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Il Cspi boccia il ritorno degli scritti all’esame di maturità

Maturità 2022

Maturità 2022: il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi) boccia gli esami con due scritti alle superiori e la prova finale delle scuole medie

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi) ha espresso un parere negativo sulle modalità di svolgimento dell’esame di Stato 2022. Come si legge dal documento pubblicato oggi sul sito del ministero dell’Istruzione, il quadro normativo del nuovo esame del secondo ciclo, “modificato nell’attuale contesto, diventa ancor più complesso e fa assumere all’esame una funzione più simbolica che sostanziale“. In particolare, il Cspi ha rilevato criticità soprattutto in riferimento alla seconda prova dell’esame, perché “la prova, non avendo carattere nazionale, non garantisce uniformità nella verifica dei livelli di apprendimento raggiunti. L’uniformità della prova ha una valenza importante per garantire l’omogeneità nell’esame di Stato”. Il parere del Cspi come spiega la Dire (www.dire.it) è consultivo, non vincolante per il ministero guidato da Patrizio Bianchi.

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PRIMA PROVA PROMOSSA CON RISERVA

Anche per il ripristino della prima prova, che il Cspi giudica positivo, viene comunque evidenziato che “non tutte le studentesse e tutti gli studenti hanno potuto affrontare le diverse tipologie testuali previste dalla normativa vigente”, e raccomanda “che nella predisposizione delle tracce siano individuate le tematiche che meglio possano interpretare le attività svolte in questi ultimi tre anni“.

IL NO AL SECONDO SCRITTO PREPARATO DALLE COMMISSIONI

Ma è la seconda prova, secondo il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, ad avere più criticità. Tra queste, la “difformità delle prove e dei risultati tra le diverse aree geografiche, tra le scuole e tra le classi della stessa scuola, l’assenza di indicazioni che possano garantire la collegialità nella formulazione della prova almeno a livello d’Istituto”, e il rischio che possa diventare “una prova analoga ad altre effettuate nel corso dell’anno” perché elaborata dal docente della disciplina. A parere del Cspi, “l’insieme di tali criticità, rende la predisposizione e lo svolgimento della seconda prova scritta molto problematici per docenti e studenti“, si legge ancora nel documento, dove si invita a individuare “altre modalità e altri strumenti che consentano di accertare i livelli raggiunti nelle discipline d’indirizzo coerenti con il percorso effettivamente svolto dagli studenti nelle diverse situazioni, senza dover far ricorso necessariamente alla prevista seconda prova scritta”.

 

“RITORNO ALLA NORMALITÀ SIA GRADUALE”

Per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), il ritorno alla normalità “non può quindi che essere graduale” e sottolinea anche che “si sarebbe potuto utilizzare una modalità di comunicazione delle scelte più coerente rispetto ai tempi di uscita dell’ordinanza in esame e alle dichiarazioni e annunci che fino a pochi giorni fa lasciavano intravvedere soluzioni
differenti 
da quelle presenti nello schema di ordinanza”.

BOCCIATO ANCHE L’ESAME DELLE MEDIE

Il Consiglio Superiore esprime parere negativo anche sull’esame di Stato del primo ciclo di istruzione (medie). Favorevole al ritorno dello svolgimento in presenza, “segno del bisogno di ritrovare una normalità dopo due anni segnati dall’emergenza sanitaria”, il Cspi rileva però che l’ordinanza sugli esami di Stato “non sembra tenere conto delle ripercussioni sugli apprendimenti e sui risvolti psicologici e sociali degli alunni della classe terza della scuola secondaria di primo grado, che da marzo 2020 hanno visto un’alternanza tra didattica a distanza e didattica in presenza con problematiche eterogenee a livello nazionale”.

L’emergenza da Covid-19 “ha rallentato gli apprendimenti di alcuni alunni, soprattutto di quelli più fragili, con bisogni educativi speciali e stranieri, per i quali la mancata frequenza di ambienti strutturalmente organizzati per l’apprendimento e per l’inclusione ha necessariamente avuto un impatto non sempre positivo, a causa di scarse e inadeguate strumentazioni informatiche e soprattutto di carenza della necessaria immersione nel mondo scolastico”, rimarca il Cspi, che “pertanto, ritiene necessario porre particolare attenzione alle esigenze degli studenti con Bisogni Educativi Speciali che nel periodo di emergenza sanitaria hanno vissuto maggiori difficoltà, oltre che nell’inclusione sociale, anche in relazione allo svolgimento del percorso scolastico”.

Per il Cspi, sarebbe stato meglio quindi un esame che non prevedesse la “sommatorie di voti decimali tra prove scritte e orali diverse” e che invece non tiene “conto della pluri-interdisciplinarietà e del processo globale di maturazione”. L’auspicio del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione è quello di un esame che “tenga a riferimento il profilo finale dello studente secondo le Indicazioni nazionali per il curricolo, così come è accaduto lo scorso anno, possa consentire di valorizzare il percorso scolastico di tutti e di ciascuno, facendo emergere le esperienze vissute e le competenze acquisite”.

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