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Per curare le interstiziopatie polmonari serve cooperazione

Interstiziopatie polmonari: per impostare un adeguato piano terapeutico c'è bisogno di una forte cooperazione tra diversi professionisti sanitari

Interstiziopatie polmonari: per impostare un adeguato piano terapeutico c’è bisogno di una forte cooperazione tra diversi professionisti sanitari

Investire sulla formazione, sviluppare una rete di comunicazione tra centri di riferimento, adottare un protocollo comune per favorire la presenza e la corretta gestione di team multidisciplinari. Sono questi i punti da affrontare per implementare la diagnosi precoce delle interstiziopatie polmonari (o ILD) nei pazienti colpiti da malattie reumatologiche autoimmuni.  E’ quanto emerso, nei giorni scorsi, durante il Webinar Nazionale del progetto RETE ILD, dal titolo “L’impatto della collaborazione multidisciplinare nella gestione delle ILD nei pazienti con malattie reumatologiche autoimmuni: il progetto RETE ILD”. L’intera iniziativa è stata organizzata da ISHEO con il contributo incondizionato di Boehringer Ingelheim Italia S.p.A. Nasce dalla necessità di promuovere la collaborazione multidisciplinare tra medici specialisti in reumatologia e pneumologia, come anche in radiologia e medicina interna e dall’esigenza di definire una guida per un percorso di diagnosi precoce e che sia condiviso da tutte le discipline cliniche interessate e dalle Associazioni di pazienti di riferimento.

“L’impegno polmonare è presente, in diversa misura e con diversa prevalenza a livello di manifestazione clinica, in diverse Malattie Reumatologiche Autoimmuni – ha affermato il prof. Gian Domenico Sebastiani – Direttore Unità Operativa Complessa di Reumatologia, Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini” di Roma -. Vi è dunque la necessità di una collaborazione multidisciplinare tra reumatologo e pneumologo, per approfondire e definire meglio alcune caratteristiche relative alla situazione del paziente e insieme impostare congiuntamente il piano terapeutico. La collaborazione riguarda anche il radiologo che è parte integrante dell’analisi del paziente e altri specialisti coinvolti a seconda delle manifestazioni cliniche prevalenti  (cardiologo, nefrologo, internista, neurologo, gastroenterologo, dermatologo, ecc.)”

Proprio per promuovere la realizzazione di Team Multidisciplinari efficienti e utili per migliorare l’accuratezza e i tempi della diagnosi, il Prof. Carlo Vancheri – Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Università degli Studi di Catania, ha evidenziato come “l’awareness sulle ILD e la formazione devono acquisire un ruolo fondamentale. La conoscenza e consapevolezza di queste problematiche, purtroppo, non è diffusa in maniera omogenea in tutta Italia a livello sia di pubblica opinione che di operatori sanitari.  Aumentare la conoscenza di queste patologie è invece la vera chiave, lo strumento migliore per arrivare ad una diagnosi precoce, ed è un aspetto strettamente legato alla formazione. Quest’ultima è indispensabile per un miglioramento nella qualità e accuratezza del lavoro di tutti  gli specialisti coinvolti nel processo di gestione clinica di queste malattie”.

“Un altro importante aspetto da considerare per una precoce identificazione delle complicanze polmonari nei pazienti reumatologici riguarda l’impiego degli strumenti radiologici – ha sottolineato il Prof. Nicola Sverzellati – Direttore di Unità Operativa di Scienze Radiologiche, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma -. Le malattie polmonari associate a malattie reumatologiche autoimmuni sono tra le più complesse da individuare ed analizzare a livello di imaging e la TAC del torace ad alta risoluzione (HRCT) risulta essere sempre lo strumento migliore per l’identificazione precoce delle ILD. La corretta esecuzione, tuttavia, è indispensabile per poter ottenere un referto che consenta realmente di interpretare la condizione del paziente, e tale aspetto può essere migliorato solo attraverso una formazione adeguata degli specialisti radiologi”.

“L’affidamento di un paziente ad un centro di riferimento che sappia gestire il percorso da un punto di vista clinico e radiologico è la maggior criticità legata al problema del ritardo di una diagnosi delle ILD – conclude il prof. Antonino Mazzone – Direttore del Dipartimento Area Medica, Cronicità e Continuità Assistenziale, Asst Ovest Milanese di Legnano -. È opportuno sviluppare o intensificare competenza e formazione, creare al più presto un percorso virtuoso implementando il funzionamento in rete dei sistemi Hub & Spoke ed identificando formalmente secondo criteri definiti i centri Hub per la presa in carico, gestione e cura delle ILD in pazienti con malattie reumatologiche autoimmuni”.

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