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Effetto Covid-19 in diabetologia: calano prescrizioni e visite

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Effetto Covid-19 in diabetologia: riduzione del 33% delle prescrizioni per i farmaci antidiabetici. Calo del 60% per le prime visite e 25% in meno per le nuove diagnosi

A causa del lockdown, nonostante la buona risposta data dalla diabetologia per garantire la continuità assistenziale in favore delle persone con diabete, nel 2020 il numero di prescrizioni di farmaci antidiabetici si è ridotto del 33% rispetto all’anno 2019, con un picco del 70% durante la fase più critica dell’emergenza sanitaria, tra marzo e giugno 2020. Come conseguenza delle minori visite realizzate in presenza, le prescrizioni effettuate nel 2020 sono state circa 570mila contro le oltre 850mila del 2019. Diminuzione del 60% delle prime visite18mila il numero complessivo delle persone con diabete viste per la prima volta in diabetologia nel 2020, contro le oltre 40mila riferite all’anno 2019.

Questi sono alcuni dei dati fotografati dall’ultima edizione degli Annali AMD, l’indagine condotta periodicamente dall’Associazione Medici Diabetologi per fotografare la qualità dell’assistenza diabetologica erogata nel nostro Paese. Lo studio, riferito agli anni 2019-2020 di cui è stata data un’anticipazione in occasione del XXIII Congresso Nazionale AMD a Bologna, ha raccolto i dati di 282 centri di diabetologia sul territorio nazionale, quasi il 9% in più rispetto all’ultima misurazione, con un contestuale aumento del numero di persone con diabete monitorate (+12% per il diabete tipo 2; +8% per il diabete tipo 1).

Nonostante le difficoltà dettate dall’emergenza sanitaria, straordinaria la partecipazione che abbiamo riscontrato da parte delle diabetologie alla nuova Campagna Annali – commenta Valeria Manicardi, Coordinatore del Gruppo Annali AMD -. Di particolare rilevanza, il dato relativo alla diminuzione delle prime visite perché ci suggerisce che ad oggi un grande numero di pazienti non ha ancora avuto accesso alla prescrizione per i “nuovi” farmaci (SGLT2i e GLP1a) dalla comprovata efficacia in termini di protezione contro il rischio cardio-renale. Nonostante ciò però emerge come, per i soli casi in presenza, sia comunque aumentato il numero delle prescrizioni di questi farmaci. Infine – continua Manicardi – c’è stata una diminuzione del 25% delle nuove diagnosi di diabete rispetto al 2019: ciò fa temere un aumento delle diagnosi tardive con risvolti negativi per la cura a lungo termine e per un potenziale aumento del rischio d’insorgenza delle principali complicanze diabete correlate”.

Grazie ai dati trasmessi dai 282 centri partecipanti all’iniziativa Annali 2021, è stato possibile analizzare anche l’infezione da Covid-19 nelle persone con diabeteobesità e alti livelli di emoglobina glicata (HbA1c) sono le condizioni cliniche che, in generale, hanno determinato una peggiore progressione dell’infezione.

Gli Annali AMD rappresentano una risorsa preziosa per tutta la diabetologia italiana e il loro valore scientifico quest’anno forse assume ancor più significato – commenta Paolo Di Bartolo, Presidente AMD -. L’emergenza Covid-19 ha permesso di evidenziare tutte le potenzialità della telemedicina come attività complementare di quella in presenza. Per il futuro è però necessario strutturare sistemi di telemedicina più adeguati a garantire, non solo le prescrizioni e il controllo metabolico, ma anche il monitoraggio delle complicanze e dei fattori di rischio cardiovascolare, non erogabili ancora in telemedicina”.

La nuova raccolta dei dati degli Annali AMD ancora una volta, pur tra tante difficoltà, ha superato il record di partecipazione. Un database in continua crescita, che dal 2005 ci consente di analizzare e misurare la qualità dell’assistenza dei servizi della diabetologia – commenta Domenico Mannino, Presidente Fondazione AMD -. L’estrazione dati Annali ci consentirà ancora una volta di eseguire una serie di analisi mirate allo studio dell’inerzia clinica e delle complicanze, per la messa a punto di modelli  di assistenza sempre più aderenti alle future necessità delle persone con diabete, ma anche di adeguare le attività formative alle esigenze espresse dal diabetologo”.

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