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Addio a Monica Vitti, stella del cinema italiano

Monica Vitti

Morta a 90 anni Monica Vitti, diva dello spettacolo italiano: addio all’emblema di un cinema di altri tempi, quello dei grandi cineasti

È morta Monica Vitti. L’attrice aveva 90 anni. Ad annunciarlo Walter Veltroni sui social: “Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con grande dolore, affetto, rimpianto”.

Artista dal talento straordinario. Attrice, doppiatrice, regista, Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, è l’emblema di un cinema di altri tempi, quello dei grandi cineasti, come Antonioni, Monicelli, Stola, dei divi, come Marcello Mastroianni, e dei grandi comici come Alberto Sordi, con i quali ha avuto modo di collaborare, regalandoci sempre grandi interpretazioni. Un’artista poliedrica, capace di commuovere e divertire, protagonista di film di autore e allo stesso tempo forse l’unica vera “mattatrice” del cinema italiano.

GLI ESORDI E L’INCONTRO CON ANTONIONI

Nata a Roma il 3 novembre 1931, Monica Vitti inizia a calcare le scene teatrali a soli quattordici anni. Negli anni ’50 frequenta quindi l’Accademia nazionale d’Arte Drammatica, dove ha per maestro Sergio Tofano che sarà il primo a notare la sua verve comica. Il decennio successivo è segnato dall’incontro con Michelangelo Antonioni con il quale nascerà un sodalizio artistico e sentimentale. Vedrà così la luce la cosiddetta tetralogia dell’incomunicabilità. Grazie alle sue interpretazioni in “L’avventura” (1960), “La notte” (1961), “L’eclisse” (1962) e “Deserto rosso” (1964) Monica Vitti riuscirà a trasmettere l’inquietudine della donna moderna e ad affermarsi nel panorama cinematografico dell’epoca. Ed è proprio sul set dell’ultimo film della tetralogia che l’attrice romana incontrerà Carlo di Palma, direttore della fotografia, al quale si legherà sentimentalmente e che la dirigerà in “Teresa la ladra” (1973) e “Mimì Bluette…fiore del mio giardino”(1976).

VITTI MATTATRICE

La seconda metà degli anni ’60, racconta la Dire (www.dire.it), segna un cambio di registro. Nel 1968 grazie a Mario Monicelli che la dirige in “La ragazza con la pistola” (1968) emergono le doti comiche di Monica Vitti che nel film interpreta la disonorata Assunta Patanè, una donna disposta a tutto pur di rintracciare l’uomo che si è approfittato di lei e vendicare il proprio onore. A questo film seguiranno tanti successi, spesso a fianco del grande Alberto Sordi che in Monica Vitti troverà una perfetta controparte al femminile. Indimenticabile la scena sulla spiaggia con Sordi che la picchia furiosamente in “Amore mio aiutami” (1969), di cui l’attore romano è anche regista. Durante anni ’80 Monica Vitti continua a recitare, alternando i suoi impegni sul set alle performance teatrali, mentre nel 1990 passa alla regia con “Scandalo segreto”.

I RICONOSCIMENTI

Tanti i riconoscimenti che riceve nel corso della sua carriera, tra cui tre Nastri d’argento, cinque David di Donatello, e infine il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia del 1995. Nel 2000 sposa il regista Roberto Russo e si ritira dalle scene a causa delle sue precarie condizioni di salute (le viene diagnosticata una malattia degenerativa simile all’Alzheimer). La sua ultima apparizione pubblica risale al 2002 quando partecipò alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris.

Per i suoi 90 anni la Rai ha dedicato a Monica Vitti una speciale programmazione per festeggiare il suo compleanno. Tra i tanti appuntamenti spicca il documentario di Fabrizio Corallo “Vitti d’arte, Vitti d’amore” grazie al quale, attraverso le sue stesse parole dell’attrice e con le testimonianze di amici scrittori e protagonisti del cinema italiano, si è ripercorsa la vita artistica e personale di una delle più grandi attrici simbolo del cinema italiano.

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