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Tumore al seno: UE approva sacituzumab govitecan

Tumore al seno metastatico: più dell’80% delle pazienti teme anche i ritardi nella disponibilità in Italia dei trattamenti innovativi in grado di migliorare la sopravvivenza

Tumore al seno triplo negativo metastatico: arriva il parere positivo dell’Agenzia europea dei medicinali per sacituzumab govitecan

Il Chmp ha dato parere positivo per l’approvazione di sacituzumab govitecan per pazienti adulti con cancro al seno triplo negativo (TNBC) localmente avanzato o metastatico non resecabile che hanno ricevuto due o più terapie sistemiche precedenti, almeno una delle quali per la malattia metastatica. Sviluppato da Gilead sarà messo in commercio con il marchio Trodelvy.

Il parere positivo degli esperti europei è supportata dai dati dello studio di fase 3 ASCENT, in cui sacituzumab govitecan ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del 57% del rischio di peggioramento della malattia o di decesso (sopravvivenza libera da progressione (PFS)), estendendo la PFS mediana a 4,8 mesi da 1,7 mesi ottenuti con la chemioterapia (HR: 0,43; 95% CI: 0,35-0,54; p<0,0001). Il farmaco ha anche esteso la sopravvivenza globale mediana (OS) a 11,8 mesi contro 6,9 mesi (HR: 0,51; 95% CI: 0,41-0,62; p<0,0001), che rappresenta una riduzione del 49% del rischio di morte.

Il cancro al seno triplo negativo
A livello mondiale, circa il 15% delle diagnosi di cancro al seno è rappresentato dal triplo negativo, una forma di tumore che risulta negativo ai recettori degli estrogeni, ai recettori del progesterone e al recettore di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Pertanto, questo tumore non risponde ai farmaci per la terapia ormonale o ai farmaci che prendono di mira l’HER2. Si tratta di una forma di tumore con un alto bisogno medico insoddisfatto, basti considerare che il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questo sottotipo è del 12%, rispetto al 28% per altri tipi di cancro al seno, e questi scarsi risultati sono spesso accompagnati da una significativa diminuzione della qualità della vita, soprattutto nella malattia recidivata/refrattaria.

Come agisce il farmaco
Sacituzumab govitecan è costituito dal metabolita attivo dell’irinotecan, SN-38, collegato con un anticorpo IgG umanizzato diretto contro Trop-2, una glicoproteina della superficie cellulare espressa in oltre il 90% dei casi di TNBC che aiuta il cancro a crescere, dividersi e diffondersi.
L’inibitore della DNA topoisomerasi I, SN-38, è un composto chimico tossico per le cellule tumorali ed è circa 200 volte più attivo rispetto all’irinotecan ma non può essere somministrato sistemicamente ai pazienti a causa della sua scarsa solubilità e tossicità. Il linker messo a punto da Immunomedics, la società che lo ha sviluppato prima di essere acquisita da Gilead, che prende il nome di CL2A, permette di produrre coniugati SN-38 solubili in acqua con ottimi rendimenti, oltre a preservare il legame anticorpale e l’attività farmacologica.

Profilo di sicurezza
Tra tutti i pazienti valutabili per la sicurezza nello studio ASCENT (n=482), sacituzumab govitecan ha avuto un profilo di sicurezza coerente con l’indicazione precedentemente approvata. Le reazioni avverse di grado ≥3 più frequenti per il nuovo farmaco rispetto alla chemioterapia a singolo agente erano neutropenia (52% vs. 34%), diarrea (11% vs. 1%), leucopenia (11% vs. 6%) e anemia (9% vs. 6%). Le reazioni avverse che hanno portato all’interruzione del trattamento si sono verificate nel 5% dei pazienti che hanno ricevuto il farmaco.

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