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Avvisi bonari: appello dei commercialisti all’Agenzia delle Entrate

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Avvisi bonari, De Lise (commercialisti): diritto di difesa del contribuente sempre più limitato. Lanciato un appello all’Agenzia delle Entrate

“In tema di avvisi bonari, i tempi per garantire al contribuente di esercitare appieno il proprio diritto alla difesa e fornire i chiarimenti necessari per annullare o rideterminare la pretesa sono troppo brevi. A imprese, famiglie e ai professionisti che li seguono, viene chiesto di rispettare la scadenza di trenta giorni per raccogliere la documentazione necessaria, presentare richiesta di sgravio attraverso il canale Civis, attendere una risposta ed effettuare l’eventuale pagamento. Troppo poco, considerando che gli uffici dell’amministrazione finanziaria sono oberati dall’enorme quantità di avvisi bonari emessi e non riescono ad elaborare i chiarimenti del contribuente, che si ritrova a pagare anche una sanzione”. Lo scrive Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, in una lettera inviata al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

“Ci sembra che, in quest’ambito, il diritto di difesa del contribuente sia sempre più limitato. Eppure, l’articolo 10 dello Statuto dei Diritti del Contribuente dispone che non possono essere irrogate sanzioni a carico del contribuente laddove il suo comportamento risulti conseguente “a ritardi, omissioni o errori dell’amministrazione”.

In un’ottica di collaborazione, proponiamo all’Agenzia alcune soluzioni da attuare anche congiuntamente”, scrive De Lise. “Ad esempio: uniformare la tempistica a quella delle cartelle di pagamento; sospendere il decorso dei 30 giorni dalla presentazione dell’istanza di revisione sino alla risposta dell’Agenzia delle Entrate; attivare incontri in video call, ad oggi presenti solo in pochissimi uffici territoriali; stabilire un termine entro cui gli Uffici sono obbligati a rispondere alle istanze di revisione presentate”.

“Infine – conclude De Lise – si dovrebbe anche uniformare la procedura di gestione del contraddittorio, magari prevedendo un ufficio specifico dove il professionista incaricato dal contribuente possa recarsi per garantire maggiore velocità e correttezza delle operazioni”.

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