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Incyte taglia il traguardo dei 5 anni in Italia

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Incyte è un’azienda biotecnologica focalizzata soprattutto in oncologia e in ematologia: da5 anni in Italia, è nella top 10 della ricerca del nostro Paese

Incyte è un’azienda biotecnologica focalizzata soprattutto in oncologia e in ematologia. Li racconta a Pharmastar Onofrio Mastandrea amministratore delegato della filiale italiana. «Quest’anno Incyte celebra i suoi primi 5 anni in Italia, un lasso di tempo in cui ha posto solide basi per mettere a disposizione dei pazienti e della comunità scientifica soluzioni cliniche capaci di rispondere a bisogni clinici ancora senza risposta».

L’azienda è nata nel 2002 a Wilmington (Delaware, Usa) su iniziativa di un gruppo di 23 ricercatori. Adesso è una azienda biofarmaceutica con una forte vocazione per la ricerca presente in Usa, in 10 Paesi europei, in Canada, in Giappone e in Cina e che conta oltre 2000 dipendenti di cui 800 dedicati alla Ricerca e Sviluppo.

«Dal punto di vista scientifico – prosegue Mastandrea – Incyte si muove su tre direzioni: l’oncologia, l’infiammazione e autoimmunità e l’ematologia. La nostra esperienza, unica nella chimica medicinale e nella biologia, ci ha permesso di creare un portafoglio diversificato di prodotti commercializzati e candidati clinici, la maggior parte dei quali sono stati scoperti dagli scienziati di Incyte. Stiamo portando avanti una pipeline crescente di farmaci in oncologia, ematologia e infiammazione e autoimmunità».

Tra le tappe principali della storia dell’azienda ci sono il 2011, anno in cui la FDA approva ruxolitinib come primo trattamento per la mielofibrosi e il 2016 quando l’azienda acquisisce le operazioni europee di Ariad Pharmaceuticals. Fondamentale anche il 2020 quando l’FDA approva pemigatinib come prima terapia target per il trattamento del colangiocarcinoma e tafasitamab, in combinazione con lenalidomide, come trattamento di seconda linea per il DLBCL. Quest’anno, entrambi i trattamenti sono stati approvati anche in Europa.

E in Italia? «Nel nostro Paese – sottolinea Mastandrea – l’attività scientifica è molto intensa. Basti pensare che sono in corso 40 trials che coinvolgono più di 12 nuove opzioni di trattamento e con oltre 300 pazienti arruolati in Italia.» Oltre il 25% degli studi sono di fase 1, con 12 prodotti in sviluppo e oltre 380 centri coinvolti. In questo senso l’azienda si muove secondo le direttive ministeriali circa l’importanza per l’Italia degli studi di fase precoce.

Con un comprensibile orgoglio, Mastandrea sottolinea «Pur essendo una società di dimensioni differenti rispetto alle big pharma, Incyte ha una leadership all’interno del rapporto nazionale stilato da AIFA sulla sperimentazione clinica. Sia nel 2019 che nel 2020, ci siamo posizionati all’interno della top ten delle aziende del Pharma che nel nostro Paese investono di più in ricerca clinica, in termini di nuovi studi clinici approvati per anno».

Mastandrea ci ha raccontato anche due esempi virtuosi di impegno nella responsabilità sociale. Il primo è un progetto di analisi mutazionale del gene BCR-ABL in “Next Generation Sequencing”. Il progetto è reso possibile da Incyte attraverso un accordo con il Laboratorio Genoma Group ed è focalizzato sui pazienti affetti da Leucemia Mieloide cronica e Leucemia Linfoblastica Acuta Ph+. In questo momento in Italia sono circa 80 i centri che ne stanno usufruendo. La conoscenza della presenza di questo tipo di mutazioni è preziosa per il clinico per personalizzare la sua scelta terapeutica.

L’altro esempio di social responsability è un progetto patrocinato da AIL e realizzato insieme al gruppo editoriale Gedi (quello di Repubblica). Prevede la realizzazione di quattro podcast che attraverso la voce dei pazienti e dei medici mettono in luce i bisogni e il vissuto delle persone che convivono con la leucemia mieloide cronica.

Farmaci commercializzati in Europa da Incyte 
Ponatinib: il farmaco è indicato per la leucemia mieloide cronica e viene commercializzato con il marchio Iclusig. Ha come target il BCR-ABL nativo, ma anche le sue isoforme che portano mutazioni che conferiscono resistenza al trattamento, compresa la mutazione T315I, associata alla resistenza ad altri TKI approvati.
Nell’UE, Iclusig è approvato per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide cronica (CML) in fase cronica, in fase accelerata o in fase blastica resistenti a dasatinib o nilotinib, intolleranti a dasatinib o nilotinib e per i quali il successivo trattamento con imatinib non sia clinicamente appropriato; o che hanno la mutazione T315I, o il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta positiva al cromosoma Philadelphia (Ph+ ALL) che sono resistenti a dasatinib; che sono intolleranti a dasatinib e per i quali il successivo trattamento con imatinib non è clinicamente appropriato; o che hanno la mutazione T315I.

Pemigatinib: il farmaco è un inibitore della chinasi indicato negli Stati Uniti e in Europa per il trattamento di adulti con colangiocarcinoma non resecabile localmente avanzato o metastatico precedentemente trattato che presentano una fusione o un riarrangiamento del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti isoforma 2 (FGFR2) o altro riarrangiamento.
Pemigatinib è un potente e selettivo inibitore orale delle isoforme 1, 2 e 3 di FGFR che, in studi preclinici, ha dimostrato un’attività farmacologica selettiva contro le cellule tumorali con alterazioni di FGFR.
Il farmaco è il primo nuovo trattamento per questa indicazione da oltre 10 anni a questa parte.
Lo studio FIGHT-207, che valuta pemigatinib nei tumori maligni FGFR agnostici, ha completato il reclutamento. Sulla base dei risultati di questo studio, Incyte ha identificato le popolazioni che possono potenzialmente beneficiare del trattamento con pemigatinib e intende avviare studi di fase 2 nel glioblastoma e nel carcinoma polmonare non a piccole cellule all’inizio del prossimo anno.

Farmaci di ricerca Incyte commercializzati in Europa da altre società
Il farmaco di punta dell’azienda, ruxolitinib (Jakafi), è commercializzato da Incyte negli Stati Uniti, mentre Novartis gestisce la distribuzione del prodotto nel resto del mondo (e quindi anche in Italia) con il marchio di Jakavi.
Il farmaco è utilizzato per la terapia di tre indicazioni terapeutiche: 1) adulti affetti da mielofibrosi; 2) adulti affetti da policitemia vera che hanno già assunto il preparato idrossiurea, il quale è risultato tuttavia non sufficientemente efficace o scarsamente tollerato; 3) adulti e bambini di età a partire dai 12 anni con malattia del trapianto contro l’ospite in forma acuta che hanno assunto corticosteroidi senza ottenere un’efficacia sufficiente.

L’altro farmaco sviluppato da Incyte e commercializzato a livello globale da Eli Lilly è l’anti JAK baricitinib indicato per l’artrite reumatoide. Il farmaco viene anche studiato per la dermatite atopica: Fase 3 (BREEZE-AD); approvato in UE e Giappone; sNDA in corso di revisione, l’alopecia areata grave: Fase 3 (BRAVE-AA1, BRAVE-AA2) e il Lupus eritematoso sistemico: Fase 3 (BRAVE I, BRAVE II)

Diamo uno sguardo alla pipeline
Tafasitamab: a fine agosto, l’Ema ha approvato la commercializzazione di tafasitamab in combinazione con lenalidomide, seguita da tafasitamab in monoterapia, per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario che non sono idonei al trapianto autologo di cellule staminali (ASCT). Si stima che in Europa i pazienti eligibili a questo trattamento siano 16.400 e in Italia oltre 4mila.
All’ottenimento dal parere positivo del Chmp, l’azienda ha sottomesso in Italia il dossier di rimborsabilità di tafasitamab e sta collaborando con le autorità regolatorie italiane per cercare di mettere il farmaco a disposizione dei pazienti e della comunità scientifica.

I dati aggiornati a tre anni dello studio di fase 2 L-MIND che valuta tafasitamab in combinazione con lenalidomide come trattamento per pazienti adulti con DLBCL recidivato o refrattario sono stati presentati al Congresso dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA). Sono in corso diversi studi che valutano tafasitamab in varie combinazioni per il trattamento di pazienti con DLBCL, linfoma follicolare, linfoma della zona marginale e altri tumori maligni a cellule B, compresi due studi di fase 3 (inMIND e frontMIND) attualmente in corso. Un’ulteriore trial esplorativo (coreMIND) di tafasitamab in combinazione con parsaclisib per il trattamento di pazienti con leucemia linfocitica cronica (CLL) recidivata o refrattaria dovrebbe iniziare nei prossimi sei mesi.

Ruxolitinib crema: a giugno, al simposio virtuale Revolutionizing Atopic Dermatitis (RAD) sono stati presentati i dati di sicurezza ed efficacia a 52 settimane dei due studi di fase 3 TRuE-AD che valutano la crema di ruxolitinib nella dermatite atopica lieve-moderata. Questi dati sono stati la base per una nuova richiesta di New Drug Application che richiede l’approvazione di ruxolitinib crema per il trattamento della dermatite atopica (AD); la data del PDUFA (Prescription Drug User Fee Act) è stata estesa al 21 settembre 2021.
È in corso uno studio di fase 3 (TRuE-AD3) che valuta la crema di ruxolitinib nei bambini (da 2 a <12 anni) con dermatite atopica.

A maggio, Incyte ha annunciato risultati positivi dal suo programma registrativo di Fase 3 TRuE-V di ruxolitinib crema in pazienti adolescenti e adulti con vitiligine. Entrambi gli studi TRuE-V1 e TRuE-V2 hanno soddisfatto gli endpoint primari e secondari chiave, compresi i risultati riportati dai pazienti. Il profilo complessivo di efficacia e sicurezza di ruxolitinib crema è coerente con i dati di fase 2 precedentemente riportati e non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza. Le parti di efficacia e sicurezza a lungo termine di entrambi gli studi continueranno come previsto.
Infine, è proprio novità di queste ultime settimane la validazione da parte di EMA della sottomissione per l’autorizzazione all’immissione in commercio in Europa di ruxolitinib crema per il trattamento della vitiligine.

Parsaclisib: Al Congresso dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA), Incyte ha presentato i dati di Fase 2 che valutano parsaclisib nell’anemia emolitica autoimmune. La maggior parte dei pazienti ha ottenuto una risposta con parsaclisib durante il periodo iniziale di trattamento di 12 settimane. Il trattamento con parsaclisib è stato generalmente ben tollerato. Sulla base di questi risultati, Incyte prevede di iniziare una sperimentazione di fase 3 entro la fine dell’anno.

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