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Tumore alla prostata: darolutamide riduce del 31% il rischio di morte

L’ecografia multiparametrica potrebbe essere utilizzata in alternativa alla risonanza magnetica come primo test in pazienti a rischio 

Tumore della prostata non metastatico resistente alla castrazione: darolutamide riduce del 31% il rischio di morte e aiuta a mantenere la qualità della vita

Il carcinoma della prostata è il secondo tumore più comunemente diagnosticato negli uomini e la quinta causa di morte per cancro nei maschi a livello mondiale. Ogni anno, in Italia, si stimano circa 37mila nuovi casi di tumore della prostata. Grazie ai farmaci sviluppati negli ultimi anni, più del 90% è vivo a 5 anni dalla diagnosi. Gli uomini affetti da carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione sono generalmente attivi e non presentano sintomi, ma sono a rischio elevato di sviluppare la malattia metastatica; circa un terzo dei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione sviluppa metastasi entro due anni.[1],[2] Una delle sfide più importanti è quindi quella di evitare l’insorgenza di metastasi[3], mantenendo inalterata la qualità di vita.

Nello studio di fase III ARAMIS, darolutamide, inibitore orale del recettore per gli androgeni, ha dimostrato di ridurre il rischio di morte del 31% e di migliorare la sopravvivenza libera da metastasi (40,4 mesi rispetto a 18,4 mesi del placebo), senza compromissione della qualità di vita. Ulteriori conferme su questa molecola sono emerse dalle  analisi dello studio ARAMIS presentate al Congresso dell’Associazione Americana di Urologia  (2021 AUA Annual Meeting) e al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO Congress 2021) che hanno valutato darolutamide nei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC). Queste analisi consolidano il profilo clinico di darolutamide e sottolineano la sua potenzialità nel controllo dei sintomi associati alla malattia localmente ricorrente in questi uomini. Inoltre, nel braccio con darolutamide si è ridotta la necessità di interventi locali invasivi. I dati di queste analisi forniscono una ulteriore evidenza che rafforza il profilo di efficacia e tollerabilità noto di darolutamide nei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione, con un progresso significativo della sopravvivenza libera da metastasi (MFS) e della sopravvivenza globale (OS), e un profilo di sicurezza favorevole in un periodo di trattamento prolungato paragonabile alla sola terapia di deprivazione androgenica (ADT).

“Novembre è il mese dedicato alla salute maschile, ed è sempre più importante poter disporre di armi efficaci come darolutamide per aiutare i pazienti con tumore della prostata a vivere meglio. I sintomi locali correlati all’apparato genitourinario possono influire negativamente sulla qualità di vita dei pazienti. Al momento della scelta del trattamento in un paziente con carcinoma della prostata non metastatico resistente a castrazione è importante, quindi, valutare farmaci come darolutamide che aiutano ad aumentare la durata di vita, riducendo il rischio complicanze correlate alla ripresa di malattia con un ottimo profilo di tollerabilità. Oltretutto, capire meglio il profilo di tollerabilità di una terapia aiuta a prevenire e a gestire gli eventi avversi indesiderati come fatigue, deficit cognitivo e ipertensione,” afferma il Prof. Daniele Santini, Professore Ordinario di Oncologia medica presso l’università Campus Bio-Medico di Roma. “Gli ultimi risultati presentati confermano che il trattamento con darolutamide per un periodo prolungato permette ai pazienti di mantenere una vita sociale e lavorativa attiva”.

Impatto di darolutamide sui sintomi locali nei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione (Presentazione PD34-10)
La ricerca presentata al Meeting annuale 2021 AUA ha mostrato che darolutamide ha prolungato il tempo al primo intervento invasivo per il tumore della prostata (HR=0,42; 95% CI: 0,28-0,62) ed è associato a una riduzione delle procedure invasive locali rispetto al placebo (4,7% vs. 9,6%). Darolutamide ha inoltre prolungato il tempo al peggioramento della qualità di vita secondo le sottoscale della European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire (EORTC-QLQ-PR25) dei sintomi urinari (25,8 mesi versus 14,8; HR 0,65; 95% CI 0,54-0,76) e dei sintomi intestinali (18,4 mesi versus 11,5; HR 0,78; 95% CI 0,66-0,92) versus placebo. E’ stata osservata una minima differenza tra darolutamide e placebo nell’incidenza di eventi avversi di tipo urinario, tra cui infezione delle vie urinarie (5,3% versus 5,6%) e minzione frequente anomala (4,4% versus 3,2%), e l’incidenza è risultata inferiore nel braccio con darolutamide per ritenzione urinaria (3,8% versus 7,4%), ematuria (4,5% versus 5,4%), e disuria (2,6% versus 5,2%).

Profilo del decorso degli eventi avversi di particolare interesse e degli eventi avversi gravi con darolutamide nello studio ARAMIS (E-Poster 630P)
Ulteriori analisi dello studio di Fase III ARAMIS presentate al Congresso ESMO 2021 hanno valutato gli eventi avversi di particolare interesse comunemente associati a questa classe di farmaci (fatigue, cadute, fratture, ipertensione, deficit mentale, eruzioni cutanee), gli eventi avversi di grado 3/4 e gli eventi avversi gravi: è stato confermato il profilo di sicurezza di darolutamide, con un’insorgenza di eventi avversi e un’incidenza cumulativa simile rispetto al placebo. Nel primo mese di trattamento, i tassi di nuovi eventi avversi erano sovrapponibili per darolutamide rispetto a placebo relativamente a cadute (0,2% versus 0,7%), fratture (0,4% versus 0,5%), deficit cognitivo (0% versus 0,4%), ipertensione (1,7% versus 1,1%) ed eruzioni cutanee (0,7% versus 0,2%). Tra gli uomini che presentavano fatigue nei primi 24 mesi (12,6% versus 8,3%), circa la metà ha manifestato affaticamento durante il primo mese in entrambi i bracci di trattamento con darolutamide e placebo (5,9% versus 4,0%). Durante i primi 24 mesi del periodo in doppio cieco, l’incidenza degli eventi avversi di particolare interesse nel gruppo con darolutamide era bassa e ≤2%, diversamente da quella nel gruppo con placebo, tranne che per la fatigue.

Lo studio ARAMIS
ARAMIS è uno studio randomizzato di fase III, multicentrico, in doppio cieco, controllato rispetto a placebo per l’analisi della sicurezza e dell’efficacia di darolutamide, assunto per via orale, nei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione in trattamento con terapia di deprivazione androgenica (ADT) e ad alto rischio di sviluppare metastasi. Nello studio clinico 1.509 pazienti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere 600 mg di darolutamide per via orale due volte al giorno oppure placebo in associazione con ADT. I pazienti con una storia di convulsioni sono stati ammessi allo studio.

I risultati dello studio ARAMIS pubblicati in precedenza hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo dell’endpoint primario di efficacia, la sopravvivenza libera da metastasi (MFS), con una mediana di 40,4 mesi per darolutamide e ADT rispetto a 18,4 mesi per placebo e ADT (p<0.001).

Darolutamide ha inoltre migliorato significativamente la sopravvivenza globale (OS), dimostrando una riduzione del 31% del rischio di morte (HR=0,69, 95% CI 0,53-0,88; p=0,003) in combinazione con ADT, paragonato a placebo con ADT. Darolutamide ritarda la manifestazione dei sintomi legati al cancro, limitando la tossicità associata al trattamento del carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione.

Darolutamide
Darolutamide è un inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) con una struttura chimica peculiare: si lega al recettore degli androgeni con un’elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo la funzione del recettore e la crescita delle cellule del carcinoma prostatico. È inoltre in corso uno studio di Fase III (ARASENS) di darolutamide nel tumore della prostata ormono-sensibile metastatico. Informazioni sullo studio sono disponibili al sito www.clinicaltrials.gov.

Darolutamide è approvato in numerosi Paesi, compresi Stati Uniti, Unione Europea, Brasile, Canada, Cina e Giappone per il trattamento dei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC), ad alto rischio di sviluppare metastasi. Autorizzazioni sono in via di approvazione o programmate in altri Paesi. Il prodotto è sviluppato da Bayer in collaborazione con Orion Corporation, un’azienda farmaceutica finlandese che opera su scala mondiale.

 Il carcinoma della prostata e Bayer
Bayer è impegnata a fornire soluzioni per una vita migliore sviluppando un portafoglio di trattamenti innovativi. L’azienda ha la passione e la determinazione per sviluppare nuovi farmaci che possano migliorare e prolungare la vita delle persone colpite dal cancro. Il carcinoma prostatico è il secondo tumore più comunemente diagnosticato negli uomini e rappresenta un settore chiave di ricerca per Bayer. Il franchise aziendale comprende due molecole sul mercato (darolutamide e radio-223 dicloruro) e numerosi altri prodotti in corso di sviluppo, tra cui un approccio particolare di terapie target alfa avanzate. Bayer è impegnata ad affrontare le particolari necessità dei pazienti con carcinoma prostatico, fornendo trattamenti che prolungano la loro vita attraverso diverse fasi della malattia e dando loro la possibilità di continuare le attività di tutti i giorni, perché possano vivere meglio e più a lungo.

[1] Kirby M. et al. Characterising the castration-resistant prostate cancer population: a systematic review. Int J Clin Pract. 2011; 65(11):1180-1192. doi:10.1111/j.1742-1241.2011.02799.

[2] Hong J, Kim IY et al. Nonmetastatic Castration-Resistant Prostate Cancer. Korean J Urol. 2014; 55(3):153. doi:10.4111/kju.2014.55.3.153.

[3] GLOBAL CANCER OBSERVATORY: Prostate Cancer. Cancer Today. http://gco.iarc.fr/today/data/pdf/fact-sheets/cancers/cancer-fact-sheets-19.pdf. Published 2018. Last Accessed August 2021.

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