Site icon Corriere Nazionale

Polmoniti comunitarie: ecco quando falliscono gli antibiotici

Polmonite pneumococcica: oltre 8mila decessi l’anno tra gli anziani, vaccinazioni ‘al palo’. In un Consensus Paper 12 raccomandazioni per i decisori

Polmoniti comunitarie: sesso maschile ed età avanzata i fattori maggiormente associati a rischio fallimento della terapia con antibiotici

Nei pazienti affetti da polmoniti acquisite in comunità (CAP) che soddisfano i criteri di stabilità dopo tre giorni di trattamento antibiotico, l’età e il sesso di appartenenza (ma non le comorbilità o la severità di malattia) si associano ad un incremento del rischio di insuccesso terapeutico. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Jama Network Open che dimostrano anche come una maggiore attenzione ai segni clinici sia di particolare rilevanza per la gestione e il trattamento dei pazienti con CAP.

Razionale e disegno dello studio
Sotto la definizione “ombrello” di polmoniti comunitarie si intende una malattia eterogenea che spazia da una condizione patologica di lieve entità e tendente ad autolimitarsi ad un’infezione grave che causa insufficienza respiratoria, shock e che porta ad evento letale.

L’insuccesso terapeutico rappresenta la complicanza più grave e, per questo più temuta. Questo si accompagna, in modo significativo, all’aumento del rischio di complicanze, alla durata della degenza ospedaliera e al rischio di decesso, soprattutto nei pazienti con CAP grave.

L’incidenza di pazienti ospedalizzati con CAP varia dal 6% al 24% e può arrivare fino al 31% nei pazienti con CAP grave.

In letteratura sono già stati identificati alcuni fattori di rischio di insuccesso dell’antibioticoterapia come l’età, il fumo di sigaretta, la malnutrizione, episodi pregressi di CAP e presenza di comorbilità (malattia polmonare cronica, asma, immunosoppressione). Il raggiungimento della stabilità clinica è associato con un tasso elevato di outcome favorevoli.

Il trial PTC (the Pneumonia Short Treatment) è un trial clinico randomizzato e controllato vs. placebo che ha studiato la durata del trattamento con antibiotici (da 3 a 8 giorni di terapia con antibiotici beta-lattamici) in 310 pazienti ospedalizzati per CAP moderatamente severa che avevano raggiunto la stabilizzazione clinica al terzo giorno di trattamento antibiotico.

Nell’analisi primaria dello studio non erano state osservate differenze di outcome (tasso di guarigione CAP) tra pazienti sottoposti ad un regime con antibiotici breve (3 giorni) anziché lungo (8 giorni).

L’obiettivo di questa analisi secondaria è stato quello di valutare i fattori di rischio di insuccesso terapeutico in questa popolazione specifica di pazienti. A tal scopo, è stata posta attenzione sui pattern di insuccesso dell’antibioticoterapia rilevati nei pazienti del trial PST, condotto dal 2013 al 2018 in 16 centri francesi.

Il trial aveva reclutato 310 pazienti clinicamente stabilizzati dopo 3 giorni di trattamento con antibiotici beta-lattamici e successivamente randomizzati, secondo uno schema 1:1, a trattamento per 5 giorni aggiuntivi con amoxicillina-clavulanato (1g/125 mg) tid oppure a placebo.

Tra i criteri di stabilizzazione clinica considerati vi erano la normalizzazione dei segni vitali e dello stato di salute mentale. Sono stati esclusi dalla valutazione, invece, i pazienti con altre diagnosi come polmoniti nosocomiali, legionellosi, immunosoppressione o CAP gravi.

L’analisi secondaria è stata condotta su 291 pazienti dei 310 iniziali. La maggior parte di questi era di sesso maschile, con un’età media pari a 70 anni. La comorbilità più frequente era rappresentata dalla malattia cronica polmonare (23%), seguita dall’insufficienza cardiaca (21%) e dal diabete (19%).

Risultati principali
I dati analizzati in questa analisi secondaria hanno documentato un tasso di insuccesso del trattamento pari al 26,8%. Tra i sintomi di comune riscontro in questi pazienti vi era la presenza di espettorato purulento (24%), la tosse (21%), la dispnea (23%), la tosse con espettorato purulento (17%), la tosse con crepitii (5%) e i soli crepitii (3%).

L’appartenenza al sesso maschile (odds ratio= 1,74; IC95%= 1,01-3,07), l’età (OR= 1,03; IC95%=1,01-1,05), un punteggio severo di polmonite (OR= 1,01; IC95%= 1,03-3,3) e la clearance della creatinina (OR= 0,99; IC95%=0,98-1) sono risultati significativamente associati ad insuccesso terapeutico all’analisi univariata.

Dopo esclusione del punteggio severo di polmonite, dall’analisi di regressione è emerso che solo l’appartenenza al sesso maschile (OR=1,92; IC95%= 1,08-3,49) e l’età (OR= 1,02; IC95%= 1-1,05) erano associati ad insuccesso terapeutico nell’ analisi multivariata.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici intrinseci del loro lavoro: infatti, le definizioni di CAP e i criteri diagnostici differiscono a seconda del trial clinico considerato, come pure le definizioni di insuccesso terapeutico. Lo studio ha incluso esclusivamente pazienti con prognosi favorevole e, quindi, clinicamente stabilizzati.

Ciò premesso, da questa analisi secondaria dei dati del trial PTC, condotto in pazienti con CAP che avevano raggiunto la stabilizzazione clinica dopo 3 giorni di trattamento antibiotico, è emerso che l’appartenenza al sesso maschile e l’età erano associati ad un maggior rischio di insuccesso terapeutico, ad indicare la necessità di prendere in considerazione questi fattori nel trattamento dei pazienti affetti da questa condizione.

Bibliografia
Dinh A, et al “Factors associated with treatment failure in moderately severe community-acquired pneumonia” JAMA Netw Open 2021; DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2021.29566.
Leggi

Exit mobile version