Site icon Corriere Nazionale

Progetto FORTEe: lo sport aiuta i bimbi con tumori del sangue

I pazienti con gruppo sanguigno 0 e Rh-positivo potrebbero avere una maggiore protezione contro il COVID-19: i dati dello studio presentato da IVI

Tumori del sangue e attività sportiva: al via il progetto FORTEe per i piccoli pazienti del Centro Maria Letizia Verga di Monza

Un programma per dimostrare quanto l’attività fisica sia d’aiuto ai bambini affetti da tumori del sangue. Si chiama “FORTEe project” ed è il bando di ricerca promosso dalla Commissione europea che è stato vinto dal Centro Maria Letizia Verga di Monza, uno dei punti di riferimento della sanità locale nell’ambito delle cure oncoematologiche.

Il progetto ha una durata di cinque anni e vede la partecipazione di istituti scientifici di 8 Paesi europei: oltre all’Italia, infatti, ci sono Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, Romania, Slovenia e Danimarca). Il suo scopo è quello di contribuire a diffondere lo sport come strumento utile a contrastare i problemi generati dalla malattia nei piccoli pazienti. Saranno 450 i cosiddetti CAYA (Children, Adolescents and Young Adults, cioè bambini adolescenti e giovani adulti) che stanno lottando contro diverse forme di tumori del sangue ad essere coinvolti nel progetto. Tutto nasce dal fatto che, in particolare nei periodi più critici, chi è affetto da queste forme si trova spesso in condizioni di immobilità: lo studio vuole focalizzare l’attenzione sul fatto che, se seguiti da esperti che monitorino costantemente la condizione clinica e di salute, l’attività fisica può fornire una spinta importante. Il progetto FORTEe è suddiviso in sette work packages e la Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma (MBBM), ente gestore del Centro Maria Letizia Verga, sarà il leader del work package dedicato alla sperimentazione clinica. A dirigere il programma è il professor Andrea Biondi, direttore scientifico del Centro Maria Letizia Verga, insieme alla professoressa Adriana Balduzzi, pediatra e responsabile del centro trapianti. Altro centro italiano è l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che partecipa al progetto per la parte di sperimentazione sui tumori solidi pediatrici.

Dal 2017 è attivo a Monza, nella Clinica Pediatrica della Fondazione Monza e Brianza, il progetto di ricerca “Sport Therapy” del Centro Maria Letizia Verga. In questi anni ha accolto circa 400 pazienti, dai 18 mesi ai 22 anni di età, di cui il 25% sottoposto a trapianto di midollo osseo, per un totale di oltre 10.300 allenamenti. I bambini iniziano il percorso all’esordio di malattia, a seguito di una visita medico-sportiva e una valutazione delle caratteristiche di potenza aerobica, forza, stabilità e flessibilità, per poi proseguire anche oltre il termine delle terapie. A ciascuno viene prescritto un allenamento di precisione e individualizzato. Ogni giorno, a seguito di una consultazione multidisciplinare tra pediatra, medico dello sport, scienziato motorio e osteopata, l’allenamento viene adeguato all’andamento clinico del singolo paziente. Tra gli sport che i piccoli pazienti possono praticare ci sono il golf, l’arrampicata su una parete attrezzata, il calcio e la bicicletta senza pedali.

FONTE: AVIS

Exit mobile version