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Tumori del sangue: vaccini Covid inefficaci per 1 paziente su 6

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Tumori del sangue: quasi un paziente su sei (circa il 15%) non ha mostrato una risposta anticorpale dopo aver ricevuto un vaccino anti-Covid

Secondo un nuovo studio presentato al congresso dell’American Society of Hematology (ASH), quasi un paziente su sei (circa il 15%) affetto da una patologia ematologica non ha mostrato una risposta anticorpale dopo aver ricevuto un vaccino anti-Covid-19. Sebbene i ricercatori considerino incoraggiante il fatto che circa l‘85% dei partecipanti alla ricerca abbia ottenuto una risposta anticorpale, i dati suggeriscono che per prevenire l’infezione nei pazienti con patologie ematologiche sia giustificata l’adozione di ulteriori misure precauzionali.

Nello studio sono stati esaminati i livelli di anticorpi dopo la somministrazione della vaccinazione anti-Covid-19 in pazienti con tumori ematologici quali neoplasie linfoidi e mieloidi, malattie autoimmuni e patologie non tumorali del sangue o delle cellule immunitarie.

Risposte peggiori nei pazienti in terapia attiva
I risultati di questa indagine suggeriscono che i pazienti affetti da linfoma e quelli che sono sottoposti a un trattamento antitumorale al momento della vaccinazione hanno più difficoltà a produrre anticorpi in risposta a un vaccino anti-Covid-19.

«Alcuni pazienti con malattie ematologiche non hanno una risposta anticorpale adeguata e potrebbero, quindi, non avere una protezione sufficiente dalla vaccinazione», ha dichiarato Susanne Saussele dell’ospedale universitario di Mannheim, facente capo all’Università di Heidelberg.

«Questo studio può essere di aiuto nell’indirizzare le strategie di vaccinazione per questi pazienti. Inoltre, il nostro studio suggerisce che quando è possibile ritardare l’inizio del trattamento per la patologia ematologica di base, potrebbe essere meglio aspettare, così che il paziente possa ricevere prima una dose di vaccino o una dose booster», ha aggiunto l’autrice.

I pazienti con patologie ematologiche corrono un grosso rischio di essere ospedalizzati e di morire se si infettano con il SARS-  Cov-2, soprattutto se sono anziani o hanno ricevuto terapie che riducono il numero delle cellule B.

Misure di prevenzione da affiancare alla vaccinazione
Il fatto che l’85% dei partecipanti allo studio abbia risposto alla vaccinazione anti-Covid evidenzia per i ricercatori il ruolo importante svolto dalla vaccinazione nel prevenire la malattia grave. Tuttavia, i risultati suggeriscono anche che la vaccinazione dovrebbe essere integrata con le altre misure di prevenzione.

«Dovremmo raccomandare di mantenere l’impiego di misure di protezione come l’uso delle mascherine, il distanziamento e lo screening, oltre che dare la priorità alla vaccinazione per i membri della famiglia e i caregiver, al fine di proteggere i pazienti», ha sottolineato l’autrice.

Lo studio
I dati presentati dalla Saussele all’ASH derivano da uno studio osservazionale monocentrico, di tipo prospettico, nel quale sono stati arruolati 373 pazienti trattati per malattie ematologiche presso l’ospedale universitario di Mannheim e sottoposti alla misurazione del titolo anticorpale indotto dal vaccino dopo una mediana di 12 settimane dall’ultima somministrazione vaccinale.

Per quanto riguarda la patologia di base, la maggior parte dei partecipanti aveva una diagnosi di tumore del sangue (oltre il 90%), mentre meno del 10% aveva una malattia di tipo autoimmune o una patologia ematologica non maligna.

Riguardo al tipo di vaccinazione, i pazienti hanno ricevuto per lo più il vaccino BNT162b2 (Pfizer/BioNTech); il 10% è stato vaccinato con il vaccino mRNA-1273 (Moderna) e il 7% con il vaccino ChADOx1 (AstraZeneca), mentre il 6% ha ricevuto una dose di ciascuno dei due tipi di vaccini.

Risposte più deboli in presenza di neoplasie linfoidi
Le peggiori risposte anticorpali sono state riscontrate nei pazienti con neoplasie linfoidi, un gruppo che comprende i linfomi, il mieloma multiplo e le leucemie linfoidi. Infatti, il 36% di questi pazienti è risultato negativo agli anticorpi indotti dal vaccino. Inoltre, la risposta più debole alla vaccinazione è stata registrata tra i pazienti con diagnosi di linfoma non-Hodgkin indolente, un tipo di linfoma a crescita lenta.

Anche il fatto di essere in trattamento attivo è risultato associato a una risposta anticorpale ridotta. Nel complesso, il 61% dei partecipanti allo studio era sottoposto a una terapia antitumorale al momento della vaccinazione e la maggior parte (il 71%) di coloro che sono risultati negativi ai test per gli anticorpi da vaccino era appunto in terapia attiva quando è stato vaccinato.

Considerando il tipo di terapie antitumorali implicate, si è visto che un trattamento con rituximab, ibrutinib o acalabrutinib oppure ruxolitinib è risultato correlato a risposte anticorpali negative. Invece, la giovane età e l’essere affetti da una leucemia mieloide cronica sono risultati associati a risposte positive.

In conclusione
«Il nostro studio suggerisce che la maggior parte dei pazienti con tumori maligni del sangue – non solo quelli attualmente in trattamento – dovrebbe essere sottoposta al monitoraggio dei livelli anticorpali e rimanere sotto stretto controllo dei medici curanti, affinché questi ultimi possano stabilire come continuare a proteggerli dalla COVID-19», ha rimarcato la Saussele. «I dosaggi degli anticorpi possono essere un indicatore di risposta al vaccino e possono forse consentire (se fortemente positivi, ndr) di allentare un po’ le precauzioni».

L’autrice ha, tuttavia, segnalato che i risultati di questo studio presentano alcune limitazioni, in quanto non è stata valutata la risposta delle cellule T nei partecipanti, il che significa che il livello di protezione per alcuni di essi potrebbe essere stato sottostimato.

I ricercatori hanno ora in programma di continuare a monitorare i livelli di anticorpi per almeno un anno, di valutare i tassi di infezione in questi pazienti e la loro risposta ai successivi richiami dei vaccini.

Bibliografia
J. Rotterdam, et al. Antibody response to vaccination with BNT162b2, mRNA-1273, and ChADOx1 in patients with myeloid and lymphoid neoplasms. Blood (2021) 138 (Supplement 1): 218. Linkhttps://doi.org/10.1182/blood-2021-146832

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