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Neuropatia periferica diabetica associata a declino cognitivo

cellule beta finerenone sistemi di monitoraggio del glucosio

Nelle persone con diabete di tipo 2, la neuropatia periferica diabetica è risultata associata a risultati peggiori nei test cognitivi

Nelle persone affette da diabete di tipo 2, la neuropatia periferica diabetica ma non la neuropatia autonomica cardiovascolare è risultata associata a risultati peggiori nei test cognitivi, secondo quanto emerso nello studio GRADE pubblicato sul Journal of Diabetes and its Complications.

«Sembrerebbe che la funzione cognitiva e quella del sistema nervoso periferico condividano antecedenti comuni e in parte si sviluppino insieme» ha affermato il primo autore Joshua Barzilay, endocrinologo presso il Kaiser Permanente della Georgia e professore di medicina nella divisione di endocrinologia della Emory University School of Medicine. «Se davvero la neuropatia periferica subclinica si manifesta insieme alla disfunzione cognitiva subclinica nelle persone con diabete, questo suggerisce che le persone con neuropatia periferica potrebbero essere a rischio di sviluppare una disfunzione cognitiva clinica più grave in futuro».

La neuropatia diabetica periferica e la neuropatia autonomica sono le più comuni forme di neuropatia del sistema periferico, presenti in un terzo dei pazienti diabetici. La prima è una delle complicanze più serie del diabete e consiste in un danno ai nervi, con una sintomatologia varia e molteplice legata al fatto che diversi tipi di danni ai nervi causano sintomi differenti, come dolore e intorpidimento dei piedi o problemi relativi agli organi interni come il cuore e la vescica.

Lo studio GRADE
Nel Glycemia Reduction Approaches in Diabetes Study (GRADE), i ricercatori hanno analizzato i dati di 4.559 partecipanti con almeno 20 anni di età se erano indiani nativi americani o dell’Alaska oppure di età pari ad almeno a 30 anni per tutti gli altri, con una durata del diabete di tipo 2 inferiore a 10 anni, un valore basale di emoglobina glicata (HbA1c) compreso tra il 6,8% e l’8,5% e un velocità di filtrazione glomerulare stimata di almeno 30 ml/min/1,73 m2.

Per valutare la neuropatia periferica diabetica è stato utilizzato il Michigan Neuropathy Screening Instrument e per la neuropatia autonomica cardiovascolare si è fatto ricorso agli indici di variabilità della frequenza cardiaca. I pazienti hanno completato lo Spanish English Verbal Learning Test per misurare l’apprendimento verbale e il ricordo immediato e ritardato.

Per misurare le capacità esecutive frontali sono stati condotti il ​​Digit Symbol Substitution Test e i test di prontezza su animali e lettere. Il glucosio a digiuno e l’HbA1c sono stati misurati al basale e in 1.543 partecipanti è stata rilevata una proteina C-reattiva altamente sensibile misurata come parte di un sotto studio.

Risultati peggiori nei test cognitivi con la neuropatia periferica diabetica 
Nella coorte il 27,5% aveva neuropatia periferica diabetica e il 9,8% neuropatia autonomica cardiovascolare. Dopo l’aggiustamento per le covariate, la presenza di neuropatia periferica diabetica è stata associata a punteggi più bassi nel test di sostituzione del simbolo delle cifre, anche se solo l’1,2% della variazione del punteggio del test poteva essere spiegata solo da questa condizione. Dopo gli aggiustamenti non sono state osservate associazioni significative tra neuropatia autonomica cardiovascolare e qualsiasi marcatore cognitivo.

In modelli completamente aggiustati, la proteina C-reattiva altamente sensibile, i livelli di HbA1c, la pressione sanguigna sistolica e l’assunzione di alcol non erano associati alla neuropatia periferica diabetica, mentre lo era il colesterolo LDL. La circonferenza della vita e il rapporto urinario albumina/creatinina (UACR) sono state le variabili più forti nell’associazione tra neuropatia periferica diabetica e deterioramento cognitivo.

In sintesi la neuropatia periferica diabetica, ma non la neuropatia autonomica cardiovascolare, è risultata trasversalmente associata a prestazioni cognitive inferiori nelle persone con diabete di tipo 2 con durata inferiore ai 10 anni. Una maggiore circonferenza della vita e la UACR si sono rivelate variabili importanti in questa associazione.

Secondo Barzilay sono necessari ulteriori studi per comprendere i possibili meccanismi alla base dell’associazione tra neuropatia periferica diabetica e declino cognitivo. «Uno studio recente ha dimostrato che la stimolazione dei nervi periferici porta a cambiamenti della risonanza magnetica nelle aree cerebrali associate alla cognizione. Questo tipo di ricerche scientifiche può aiutare a spiegare come e perché esistono tali associazioni» ha concluso.

Bibliografia

Barzilay JI et al. The cross-sectional association of cognition with diabetic peripheral and autonomic neuropathy-The GRADE study. J Diabetes Complications. 2021 Dec;35(12):108047. 

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