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Aerospazio: Emilia-Romagna protagonista nella space economy

Progetto Extrema: dal Politecnico di Milano l'idea di mini-satelliti, grandi quanto una scatola di scarpe, in grado di autopilotarsi. Dall'UE 2 milioni di fondi

L’Emilia-Romagna punta sull’aerospazio: atenei e centri di ricerca del territorio fanno il pieno di progetti finanziati da ASI

Quella dell’aerospazio è una filiera strategica per lo sviluppo futuro dell’Emilia-Romagna e per la sua proiezione internazionale. Istituzioni, università, centri di ricerca e imprese stanno puntando sulla space economy: lo testimoniano la partecipazione della Regione, già da alcuni anni, a programmi nazionali e internazionali (Mirror Gov-Sat-Com, Mirror Copernicus, I-Cios, Nereus), l’accordo di collaborazione siglato lo scorso anno tra  Regione e Aeronautica Militare per integrare il sistema regionale della ricerca e dell’innovazione con la filiera space economy e la creazione di un presidio regionale a Houston, nello Stato del Texas, per la gestione delle attività spaziali che funzioni da liason tra le aziende italiane e quelle americane.

Da sottolineare anche la presenza di un gruppo di lavoro all’interno del Clust-ER regionale MECH esclusivamente dedicato ai temi dell’aeronautica e dell’aerospazio (VC FLY.ER) e la recente nascita, sempre su impulso regionale, del Forum Strategico per la promozione della filiera regionale dell’aerospazio, che si è riunito per la prima volta lo scorso 17 dicembre.

Un ulteriore elemento che conferma della crescita dell’Emilia-Romagna in questo settore, è rappresentato dalle ottime performance degli Atenei e delle imprese del territorio nella partecipazione a bandi nazionali e internazionali. In particolare, un risultato di assoluto rilievo è stato ottenuto nell’ambito del bando dell’Agenzia Spaziale Italiana per “Ricerche e dimostrazioni tecnologiche sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) – VUS3: ISS4EXPLORATION”.

Degli 8 progetti nazionali finanziati dal bando, ben 5 arrivano dalle Università e dagli enti di ricerca dell’Emilia-Romagna, che avranno la possibilità di eseguire prove e sperimentazioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

L’ISS è una piattaforma in orbita terrestre bassa (LEO), dedicata alla ricerca scientifica. In particolare consente di svolgere esperimenti scientifici e tecnologici in microgravità, nonché sperimentazioni di soluzioni operative per la vita e l’esplorazione dello spazio. Sono proprio questi gli obiettivi dei 5 progetti emiliano-romagnoli finanziati in diversi ambiti scientifici, dalla medicina ai nanomateriali.

“La filiera dell’aerospazio rappresenta per l’Emilia-Romagna un nuovo posizionamento strategico, non a caso abbiamo inserito questo settore nella nuova strategia di specializzazione intelligente e abbiamo istituito un Forum, che coordino personalmente, con l’obiettivo di fare analisi e progettazione di sistema e non perdere le occasioni di finanziamento sia nazionali, dal PNRR, che europee – commenta Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia-Romagna –  L’ottimo risultato dei nostri Atenei premia l’alto livello e qualità di studio, ricerca e progettazione in questa regione, che si somma alla forte specializzazione nel settore dell’aerospazio di alcuni gruppi industriali e istituti di ricerca, con una grande qualità che irradia tutta la filiera, dove spicca un patrimonio di piccole e medie imprese eccezionali. Sappiamo che la space economy sarà un settore di grande evoluzione futura e per questo abbiamo bisogno di guardarlo con occhi nuovi sia dal punto di vista tecnologico che delle opportunità sia commerciali che occupazionali, data la necessità di competenze di alta qualità”.

Di seguito l’elenco dei progetti finanziati

Università di Bologna

APHRODITE: progetto per analizzare i fluidi biologici dell’equipaggio e verificare eventuali alterazioni del sistema immunitario in assenza di gravità.

SPACESPINNING: l’Ateneo partecipa in collaborazione con l’azienda Argotec per portare per la prima volta nello spazio una macchina da elettrofilatura che permetterà di fabbricare direttamente sulla Stazione Spaziale nanomateriali per applicazioni avanzate, in particolare per la rigenerazione dei tessuti biologici danneggiati e la cura delle ferite.

INFN – TTLab

IRIS: prevede la realizzazione a terra e l’utilizzo in orbita di innovativi rivelatori di radiazione ionizzante, indossabili, ultraleggeri e in grado di trasmettere in tempo reale la dose di radiazione ricevuta personalmente da ogni membro dell’equipaggio impegnato in missioni spaziali.

INFN – sezione di Bologna

HYPE: ha l’obiettivo di ridurre la pericolosità delle radiazioni cosmiche aumentando la resistenza dei tessuti biologici in uno stato di ibernazione. In particolare sarà studiata la reazione di cellule della retina all’interno di un bioreattore progettato appositamente per la sperimentazione.

Università di Ferrara

DRAIN BRAIN 2.0: successore dell’esperimento di UniFe eseguito nel 2015 da Samantha Cristoforetti, ha l’obiettivo di sviluppare un collarino dotato di sensori in grado di rilevare i segnali circolatori del cosiddetto “asse cuore-cervello” degli astronauti a bordo. Ciò consentirà di aumentare il periodo di permanenza nello spazio oltre i 6 mesi attuali, aprendo la strada a viaggi più impegnativi come quelli su Marte.

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