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In Lombardia il tavolo oncologico permanente

Secondo un''indagine AIOM, l’81% degli oncologi afferma di aver ricevuto da altri colleghi una richiesta di second opinion

Al via in regione Lombardia il tavolo oncologico permanente: sarà composto dai rappresentati delle Istituzioni regionali, dagli specialisti AIOM e da Senior Italia FederAnziani

Bisogna riattivare la Rete Oncologica della Lombardia dopo lo stop degli ultimi anni. È questo l’obiettivo che si propone il nuovo Tavolo Oncologico Permanente. Sarà composto dai rappresentati delle Istituzioni regionali, dagli specialisti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e da Senior Italia FederAnziani. La decisione è stata presa dopo un meeting virtuale promosso da AIOM e FederAnziani nell’ambito del tour che le due associazioni stanno svolgendo per incontrare tutti gli assessori alla sanità del nostro Paese. “Ringraziamo i nostri interlocutori per la sollecitazione che abbiamo ricevuto e siamo pronti a collaborare – afferma Giovanni Pavesi, Direttore Generale Welfare di Regione Lombardia -. Stiamo vivendo la difficile stagione del ‘post-Covid’ e speriamo che finalmente le emergenze legate alla pandemia possano terminare. È giunto perciò il momento di riprogrammare le attività d’assistenza in un percorso di Rete come stiamo già facendo in altri ambiti come la pneumologia e l’infettivologia. In quest’ottica l’oncologia è estremamente importante soprattutto a livello di attività chirurgiche. Gli interventi sono ripartiti e in alcuni ospedali stiamo già tenendo aperte le sale operatorie anche la domenica”.

“Anche se formalmente istituita nel 2006 la Rete Regionale era già di fatto ferma anche prima dell’esplosione del Covid-19 – prosegue Giordano Beretta, Past President AIOM -. Tra gli obiettivi più importanti che si possono raggiungere grazie a questa struttura, oltre al coordinamento tra le strutture oncologiche, occorre segnalare l’integrazione ospedale-territorio e l’attivazione di Molecular Tumor Board (MTB). Grazie ad una Rete efficiente e attiva al 100% vi è una reale interconnessione tra i vari centri di riferimento e tra questi e la medicina territoriale. Gli MTB sono invece fondamentali nell’individuare quali pazienti possono beneficiare di determinate terapie in base a specifiche mutazioni genetiche. Anche queste strutture devono essere presenti e accessibili in tutta la Regione”.

“La Lombardia è stato uno dei territori più martoriati dalla Coronavirus – sottolinea Francesco Nolè, Coordinatore AIOM per la Lombardia -. Gli screening sono ripartiti ma non ancora a pieno regime in tutte le Province. Esiste poi il grosso problema degli esami di follow up che non sempre riescono ad essere garantiti e quindi un paziente è costretto a girovagare per diversi ospedali. Tra le attività che la Rete Regionale dovrà assicurare nei prossimi anni c’è anche la telemedicina. Le opportunità e i vantaggi offerti da questi nuovi strumenti sono noti ma al tempo stesso c’è bisogno di opportune norme. Come Società Scientifiche possiamo produrre Linee Guida specifiche per stabilire regole uniformi su tutto il nostro territorio”.

“Molti sono i problemi causati dal Covid ai pazienti oncologici, soprattutto a quelli più anziani – conclude Roberto Messina, Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani -. Tra questi va segnalato anche il problema della mancata aderenza terapeutica, che risulta in crescita nell’intero nostro Paese. Possiamo contrastarla anche riavvicinando i medici ai pazienti dopo i lunghi mesi di scarsi contatti dovuti anche alla pandemia. E’ chiaro quindi che l’assistenza sanitaria deve essere riorganizzata in Lombardia, che è la Regione più popolosa d’Italia. La riattivazione della Rete Oncologica rappresenta un primo passo e vogliamo, come rappresentanti dei malati, dare il nostro contributo”.

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