Beat elettronici e ambientazioni noir caratterizzano il sound del progetto, tra sinistre pulsazioni downtempo e soluzioni ritmiche prese con disinvoltura dal linguaggio urban e dalle evoluzioni della black music. Sui beat si innesta una voce grave che si muove tra spoken word e una sorta di rap anemico e primordiale, accennando qua e là melodie soul, I testi alternano sottile lirismo e crudo realismo, dipingendo storie il cui protagonista, Barabba, personaggio cinico e disilluso, anima tormentata che fatica a confrontarsi con la “normalità”, mette in scena i propri psicodrammi in una specie di continuo flusso di coscienza, raccontando di ansie, fantasmi personali e quotidiane miserie emotive. Il risultato è una sorta di trip hop esistenziale aggiornato all’era della trap e del cantautorato indie, ma dalle tinte decisamente più cupe, poco avvezzo a indulgere nei cliché di genere e altrettanto poco incline al lieto fine, per quanto non esente da una certa cinica ironia di fondo.
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