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Bacche di Goji: fanno davvero bene? Parlano gli esperti

Bacche di Goji: fanno davvero bene?

Italiani e bacche di Goji: un amore che conquista il mercato. Anche la salute? Parla l’esperto del CEMAD Gemelli

Non solo pasta, olio e passata: gli italiani a tavola sono grandi amanti di superfood, in particolare di bacche di Goji. Un’ampia indagine Nielsen evidenziava già anni fa che i nostri connazionali sono addirittura i primi in Europa per il consumo di questo super food: il 16% degli intervistati dichiarava di consumarli regolarmente – rispetto al 6% in Germania, Spagna e Gran Bretagna (pre_Brexit!). Non solo: la stessa indagine fotografava che gli italiani convinti dei grandi benefici delle bacche di Goji fossero ben sette su dieci.

D’altra parte, l’attenzione a una tavola più sana è una tendenza che non accenna a rallentare, e la pandemia stessa ha modificato le abitudini alimentari, portando quasi 1 italiano su 2 a mangiare meglio. Lo conferma il recentissimo Rapporto COOP 2021, pur evidenziando come tra i cibi più venduti negli scaffali la crescita più alta l’abbiano avuta gli insaccati, non proprio simbolo di healthy food. Ma partiamo dall’inizio!

Bacche di Goji: di cosa parliamo

Le bacche di Goji sono il frutto di un arbusto spontaneo, chiamato Lycium barbarum, che appartiene alla famiglia della Solanacee – come melanzane e peperoni. Sono largamente utilizzate da millenni in Asia, Cina, Tibet e Mongolia in particolare, ma l’origine della pianta potrebbe risalire proprio al nostro Mediterraneo. Presso gli scavi di Pompei, racconta il promotore di una filiera tutta italiana di Goji “fu rinvenuta l’ampolla di un farmacista dell’epoca, risalente a più di 2.000 anni fa, con la scritta Lykion: il Goji si utilizzava come collirio”. Non solo: il nome stesso della pianta di Goji sembra provenire dalla Licia, tra Turchia e Grecia.

Come per molti superfood, l’offerta sul mercato viene in gran parte da produzioni estere, ma va osservato che negli ultimi anni sono molto numerosi i produttori italiani, soprattutto piccoli e nel Sud Italia, la Piana di Sibari in particolare, che hanno avviato la produzione e la distribuzione di bacche di Goji.

Quali sono i benefici delle bacche di Goji

Ma in che termini le bacche di Goji sono “assurte” al rango di superfood? Il Dr. Emanuele Rinninella (Dirigente Medico, UOC Nutrizione Clinica, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCSS), ci aiuta a capire meglio di cosa si tratta e di come sia lo stile alimentare corretto, più che il singolo alimento, ad apportare i giusti benefici al nostro organismo.

La rete è molto ricca di informazioni sulle bacche di Goji. Il sito Personal Trainer, molto spesso ai primi posti nelle ricerche in tema salute, dedica alle Goji un articolo molto approfondito, sottolineando che all’esame del profilo nutrizionale “sembrano svolgere principalmente le funzioni:

Ma prosegue:

Benché si tratti di un alimento estremamente ricco (ma non per questo “miracoloso”), rammentiamo che le bacche di Goji reperibili in commercio sono prevalentemente in forma disidratata o in polvere. Tale precisazione è a dir poco essenziale, poiché alcuni dei nutrienti già menzionati subiscono negativamente l’effetto “dell’invecchiamento alimentare”. In particolare, essiccando le bacche, esponendole alla luce, all’ossigeno e conservandole per lungo tempo, avviene una notevole decurtazione di acidi grassi polinsaturi, di vitamina E e di vitamina C (ma non solo), che tendono ad ossidarsi perdendo la propria funzione metabolica”.

In conclusione, prosegue l’articolo:

Non vi è alcuna prova attendibile a sostegno dei presunti benefici per la salute delle bacche di Goji.
La maggior parte delle ricerche a riguardo sono di piccole dimensioni, di scarsa qualità, in vitro  o su cavie, e hanno preso in oggetto gli estratti purificati altamente concentrati dei frutti
”.

Green Me, blockbuster della rete in tema di alimentazione e molto amato dagli utenti cosiddetti “salutisti”, dedica ampio spazio alle bacche di Goji, con un paragrafo dedicato alle controindicazioni:

“Le bacche di goji non sono esenti da controindicazioni. Le situazioni in cui prestare più attenzione sono quelle in cui si assumono farmaci anticoagulanti o per tenere a bada l’ipertensione dato che alcuni principi attivi di questi frutti rossi potrebbero andare ad interferire con le medicine. Anche in caso di diabete meglio chiedere il parere del proprio medico.

Visto che non esistono studi a proposito è bene evitare l’assunzione quotidiana in caso di gravidanza e allattamento. Attenzione infine al possibile effetto allergizzante, le bacche di goji fanno parte delle solanacee”.

Chiediamo a questo punto al dr. Emanuele Rinninella (Dirigente Medico, UOC Nutrizione Clinica, Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCSS), di aiutarci a focalizzare meglio i benefici legati alle bacche di Goji e i consigli su come e quando integrarli nella nostra alimentazione quotidiana.

La componente attiva delle bacche di Goji è essenzialmente data dai suoi polisaccaridi (LBPs) ai quali sono state riconosciute (da studi in vitro e sul modello animale) molteplici attività farmacologiche tra cui funzioni antiossidanti ed antiaging. In alcuni modelli in vitro sembra addirittura che tali componenti abbiano attività antitumorale e immunostimolante. L’effetto sulla salute potrebbe manifestarsi su diversi organi e apparati, dal sistema nervoso centrale all’apparato cardiovascolare, attraverso un meccanismo anti-infiammatorio e di miglioramento della sensibilità all’insulina. Allo stesso modo le bacche di Goji sono ricche di polifenoli antiossidanti, vitamina C e ferro. Molto interessante il ruolo prebiotico delle bacche di Goji. Diversi studi sottolineano come LBPs stimolino la crescita di batteri ritenuti probiotici (L.acidophilus e B.longum) migliorando in generale l’omeostasi intestinale. E’ probabile che l’effetto benefico dipenda anche da questa modulazione positiva sull’ecosistema intestinale.

Diversi studi clinici confermano come il consumo periodico di bacche di Goji sia in effetti associato ad un migliore stato di benessere generale ed efficienza del sistema immunitario. La maggior parte di questi studi tuttavia utilizzano estratti del frutto corrispondenti a 150 g al giorno di prodotto intero (quantità ben lontane dalle dosi consumate come porzioni standard di frutta secca). Rimane dunque da capire quale sia la dose e la formulazione giusta. Altro limite è l’impossibilità di stimare quanti delle componenti attive (LBP, polifenoli o vitamine) rimangano nell’alimento comprato dal consumatore. Nessuna etichetta infatti certifica il contenuto di componenti attive  contenuti nelle bacche. 

Sono state inoltre segnalate reazioni allergiche, con alcuni casi di shock anafilattico, in persone affette da allergia a LTP (lipid transfer protein), una proteina della buccia di pesca, ma presente anche in altri frutti.

Tirando le fila, non esistono evidenze scientifiche forti tali da proporre le bacche di Goji come prodotto nutraceutico in quantità efficaci e sicure. Un uso abituale, ma solo nel contesto di uno stile alimentare corretto, potrebbe contribuire a migliorare lo stato di salute, al netto di una certa attenzione ai soggetti allergici.”

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