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Il rapporto con il cibo dipende dal vissuto nell’infanzia

Uno studio ha indagato il rapporto dei giovani con il cibo e ha scoperto che quanto vissuto durante l'infanzia riveste un ruolo chiave

Due studi hanno indagato il rapporto dei giovani con il cibo e scoprendo che quanto vissuto durante l’infanzia riveste un ruolo chiave

Non c’è una modalità unica per aiutare le persone ad avere un rapporto meno problematico con il cibo: di certo c’è però che sono del tutto inutili, quando non dannosi, gli atteggiamenti punitivi o coercitivi che i genitori infliggono ai figli durante l’infanzia.
Ora due studi danno una risposta a quella che è una delle maggiori apprensioni materne e aiutano a comprendere meglio le caratteristiche di adolescenti e giovani che provano repulsione verso molti alimenti, sia familiari sia nuovi.

Nel primo, pubblicato sul “Journal of Nutrition Education and Behavior”, i ricercatori della Bowling Green State University, negli Stati Uniti, hanno chiesto a circa 500 studenti di college di definire il proprio rapporto con il cibo, e hanno così scoperto un primo dato interessante: il 40% di loro si è dichiarato schizzinoso nel mangiare, una percentuale superiore alle attese che fa capire come il fenomeno sia probabilmente molto più diffuso di quanto non dicano le stime ufficiali. Di questi, circa il 65% ha affermato di mangiare sempre gli stessi alimenti, meno di dieci in totale. Analizzando poi i rapporti sociali, gli autori hanno fatto emergere che le persone selettive sono anche spesso vittima di ansie sociali e fobie e che hanno in generale una qualità di vita peggiore rispetto a quella dei coetanei che mangiano senza stress.

Nel secondo studio, condotto dai ricercatori della Duke University di Durham e pubblicato dal “International Journal of Eating Disorders”, i ricercatori raccolto i giudizi di quanti hanno un positivo rapporto con il cibo. Ne è emerso che oltre l’80% di chi riferiva di aver vissuto esperienze utili durante l’infanzia, riportava un atteggiamento costruttivo e flessibile dei genitori.

Nei racconti veniva descritto un contesto in cui erano state svolte lezioni sulle caratteristiche nutrizionali degli alimenti o sui benefici di un’alimentazione equilibrata e completa. Importante si è dimostrato il coinvolgimento nella preparazione del cibo e la conoscenza di cucine etniche.

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