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Mammografia: le cancellazioni tornano a diminuire

Tumore al seno: con la pandemia 816mila mammografie in meno, ci saranno conseguenze importanti per l'intero sistema sanitario

Il numero di donne che hanno annullato gli appuntamenti per la mammografia è dapprima aumentato ma ora torna a scendere

Secondo uno studio del Loma Linda University Health pubblicato da The American Surgeon, il numero di donne che hanno annullato gli appuntamenti per la mammografia è dapprima aumentato, nel primo periodo della pandemia di COVID-19, per diminuire gradualmente fino ai livelli basali pre-pandemici. Gli autori dello studio auspicano che i risultati possano aiutare i chirurghi oncologi senologi a prendersi cura della potenziale ondata di pazienti che si presenteranno con stadi più avanzati del tumore del seno.

“Dal punto di vista oncologico, temevamo che le donne che non si erano presentate agli appuntamenti di screening potessero in seguito ricevere diagnosi del tumore in stadi più avanzati”, afferma Sharon Lum, MD, responsabile del Dipartimento di Chirurgia del LLUH e investigatore principale dello studio. “Questo è il motivo per cui abbiamo voluto esaminare le tendenze e le possibili motivazioni delle cancellazioni delle mammografie nei mesi iniziali della pandemia”.

Lum e altri ricercatori del Loma Linda University Health hanno analizzato i numeri e le motivazioni delle pazienti che stavano alla base delle cancellazioni delle mammografie al Loma Linda University Cancer Center dall’1 gennaio al 31 agosto 2020.

Le disdette sono notevolmente aumentate, fino a raddoppiare a marzo dello scorso anno. Le motivazioni della cancellazione andavano da problematiche amministrative a richieste dei medici, preoccupazioni legate al COVID-19 e ragioni imprecisate. Lo studio ha rilevato che le pazienti, che avevano annullato gli appuntamenti di mammografia per motivi legati al COVID, hanno raggiunto il picco ad aprile. Le cancellazioni sono diminuite lentamente da agosto 2020, periodo in cui sono state allentate le restrizioni.

Gli autori fanno risalire questa tendenza al momento della diffusione delle raccomandazioni da parte delle organizzazioni sanitarie di ritardare le procedure di elezione e alcuni tipi di screening. Per esempio, il governatore della California il 19 marzo ha emesso l’ordine di ‘rimanere a casa’, mentre l’American Society of Breast Surgeons e l’American College of Radiology hanno rilasciato una dichiarazione congiunta raccomandando il rinvio degli screening del seno a partire dal 26 marzo 2020.

Nello stesso periodo in cui si è verificato questo incremento della cancellazione di mammografie, Lum e colleghi hanno notato anche un aumento dell’utilizzo da parte delle pazienti di MyChart, un portale elettronico per le utenti. Lum sottolinea che l’uso di MyChart sia aumentato nel tempo, anche se le cancellazioni delle mammografie sono alla fine diminuite, arrivando alla conclusione che la telemedicina possa continuare a essere utilizzata anche dopo la pandemia.

“Ogni mammografia cancellata è un’opportunità persa di individuare un tumore”, ha affermato Lum. “Possiamo far leva sull’incremento dell’accesso delle pazienti al portale sanitario elettronico per cercare di recuperare gli esami annullati e favorire il ripristino dei vari programmi di screening”.

Inoltre, i risultati potrebbero aiutare i chirurghi oncologi senologi nel caso dovessero vedere pazienti che avevano cancellato le mammografie all’inizio della pandemia e che ora ricevono diagnosi in uno stadio più avanzato. Secondo Lum, i dati suggeriscono la mobilitazione dei chirurghi oncologici a rendere disponibili le risorse, compresa l’assistenza multidisciplinare. I chirurghi stessi possono infatti affrontare le problematiche sulle opzioni di ricostruzione della mammella nelle pazienti che si presentano con tumore in stadio più avanzato.

Le implicazioni dello studio sono rivolte a tutta la comunità medica, poichè i medici e i ricercatori hanno osservato simili cali anche negli screening per il tumore del colon e della cervice, durante la pandemia.

Lo studio suggerisce ulteriori ricerche per analizzare accuratamente in che modo gli screening oncologici non effettuati durante la pandemia possano influenzare gli esiti oncologici e la possibile sovra-stadiazione. Mentre le ricerche in corso cercano di scoprire le possibili cause, Lum sollecita le donne dai 40 anni in sù a programmare le mammografie al più presto.

“Le conoscenze che ora possediamo e gli strumenti che abbiamo a disposizione, come una migliore conoscenza della trasmissione virale, esami e vaccinazioni che non avevamo in quel periodo, ci permettono di limitare in sicurezza il rischio di esposizione al COVID per le donne che raggiungono le strutture sanitarie”, evidenzia Lum. Con la certezza che tutto il personale sanitario indossi mascherine e sia in possesso di certificazioni con test negativo o vaccinazione, mentre tutti i pazienti vengono sottoposti a screening per il COVID-19 prima di entrare nella struttura.

“Spero vivamente che si ritorni a una certa normalità e a stili di vita salutari che comprendono tutte le misure di prevenzione e gli screening che facevamo prima”, conclude Lum. “Questo è strettamente legato alla prevenzione del COVID-19 e di altre malattie evitabili con le vaccinazioni”.

FONTE: AIOM

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