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“Loud Desire” è il nuovo album dei Landart

musica voglio tornare negli anni 90

Come un tuono esce “Loud Desire”, affascinante album di debutto dei Landart: il disco è disponibile online sulle piattaforme digitali

Dopo l’esperienza con i Sarah Schuster, le sorelle Dal Zotto tornano a suonare insieme, pur non avendo mai smesso di farlo. LANDART è il moniker, piacevolmente romantico, del nuovo gruppo in cui a Daniela (voce e chitarra) ed Eleonora (chitarra) si affiancano i musicisti Davide Bregolato (batteria) e Giorgio Manzato (basso).
Anticipato dai singoli The Storm Inside e Museum Of Dreams  (quest’ultimo accompagnato da un lyric video disponibile su YouTube), esce il 29 Ottobre il loro formidabile album d’esordio dal titolo Loud Desire, via Dischi Soviet Studio.

Daniela ha scritto queste canzoni con il più classico degli approcci cantautorali, cantando e accompagnandosi alla chitarra, operando poi su queste idee con variazioni, aggiunte e sottrazioni insieme all’altra chitarra di Eleonora e alla sezione ritmica di Giorgio, al basso, e Davide, alla batteria.
LANDART quindi scrivono canzoni, la forma più classica e pura che il rock ci ha consegnato, ma con l’ambizione di essere assolutamente moderni, per parafrasare Rimbaud.

“Su alcuni brani lavoravamo già da tempo, come The Battlefield e Museum Of Dreams, mentre su altri, come Holy Smoke e Fading In The Sunlight, c’era ancora parecchio da fare quando siamo entrati al Bunker Studio di Rubiera, con Andrea Rovacchi in cabina di regia, già produttore dell’ultimo disco dei Sarah Schuster, la band in cui Daniela ed io suonavamo precedentemente” (Eleonora).

Buona parte del disco è stata registrata lì ad Aprile 2017, ma la band ha poi continuato a lavorarci nei mesi successivi fino a Luglio, per poi chiudere il mix con Dicembre.
Poi sono passati quattro anni.

“Non avrei mai pensato che sarebbe trascorso così tanto tempo prima che il disco uscisse. Pensavamo di pubblicarlo subito dopo averlo ultimato. Invece capita che la vita, o addirittura la Storia, ti portino un po’ a spasso, magari ti fanno fare un giro un po’ più lungo del previsto per tornare a casa. Noi abbiamo fatto così, il giro più lungo.” (Giorgio).

In questo tempo, i LANDART non hanno mai smesso di suonare, sperimentando versioni acustiche e arrangiamenti live per i nove brani che compongono Loud Desire. Durante questo giro più lungo sono nate anche molte idee già diventante nuove canzoni.

“Per me, e credo sia così anche per gli altri LANDART, il Loud Desire del titolo è il desiderio della musica. La musica è una riserva di libertà alla quale tengo molto. È anche di questo che parla Museum Of Dreams, del fatto che a volte si fa fatica a difendere quel “museo dei sogni”, quella stanza in fondo al corridoio in cui entriamo solo noi, dove ci concediamo di guardare le cose come se non le avessimo mai viste prima, con uno sguardo disinteressato alla loro funzione o utilità. Chi come me ha una vita comune, fa un lavoro comune, sa che qualche volta anche la fuga dalla realtà è una dimostrazione di coraggio. Proprio come nel brano citato, che ripete “Be brave – run away” (Daniela)

La formazione dei LANDART è quella del rock classico, e questo influenza anche lo stile compositivo e gli arrangiamenti di Loud Desire: ci sono organi e tastiere, ma non campionamenti o elettronica. Ci si trovano invece molte voci, in un ruolo che non ha nulla di decorativo, ma che anzi caratterizzano il sound in un gioco di armonizzazioni (Fifteen Years e Fading In The Sunlight) e di controcanti affidati ad un piccolo coro di cinque elementi (The BattlefieldThe Storm Inside, Museum Of Dreams), fino all’espressivo duetto tra Davide e Daniela (The Cheater).

Ascolta LOUD DESIRE qui: https://bfan.link/loud-desire

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