Site icon Corriere Nazionale

Malattia renale cronica: Dapagliflozin riduce albuminuria

Malattia renale cronica, con o senza diabete di tipo 2: l'SGLT2 inibitore dapagliflozin ha ridotto l'albuminuria, con un maggiore effetto in presenza di diabete

Malattia renale cronica, con o senza diabete di tipo 2: l’SGLT2 inibitore dapagliflozin ha ridotto l’albuminuria, con un maggiore effetto in presenza di diabete

Nei pazienti con malattia renale cronica, con o senza diabete di tipo 2, l’SGLT2 inibitore dapagliflozin ha ridotto l’albuminuria, con un maggiore effetto in presenza di diabete, secondo i dati dello studio DAPA-CKD pubblicati su The Lancet Diabetes & Endocrinology.

«L’effetto è stato maggiore nei soggetti con diabete di tipo 2 rispetto a quelli senza diabete» ha affermato l’autore senior Hiddo Heerspink dell’University Medical Center Groningen nei Paesi Bassi. «L’efficacia simile sugli esiti clinici nei due tipi di pazienti suggerisce che parte dell’effetto protettivo di dapagliflozin sia mediato da percorsi non correlati alla riduzione dell’albuminuria».

La riduzione dell’albuminuria è associata a un conseguente minor rischio di insufficienza renale nei pazienti con malattia renale cronica (CKD). Dapagliflozin l’ha ridotta significativamente nei pazienti con diabete di tipo 2 e funzione renale normale o quasi normale. Non è noto se questo effetto persista nei pazienti con malattia renale cronica con e senza diabete di tipo 2. «Abbiamo valutato gli effetti di dapagliflozin sull’albuminuria in pazienti con malattia renale cronica con e senza diabete di tipo 2 nello studio DAPA-CKD (dapagliflozin and prevention of adverse outcomes in chronic kidney disease)» hanno premesso gli autori

Il protocollo dello studio, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo e randomizzato, condotto in 386 siti in 21 paesi, ha definito la malattia renale cronica come una velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) da 25 a 75 ml/min/1,73 m2 e un rapporto albumina-creatinina urinaria (UACR) compreso tra 200 e 5.000.

Un totale di 4.304 partecipanti hanno ricevuto dapagliflozin 10 mg o placebo una volta al giorno e sono stati seguiti per una mediana di 2,4 anni. La UACR mediana è stata di 949.

Superiorità schiacciante rispetto al placebo
Da rilevare che il trial è stato interrotto in anticipo per una schiacciante efficacia rispetto al placebo sulla base di una raccomandazione dell’Indipendent Data Monitoring Committee. In questa analisi prespecificata, nel complesso dapagliflozin ha ridotto la media geometrica UACR del 29,3% rispetto al placebo.

Nei pazienti con diabete di tipo 2, rispetto al placebo, dapagliflozin ha determinato una riduzione percentuale della media geometrica del 35,1%, rispetto al 4,8% nei pazienti senza diabete di tipo 2.

Tra i 3.860 partecipanti con un UACR di almeno 300 al basale, l’SGLT2 inibitore ha aumentato la probabilità di regressione nello stadio UACR (hazard ratio, 1,81), mentre tra i 3.820 con UACR inferiore a 3.000 al basale ha ridotto il rischio di progressione dello stadio UACR (0,41).

Riduzioni maggiori dell’UACR al giorno 14 del trattamento erano significativamente associate a una lieve riduzione dell’eGFR durante il follow-up.

Un nuovo standard di cura per diabete e CKD
In un editoriale di accompagnamento, l’autrice Katherine Tuttle della University of Washington School of Medicine di Seattle ha dichiarato che «lo studio ha saldamente stabilito l’inibizione SGLT2 come un nuovo standard di cura per le persone con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica».

«L’uso dell’albuminuria per stratificare il rischio e seguire la risposta al trattamento è indiscutibile» ha affermato «e il trattamento dovrebbe essere intensificato se si verifica albuminuria. Per quanto riguarda l’utilizzo della pendenza dell’EGFR sarà importante determinare se la pendenza storica prima di iniziare una terapia fa prevedere quella futura per la valutazione della risposta terapeutica».

Ora che i benefici degli SGLT2 inibitori sono stati dimostrati, ha aggiunto, sono necessari più educazione, coordinamento e modelli di cura multidisciplinari e multispecialistici, dato che il numero di pazienti con un’indicazione per il monitoraggio della CKD (albuminuria/eGFR) e il trattamento con SGLT2 inibitori è enorme. Una cura ottimale richiederà chiaramente uno sforzo di squadra.

Bibliografia

Jongs N et al. Effect of dapagliflozin on urinary albumin excretion in patients with chronic kidney disease with and without type 2 diabetes: a prespecified analysis from the DAPA-CKD trial. Lancet Diabetes Endocrinol. 2021 Nov;9(11):755-766.
Leggi

Tuttle KR. Forecasting therapeutic responses by albuminuria and eGFR slope during the DAPA-CKD trial. Lancet Diabetes Endocrinol. 2021 Nov;9(11):727-728.
Leggi

Exit mobile version