzo a BUILDING, galleria d’arte in via Monte di Pietà 23.
In stretta connessione con il passato coloniale italiano, Cercando di far conoscenza con Omo e Giuba ruota intorno alla figura dell’esploratore e ufficiale Vittorio Bottego (1860-1897). Indagando alcune tracce tangibili del rimosso coloniale presente nella città di Parma, il progetto propone una riflessione sulla rappresentazione della memoria collettiva nello spazio pubblico e sull’esperienza del patrimonio coloniale zoologico nello spazio museale.
L’eredità storica di Vittorio Bottego, divenuto celebre per i suoi viaggi nel Corno d’Africa, permane nella sua città natale, Parma, in particolare nel monumento a lui dedicato e nella “Sala Bottego” del Museo di Storia Naturale a lui intitolato che ospita, tra gli altri oggetti, la collezione di storia naturale dell’esploratore. Nell’osservare tali elementi, che raccontano il passato storico italiano, ma che di fronte a uno sguardo normato possono invece apparire “neutrali”, Marzorati indaga le narrazioni costruite e conservate dall’immaginario della società contemporanea, portando alla luce strutture identitarie, coloniali e politiche in esse presenti.
In un ideale “scambio di veste” tra spazio pubblico e privato, Cercando di far conoscenza con Omo e Giuba è ospitata contemporaneamente nelle due sedi milanesi di Edicola Radetzky e BUILDING che, mediante due prospettive differenti, mostrano l’analisi di due spazi storici, tracce simboliche di una comune narrazione identitaria.
Nello spazio pubblico di Edicola Radetzky sono visibili, in due diverse dimensioni, alcune immagini fotografiche tratte dalla ricerca che Marzorati ha condotto all’interno del Museo di Storia Naturale di Parma. Queste immagini sono realizzate con l’obiettivo di oltrepassare le griglie fisiche e culturali del museo per arrivare a comprendere più da vicino la natura degli oggetti esposti e dialogare con la loro memoria e la loro storia, attraverso e oltre la loro superficie.
Nello spazio privato della biblioteca di BUILDING, Marzorati presenta due sezioni di due disegni e alcune stampe fotografiche che indagano il monumento a Bottego. Nel prendere le distanze da una mera logica di appropriazione, lo sguardo dell’artista si sofferma sulle figure di Omo e Giuba, personificazioni di due fiumi dell’Etiopia e mete delle spedizioni del condottiero, provando a ricontestualizzare i due personaggi, estraendoli dalla loro raffigurazione nella gerarchia del monumento e attribuendo loro un ruolo inedito e indipendente.
Un dialogo, quello tra Edicola Radetzky, BUILDING, l’Università e il Museo parmensi, nato dalla volontà della curatrice Irene Sofia Comi di creare una collaborazione sul territorio tra enti diversi per tipologia e missione, che mira al fiorire di una rete sistemica e istituzionale espansa, capace di mettere in connessione non solo luoghi della città caratterizzati da una natura differente, ciascuno con le proprie specificità e finalità, ma anche creando un dialogo interregionale tra attori e storie di due diverse città, Parma e Milano.
Nel portare avanti questo progetto, Marzorati ha lavorato con diversi formati e soluzioni visive. In alcuni casi l’artista ha realizzato ingrandimenti da negativo delle dimensioni reali della fauna fotografata, come avviene ad esempio nelle stampe su tela presentate a Edicola Radetzky, le quali, mimando il formato tipico della cartellonistica pubblicitaria, guidano lo sguardo dell’osservatore verso la percezione di tali “oggetti” in quanto animali, cogliendone l’essenza corporea. In altri casi invece, invece, l’artista ha ridotto le proporzioni dei corpi, come accade ad esempio nei disegni a biro blu esposti presso BUILDING, composti da diversi fogli di carta che segmentano le due sculture di Omo e Giuba, isolandone i dettagli e donando loro un aspetto più umano e verosimile, in un confronto in scala 1:1 con il fruitore. In ultimo, in entrambe le sedi, viene mostrata una selezione di fotografie, stampe da negativi di grande formato (20 x 25 cm).
Al termine dell’esposizione a Edicola Radetzky, il 28 febbraio, una parte dei negativi qui presentati sarà riallestita nella biblioteca di BUILDING. Ricollocati tra gli scaffali, in dialogo visivo con gli scatti dedicati al complesso monumentale di Bottego, i negativi daranno vita a un’interpretazione altra, in un’incessante e attiva ricerca d’archivio, dalla statuaria monumentale alla collezione museale, dallo spazio pubblico allo spazio privato.
La mostra Cercando di far conoscenza con Omo e Giuba è la presentazione della prima parte di una ricerca più ampia che l’artista porta avanti dal 2019 e che coinvolge, oltre a Parma e Milano, le città di Firenze, Faenza e Udine nell’intento di ridefinire i confini semantici e le capacità cognitive che l’essere umano esercita attraverso l’atto dell’osservare, inserendosi all’interno del dibattito contemporaneo sullo sguardo post-coloniale nei confronti della realtà circostante.
Biografia
Daniele Marzorati (Novedrate, Como, 1988) lavora attraverso il disegno, la pittura e la fotografia. Con una Deardorff 20 x 25 cm inizia la sua ricerca sulla divisione del formato fotografico e il montaggio di più scene all’interno di un unico negativo. Espone alla galleria Neon Campobase di Bologna nel 2012 ed è tra i finalisti del Premio Terna 04. Collabora con A-Rivista pubblicando due lavori, Campi e Sezioni.
Nel 2015, vince il premio Agarttha Arte ed espone presso due musei: la Maison Européenne de la Photographie – MEP di Parigi ed il PAV di Torino. Nel 2018 vince il premio Artifact ed espone a Fotopub Festival, Novo Mesto, Slovenia.
Vince l’edizione 2017 del Premio Shanghai, promosso dal Ministero della Cultura e Ministero degli Affari Esteri, partecipando alla residenza lavora tra Parigi e la metropoli cinese. Tra le due città ha sviluppato uno dei sui progetti più importanti, Déplacement, che espone a inizio 2019 presso BUILDING con cui lavora a Milano.
A fine 2021 ha partecipato a Mosca presso Winzavod Center for Contemporary Art in collaborazione con VIAFARINI. Continua la sua ricerca tra pittura e fotografia come linguaggi complementari capaci di rileggere il reale.