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“Storie di piccoli uomini”: il libro racconta acondroplasia e arte

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Disponibile nelle librerie “Storie di piccoli uomini”, il volume che racconta la storia e il ruolo culturale delle persone con acondroplasia

“Storie di piccoli uomini”, ovvero come le persone nane sono state, nel corso dei secoli, protagoniste della cultura e dell’arte. È il titolo del libro che raccoglie gli atti del convegno nato dalla mostra Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici, tenuta a Palazzo Pitti nel 2016: il volume, edito da Polistampa, è stato presentato nell’Auditorium Vasari degli Uffizi.

Tra gli interventi, quello introduttivo del Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, del Presidente dell’Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia (A.I.S.A.C. O.D.V.) Marco Sessa, della curatrice del convegno e degli atti Anna Bisceglia e di Fulvio Cervini, professore ordinario di Storia dell’Arte dell’Università di Firenze e Consigliere d’Amministrazione delle Gallerie degli Uffizi, che hanno parlato di vari aspetti della storia e del ruolo culturale delle persone con acondroplasia.

Oltre alla visione attuale del nanismo, nel volume vengono passati al vaglio l’atteggiamento dei secoli passati, che tendeva a stigmatizzare le differenze, e dell’antico Egitto, dove invece esisteva anche un dio nano protettore dei bambini. L’argomento centrale del volume è tuttavia il nanismo nell’arte italiana e straniera, come vediamo, ad esempio, ne Las meniñas di Velázquez al Museo del Prado o nel leggendario Nano Morgante di Agnolo Bronzino, oggi nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Viene affrontato anche l’aspetto letterario, con riferimenti a capolavori come l’Orlando Furioso di Ariosto, i Viaggi di Gulliver o ancora, pensando anche alla letteratura per bambini, Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm.

Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi: “Quella affrontata nel libro è questione di scottante attualità. I testi e gli studi che lo compongono mirano a intraprendere il cammino verso una società in cui le diverse condizioni individuali possano essere osservate da diverse prospettive ed in cui i talenti di ciascuno vengano valorizzati”.

Marco Sessa, presidente Associazione per l’Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia: “La cultura occidentale si basa sulla valorizzazione della statura come elemento virtuoso e di successo: siamo quindi Noi, persone nane, che dobbiamo per primi non prestare il fianco ad atteggiamenti discriminanti o di scherno, perché spesso lo sguardo del prossimo può essere viziato da come noi ci (rap)presentiamo”.

Anna Bisceglia, curatrice del volume: “Nel loro complesso, i cinque saggi che compongono il libro provano a rendere conto della molteplicità dei punti di vista che caratterizzano il tema del nanismo, inserendosi in un dibattito assai ampio e quanto mai attuale in ogni angolo del globo, rispetto al quale le riflessioni degli studiosi e l’opera di inclusione e riconoscimento sociale hanno indubbiamente ancora molta strada da fare”.

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