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Gli effetti del Covid sui pazienti con fibromialgia

Fibromialgia: attività muscolare e qualità della vita ridotti

Nei pazienti affetti da fibromialgia e da Covid-19 i punteggi medi totali e dei sottodomini di tutti i test di uno studio italiano sono risultati significativamente più elevati

Nei pazienti affetti da fibromialgia e da Covid-19 i punteggi medi totali e dei sottodomini di tutti i test sono risultati significativamente più elevati, suggerendo che i sintomi della sindrome sono più gravi se si contrae l’infezione da SARS-CoV-2. È quanto emerge dai risultati di uno studio italiano pubblicato sulla rivista Clinical and Experimental Rheumatology.

La sindrome fibromialgica è una malattia complessa caratterizzata da un’ampia gamma di sintomi, in particolare dolore cronico diffuso, fatigue e disturbi del sonno. È abbastanza comune, in quanto la sua prevalenza media nella popolazione è del 2,2% in Italia e del 2,7% nel mondo. La sua complessa sintomatologia e la relativa disabilità non solo comportano una scarsa qualità della vita correlata alla salute, ma anche un notevole onere economico per i sistemi sanitari nazionali. La sua patogenesi rimane in gran parte oscura e non è stato ancora trovato alcun trattamento medico soddisfacente.

I sintomi sono raramente costanti ma solitamente oscillano tra uno stato fibromialgico e non, sottolineando così l’importanza di fattori aggravanti e allevianti: ad esempio, i sintomi possono essere migliorati da una moderata attività fisica, o peggiorati da un’attività fisica o mentale, fattori di stress come iperattività fisica o traumi fisici. I pazienti spesso associano fattori di stress all’insorgenza e alle esacerbazioni della sindrome, che si sono rivelate anche significativamente associate a traumi e abusi. Inoltre, principalmente sulla base di studi retrospettivi, è stato ipotizzato che le infezioni possano accelerare l’insorgenza della sindrome.

Influenza del Covid-19 sui sintomi della fibromialgia
Scopo dello studio era osservare il comportamento dei sintomi della fibromialgia durante il decorso della malattia da coronavirus 2019.

Tra febbraio e maggio 2020 sono stati reclutati 965 pazienti a cui era stata diagnosticata la fibromialgia da almeno 3 mesi. I dati raccolti erano età, sesso, livello di istruzione e stato civile, altezza e peso e i punteggi del Fibromyalgia Impact Questionnaire (FIQR), il Fibromyalgia Assessment Status 2019 modificato (FASmod) e la Polysymptomatic Distress Scale (PDS). I pazienti sono stati divisi in quelli con o senza infezione concomitante da Covid-19.

Il Covid-19 peggiora alcuni sintomi 
Il 93% dei partecipanti, 881 donne (91,3%) e 84 uomini (8,7%) sono stati seguiti in regime ambulatoriale per la sindrome e 68 (7,0%) sono stati seguiti a livello ambulatoriale o ricoverati a causa del Covid-19. Non c’era alcuna differenza nei dati sociodemografici dei due gruppi, ma c’erano differenze statisticamente significative nei risultati dei test clinimetrici.

I punteggi medi di tutti i test (punteggi complessivi e dei sottodomini) erano significativamente più alti nei pazienti con Covid-19, a suggerire che i sintomi della fibromialgia sono notevolmente peggiorati durante il corso dell’infezione.

Le principali differenze tra il punteggio dei test (quelli con il maggiore impatto sulla malattia) erano quelli relativi ai seguenti sintomi correlati: qualità del sonno (FIQR15), fatigue/energia (FIQR13), dolore (FIQR12) e rigidità (FIQR14).

Gli autori ritengono che vi siano due meccanismi distinti ma forse coesistenti che possono spiegare questi risultati. Innanzitutto, il Covid-19 è associato a disturbi sensoriali (anosmia, ageusia, ecc.) che suggeriscono un danno al sistema nervoso causato dall’infezione. Inoltre, l’eziologia della fibromialgia può essere correlata alla disfunzione del sistema nervoso autonomo, che ha una controparte sintomatica (come xerostomia o xeroftalmia) e patologica (il riscontro di neuropatia a carico delle piccole fibre in molti pazienti). Di conseguenza, un possibile peggioramento dei sintomi correlati al sistema nervoso autonomo (riflesso dai punteggi FIQ-R e PDS) può essere correlato all’azione specifica del virus. L’infezione è anche associata alla tipica sindrome simil-influenzale, che può esacerbare ulteriormente il dolore diffuso e la mialgia della fibromialgia.

In secondo luogo, lo stress fisico e psicologico a cui questi pazienti sono soggetti durante il corso del Covid-19 e/o il ricovero (grave infiammazione, disagio mentale e fisico e ansia correlata alla malattia) possono essere fattori importanti nel peggioramento della sindrome. Un’infezione virale può essere essa stessa un importante fattore di stress che i pazienti con fibromialgia o i soggetti geneticamente predisposti possono avere difficoltà ad affrontare, senza perdere la loro omeostasi corporea.

«I punteggi medi totali e dei sottodomini di tutti i test erano significativamente più alti nei pazienti con Covid-19, il che suggerisce che i sintomi complessivi della fibromialgia sono più gravi nei pazienti con infezione» hanno concluso gli autori. «Sono in corso ulteriori studi sui pazienti post-Covid-19 per scoprire se il peggioramento della sintomatologia si protrae nel tempo a causa dello stato di ipersensibilità tipico di questi pazienti».

Bibliografia

Salaffi F et al.The effect of novel coronavirus disease-2019 (COVID-19) on fibromyalgia syndrome. Clin Exp Rheumatol. May-Jun 2021;39 Suppl 130(3):72-77.  Leggi

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