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Concessioni balneari: svolta con le gare dal 2024

Concessioni balneari, arriva il via libera del Consiglio dei ministri. Gare dal 2024: dai canoni agli indennizzi, ecco cosa cambia

Concessioni balneari, arriva il via libera del Consiglio dei ministri. Gare dal 2024: dai canoni agli indennizzi, ecco cosa cambia

Via libera del Consiglio dei ministri alle nuove norme sulle concessioni balneari. Dal prezzo dei canoni sulle concessioni agli indennizzi da pagare a chi perde lo stabilimento balneare. E poi tutele per le piccole imprese e le famiglie che hanno il fitto di lettini e ombrelloni come unica fonte di reddito. Le gare, che dal 2024 verranno realizzate per affidare i beni demaniali, terranno in considerazione gli investimenti, i servizi per i clienti, la cura della costa e dell’ambiente, la libera accessibilità da garantire alla battigia per tutti, la stabilità dell’occupazione. L’ok del Cdm, con gli emendamenti al ddl Concorrenza, è stato dato all’unanimità.

CENTINAIO: “TESTO SARÀ MIGLIORATO IN PARLAMENTO”

“Il testo approvato dal Cdm è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento. L’auspicio è farlo insieme al resto del centrodestra: è prioritario tutelare lavoro, investimenti e sacrifici di imprenditori e lavoratori balneari”. Lo dice il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole e capo dipartimento Turismo e Agricoltura della Lega.

LA NOTA DEL GOVERNO

Il Consiglio dei ministri ha approvato l’emendamento al disegno di legge Concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali. “La proposta di modifica mira a migliorare la qualità dei servizi con conseguente beneficio per i consumatori, a valorizzare i beni demaniali e, al contempo, a dare certezze al settore“, si legge nella nota emessa al termine del Cdm. Il testo prevede che le concessioni in essere continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023.

Per “assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore“, il Governo “è delegato ad adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge Concorrenza, decreti legislativi aventi la finalità di aprire il settore alla concorrenza, nel contempo tenendo in adeguata considerazione le peculiarità del settore“.

LE NUOVE NORME

La misura consiste in una delega al governo da attuare in sei mesi, “previa intesa in sede di Conferenza unificata”, per “riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative, nonché la disciplina in materia di concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, ivi inclusi i punti d’ormeggio“.

I decreti legislativi dovranno determinare “i criteri omogenei per l’individuazione delle aree suscettibili di affidamento in concessione, assicurando l’adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o attrezzate, nonché la costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia“.

I requisiti di ammissione alla gara favoriranno “la massima partecipazione di imprese, anche di piccole dimensioni” e nella scelta del concessionario verrà prestata “adeguata considerazione” alla “qualità e alle condizioni del servizio offerto agli utenti, alla luce del programma di interventi indicati dall’offerente per migliorare l’accessibilità e la fruibilità del demanio, anche da parte dei soggetti con disabilità, e della idoneità di tali interventi ad assicurare il minimo impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sull’ecosistema, con preferenza del programma di interventi che preveda attrezzature non fisse e completamente amovibili”.

In sede di gara, lo stabilimento balneare sarà affidato anche tenendo conto “dell’esperienza tecnica e professionale già acquisita” sullo stesso bene o “ad analoghe attività di gestione di beni pubblici, secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza e, comunque, in maniera tale da non precludere l’accesso al settore di nuovi operatori”.

In più, si valuterà la posizione “dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato la concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”. Sono previste inoltre “clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato nell’attività del concessionario uscente” e la durata della concessione sarà “per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti”.

canoni annui che fisserà lo Stato, spiega la Dire (www.dire.it) si baseranno sul “pregio naturale” e sull’effettiva “redditività delle aree demaniali da affidare in concessione”. Ci sarà poi da quantificare un indennizzo “da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, in ragione del mancato ammortamento degli investimenti realizzati”. Infine, un altro vincolo che sarà previsto dai decreti delegati riguarderà il “numero massimo di concessioni di cui può essere titolare lo stesso concessionario“.

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